Prologo

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Un prato verde e privo di fiori si vede da lontano, in mezzo ad essa una casa molto piccola, di legno d'acero e con finestre che in realtà sono solamente dei buchi a forma di quadrato, quindi senza la parte in vetro.
La casa traballa con il soffiare mediamente forte del vento, il ché le assi di legno che la costituiscono formano vari rumori simili a cigolii.
All'interno di essa non c'è alcun mobile, solamente due sedie che si trovano una davanti all'altra al centro della casa. Si vede un signore molto anziano, con la barba lunga e bianca, pochi capelli grigi e sporchi, occhi spenti e di un marrone molto scuro, magrissimo, senza scarpe né calzini e con vestiti ricoperti di macchie variopinte e che emanano una puzza tremenda, a tenergli compagnia ci sono solamente un gruppo di mosche che gli volano attorno alla testa appoggiandosi avvolte alla pelle del viso senza che l'uomo faccia nulla.

Il signore si trova ad un angolo della casa, comincia a camminare silenziosamente con sottofondo solamente i cigolii del legno e i ronzii delle mosche per poi mettersi a sedere su una delle sue sedie, resta in silenzio per un po' di secondi guardando davanti a sé.

Mette le mani al livello del petto e distanti una decina di centimetri come se stesse tenendo qualcosa di invisibile.
"Tu..." ha una voce rauca e tono basso, si sta riferendo a qualcuno che non c'è
"Ti chiederai... Cos'è che sto tenendo... Bhe... È un barattolo, non lo vedi...?" Ti guarda, si guarda proprio te, lettore.
"Questo barattolo... Contiene delle storie... Io lo aprirò ma prima devo dire... Una cosa..." Abbassa un po' lo sguardo e tira un colpo di tosse, nel cui comincia a tremare un po' per poi smettere qualche secondo dopo, quando ricomincia a parlare.
"Scommetto... Che mi hai dato del matto appena hai letto di me... Ma... Io vedo questo barattolo tanto quanto..." ti riguarda "... Io vedo te... E tu vedi me... Chi è il matto...?" fa un leggero sorrisino e poi fa un movimento con una mano come se stesse aprendo il coperchio del barattolo.
"... Come splendono... Queste storie...".

- UN BARATTOLO DI STORIE -

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