Capitolo 22

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"Like the ocean's dancing with a storm, I will dance with you
While my waves enclose you 'til you're warm, Like the water's glue
Hold your breath and let me count to three
When you really know it's right
Take my hand, we'll dive into the sea"

Un timido sole giallo pallido si era affacciato al mondo da qualche ora, nascondendosi a tratti tra la miriade di piccole nuvolette che quella mattina abitavano il cielo rendendolo simile ad una bizzarra scacchiera cerulea. Il porto era già brulicante di pescatori e turisti, mentre la gente comune iniziava a riversarsi nelle strade per andare a scuola o a lavoro, affollando mezzi pubblici e vicoli.

Poco lontano da quell'agglomerato di case si stagliava su un grande prato il Morio Grand Hotel, una costruzione imponente decorata in uno stile un po' antico che poteva vagamente ricordare il barocco italiano.

Una delle inservienti di turno si stava affrettando lungo il corridoio, trascinandosi svogliatamente una grossa aspirapolvere appresso. Bussò alla camera in fondo al corridoio dell'ultimo piano, che l'occupante in genere lasciava libera al mattino presto. Come sempre non rispose nessuno e la donna ebbe un silenzioso nullaosta per entrare, ma quando aprì la porta si accorse che qualcosa non andava. Il letto era in condizioni quasi perfette, mostrando solo alcune piccole pieghe nella metà destra, e anche il resto della modesta stanzetta era quasi perfettamente in ordine, più o meno nello stesso stato in cui l'aveva lasciato il giorno prima. Era solo lei ad occuparsi dell'intero piano, quindi ricordava abbastanza bene le condizioni delle sue camere.

Ad ogni modo decise che non era un problema suo se l'occupante avesse dormito altrove o se avesse semplicemente rifatto il letto prima di andarsene, quindi dopo una passata veloce con l'aspirapolvere se ne andò camminando allegra verso la camera successiva.

Intanto, esattamente un piano più in basso, un uomo bellissimo di nome Jotaro e l'occupante fantasma della stanza 423 stavano facendo ardentemente l'amore. Avevano passato una notte di fuoco e quello era il buongiorno ideale per affrontare la giornata nel migliore dei modi.
Non sapevano bene come fosse successo ma si erano trovati svegli entrambi, nel cuore della notte, e di conseguenza avevano cercato di occupare il tempo a modo loro, riuscendo perfettamente nel loro intento.

Jotaro, che aveva il collo leggermente livido a causa dei continui morsi, era riuscito anche a legarla leggermente assecondando una delle sue fantasie più rudi. Aveva afferrato una delle sue adorate cinture, strappandola dal passante dei pantaloni e creando in breve tempo un ottimo nodo con cui le aveva legato le mani dietro la schiena avendo comunque cura di non farle male. Lei aveva risposto con trasporto a quella fantasia un po' spinta, permettendogli di fare letteralmente quel che voleva. Lo faceva impazzire il modo in cui si inarcava, il modo in cui gemeva, in cui si faceva avvolgere da brividi e spasmi ogni qualvolta toccasse il culmine del piacere. La amava alla follia, quello era uno dei suoi modi più fisici per dimostrarlo e anche se aveva graffi lungo tutta la schiena e segni rossicci sul collo e sul petto non gli importava, anzi, quasi gli piacevano.

Anche Ryn aveva un segno rosso molto simile alla sagoma di una grossa mano su una natica, spalleggiato da diversi segni violacei su tutti i seni, ma non le importava per niente e si era lasciata travolgere dal turbine della lussuria, sentendosi quasi subito dipendente da Jotaro e dal modo in cui la possedeva. All'inizio si era sentita quasi intimorita dal sesso, come in genere si è intimoriti da ogni cosa nuova, ma adesso che aveva preso un minimo di dimestichezza ostentava una sicurezza inaspettata che aveva stupito Jotaro e lei per prima.

Anche quella mattina aveva preso l'iniziativa, salendogli cavalcioni e stuzzicandolo quel tanto che bastava a farlo spogliare fino a quando le cose non erano precipitate, e adesso stavano di nuovo l'uno abbracciato all'altro a cercare di riprendersi. Non avevano neanche fatto colazione che erano già stanchi, pensò la ragazza con un debole sorriso.

MERMAID | Jotaro KujoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora