Koala

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Alice's pov.

Sono immersa in una seduta da signora in giallo quando sento bussare alla porta di casa. Apro e mi ritrovo Lara, avvolta in un plaid a quadri rosso e con, in mano, un fazzoletto pregno di germi. Mi fissa con uno sguardo parecchio provato. ‹‹Ali...›› quasi sussurra e parte con uno starnuto, ‹‹Mi dispiace disturbarti ma come puoi notare non mi sento molto bene, mi è tornata l'influenza›› continua poi. ‹‹Ciao Lara, lo vedo che non hai una bella cera, ti devo prestare qualche medicina?›› chiedo io abbastanza preoccupata, viste le sue condizioni, ‹‹no tranquilla›› risponde prontamente lei ‹‹però un aiuto mi servirebbe››. La guardo con un'espressione interrogativa, ‹‹che potresti tenere Camilla con te questa notte?›› domanda supplicandomi, ‹‹ho bisogno davvero di dormire sonni tranquilli altrimenti non me la scrollo più di dosso questa influenza.›› conclude non prima di aver fatto uno starnuto.

Oddio.

Non sarà un compito tanto difficile, io e la piccola andiamo molto d'accordo, che sarà mai passare un'altra sera con lei? Lara, soffiandosi il naso, mi riscuote dai miei pensieri e mi invita a seguirla per andare a prendere la bambina.

Sta proprio male.

‹‹Allora ha già mangiato, le ho cambiato il pannolino, tu dovresti solo farla addormen...Etchiù!›› cerca di finire la frase la mia collega mentre sistema Camilla nel suo ovetto ‹‹Si Lara tranquilla, però io e la bimba ce ne andiamo prima che attacchi anche a noi qualche strana malattia! Tu riposati›› concludo io prendendo l'ovetto e portando la mia nipotina fuori da quell'appartamento in cui i virus, secondo me, si stanno diffondendo a velocità esponenziale. ‹‹Buonanotte›› saluto quando sono ormai sulla soglia ma Lara è già che bella addormentata sul divano, circondata da quel plaid rosso che le dona un po' di calore.

Quando rientro in casa mia trovo Cordelia che corre trafelata per prendere il cappotto, ‹‹ma tu non eri uscita?›› chiedo leggermente confusa, ‹‹tecnicamente si, però sono dovuta tornare perché fa ancora un po' freddino per indossare il giubbino di pelle...›› specifica lei mentre cerca di dare una sistemata alla sua chioma rossa indomabile, ‹‹ho capito, vabbè, buon divertimento quindi!›› aggiungo io non appena poggio Camilla con tutto l'ovetto sul divano, ‹‹anche a voi!›› dice di rimando con uno sguardo piuttosto eloquente che lascia intendere tutto il contrario.

Si prospetta una lunga serata.

‹‹Adorata nipotina, che dici? Chiamo o non chiamo Claudio?›› probabilmente adesso mi prenderà per pazza, e infatti mi fissa con la fronte leggermente aggrottata, ma non sento CC da quando siamo tornati questa mattina dal commissariato; io ho passato il resto della giornata in compagnia della Manes per la ricerca sugli effetti negativi del Radon, lui invece, si è chiuso nel suo studio, ha tenuto una lezione con gli specializzandi e poi ha controllato che Sandro stesse continuando a svolgere l'osservazione delle larve.

E diceva che è la Suprema la causa dei nostri problemi di comunicazione. Entrambi ci mettiamo del nostro, però.

Camilla, nel frattempo, sbadiglia, segno che forse è ora di farla addormentare. La prendo in braccio e comincio a cullarla. Proprio quando sto per intonare una ninna nanna un po' stonata, la piccola chiude i suoi occhietti, evidentemente ha capito che era meglio crollare prima dell'inizio della magnifica performance di sua zia. Faccio per riporla nel suo ovetto ma lei, con le sue manine paffute, non vuole separarsi dal mio maglioncino.

Oh no, e adesso? Pensa ad una soluzione Alice.

Mi dirigo nella mia camera da letto e mi stendo sul materasso mantenendo sempre un contatto con la bimba- o sarebbe meglio chiamarla koala a questo punto- le accarezzo molto lentamente la testolina con qualche accenno di capelli e tento, non senza qualche problema, di staccare la manina dalla maglia. Lei, come risposta involontaria alla mia mancanza, finisce per stringere le lenzuola blu. Faccio appena in tempo a darmi una rinfrescata e mettere il pigiama con sopra la vestaglia quando suonano al campanello.

Che hai scordato ancora Cordi?

Apro pensando di trovare la mia eccentrica coinquilina ma quello che mi si para davanti è ancora meglio: un Claudio piuttosto provato appoggiato con una mano allo stipite della porta, mentre con l'altra tiene su una spalla la sua giacca.

È ancora più bello quando mostra le sue debolezze, il mio inarrivabile dottor Conforti.

‹‹Ehi...›› lo saluto sussurrando, come se avessi paura che il mio tono di voce troppo alto possa farlo crollare nuovamente. ‹‹Non riesco a dormire... Penso a Giacomo...›› non riesce a dire altro, ma io ho capito benissimo- in realtà l'ho capito soprattutto grazie alla mia insuperabile nonnina- quanto gli faccia male questa situazione, al che lo invito ad entrare porgendogli la mia mano. ‹‹Posso restare?›› perdo un battito, è una delle cose più belle che potesse chiedermi. ‹‹Non è che puoi, devi›› lo correggo fissandolo in quei suoi occhi che, in questo istante, mostrano tanta stanchezza ‹‹però... c'è lei.›› aggiungo una volta arrivata di fronte camera mia, indicando Camilla che giace addormentata nel letto. ‹‹Ah›› mi risponde leggermente spiazzato ‹‹vabbè, hai l'antistaminico?›› cerca di smorzare quell'imbarazzo che gli viene quando si tratta dei bambini, invece io sono molto sorpresa: dietro questa domanda, apparentemente divertente, c'è molto di più. ‹‹Eddai Claudio›› cerco di essere il più convincente possibile ‹‹se hai paura che ti venga uno shock anafilattico, lo vado a cercare subito›› asserisco io allontanandomi da lui per dirigermi verso la cucina ma vengo trattenuta per un braccio e in men che non si dica mi ritrovo tra le sue, di braccia. ‹‹Non è questa la paura più grande che ho, non al momento almeno›› confessa a pochi centimetri dalle mie labbra ‹‹prima o poi devono essere affrontate no Sacrofano?›› conclude baciandomi dolcemente.

Non so quanto tempo sia passato, tuttavia a me sembra essersi fermato. Claudio pare dormire serenamente con un braccio che arriva a sfiorare i miei capelli e l'altro vicino al corpo della bimba.

Mi manca il respiro. Se tutto questo è un sogno che nessuno osi svegliarmi prima del suono della sveglia, tanto non lo sentirei nemmeno.

I suoi capelli stanno perdendo la loro impeccabilità e forse la colpa è proprio di Camilla che comincia a muoversi, aggrappandosi a qualche ciuffo sulla testa del più vanitoso dei medici. ‹‹Dormo assieme ad un koala e non ne sapevo niente?›› la sua voce assonnata mi ridesta, ‹‹ah ma allora fai finta di dormire?›› gli chiedo con tono canzonatorio ‹‹No Sacrofano, io stavo dormendo benissimo fino a quando un piccolo koala non ha deciso di rovinare la mia perfetta pettinatura›› precisa ‹‹e poi lo sai che a me basta poco per risvegliarmi, al contrario tuo.››

Deve sempre rimarcare la mia pigrizia, perché?

‹‹È una bestiolina assai docile, vedi? Non morde!›› sussurro ‹‹Eh, secondo me ci prova gusto a infastidire i medici molto talentuosi›› risponde provocandomi. Sto per ribattere ma mi accorgo che ha già richiuso gli occhi, inspirando molto profondamente e biascicando qualcosa del tipo: "ha un profumo buonissimo". Noto anche una sua mano, poggiata sulla coscetta della bambina, che la accarezza per farle riprendere sonno; eppure Camilla non sembra aver voglia di tornare nel mondo dei sogni: continua a giocare con le mie dita, le tiene strette come se avesse paura che le sfuggissero, un po' come me che spero che questo momento così tenero, ed alquanto surreale, non scivoli mai via. 

Something Just Like This- AA&CC/ One ShotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora