Capitolo 17

173 17 8
                                    

"I had all and then most of you
Some and now none of you
Take me back to the night we met
I dont know what Im supposed to do
Haunted by the ghost of you
Oh, take me back to the night we met"

La caffetteria era piccola ma accogliente, di quelle dall'aria un po' vintage pregne dell'odore del caffè appena tostato. Non faceva freddo fuori ma il lieve tepore che si era creato all'interno dava una sensazione intima di casa.
La luce entrava obliqua dalla grossa finestra adorna di piccole piante e oggetti retrò, che davano un tono antico a quel piccolo locale.

Jotaro era ancora scosso e l'adrenalina gli faceva muovere le gambe in un veloce tremolio che non riusciva a controllare. La tazza di tè davanti a lui faceva uscire una nuvoletta di vapore continua che gli scaldava il volto, già rosso per le emozioni appena provate. Davanti a lui, seduta sul suo divanetto di pelle, Ryn si sforzava di sorseggiare dalla sua tazza, cercando in tutti i modi di non fare facce strane a quello che per lei era diventato un saporaccio. Gli aveva spiegato che non si era per niente riabituata al sapore delle cose mangiate sulla terra e che anche un semplice tè era abbastanza cattivo per una persona che aveva mangiato pesce crudo fresco di caccia per un decennio.

Avevano così tante cose da dirsi.
Dopo esser rimasti a lungo sulla spiaggia, abbracciati a piangere l'uno sulla spalla dell'altro, erano riusciti a rialzarsi e a concordare che avessero bisogno di un posto discreto dove parlare, possibilmente seduti per scongiurare il pericolo svenimenti, così, impacciatissimi, si erano avviati insieme verso il centro, cercando un bar poco frequentato in cui infilarsi.

Jotaro aveva barcollato leggermente all'inizio, mostrando i sintomi di una persona completamente sotto shock e cercando di nascondere le sue emozioni sotto il suo amato cappello. Non avrebbe più voluto perdere il contatto con lei, ma non gli sembrava il caso di andarsene in giro per mano con una sconosciuta essendo anche sposato, quindi cercò di mantenere le distanze.
Lei lo aveva preso a braccetto però, non riuscendo a resistere all'impulso di continuare a toccarlo, come a volersi accertare che fosse reale.

E adesso erano lì a guardarsi negli occhi, lui totalmente perso nel vuoto, lei mai stata tanto innamorata. Il suo piccolo JoJo era diventato un uomo meraviglioso, ancora più bello di quanto già non fosse. I lineamenti si erano leggermente addolciti, i vestiti neri erano diventati bianchi e il ragazzino sbarbato e spavaldo si era trasformato in un uomo maturo e misterioso.
Mentre lo osservava rigirarsi tra le mani il vecchio cappello logorato dalla salsedine e dal tempo, pensò che non fosse mai stato tanto bello, e che per lei nessun uomo lo avrebbe mai eguagliato.

"Penso che tu debba spiegarmi un po' di cose" le disse dopo parecchi minuti passati ad osservarla, lo sguardo perso nel vuoto.
"Faccio ancora un po' di fatica a parlare" rispose lentamente, per poi riprendere.
"Dopo 10 anni passati nel più totale silenzio con delfini e piovre, non ricordo alcune parole e-"
"Non preoccuparti, non ha importanza" le rispose Jotaro in tono rassicurante.

"Non so bene da dove iniziare... beh, ecco, 10 anni fa, quando stavo per morire, il mio stand ha cercato di aiutarmi; ha iniziato a trasformarmi dentro per non morire, ma qualcosa è andato male. Io sentivo solo di voler andare in acqua, perché in quel momento era lei che lo voleva, per completare la tr-tr-asformazione. E una volta diventata lei, le nostre ossa non riuscivano più a-a..."
"Staccarsi?"
"Sì, quello. Quando decido di diventare sirena Siren's Call deve usare tanta energia per diventare-hum..." Incominciò a toccarsi e a mimare qualcosa che si sentisse sotto il palmo, quindi Jotaro tornò in suo aiuto.
"Forse vuoi dire tangibile?"
"Sì, hum, tangibile credo. Bene, usa l'energia per diventare tangibile e poi mi spezza le ossa per unirle alle sue, trasformandomi. Ma quella volta, l'energia della mia anima era bassissima e qualcosa mi ha imp-imprigionato dentro di lei. Non ragionavo come me e basta, ragionavo come lei e me insieme."

MERMAID | Jotaro KujoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora