8.

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«Quindi mi stai dicendo che stasera non vuoi venire?» si accerta Carlos e scuoto la testa.

Lance, il quale non vedo e non sento da circa due settimane, ha organizzato una festa a casa sua visto che i suoi genitori sono partiti per un viaggio d'affari. Carlos, il quale è venuto a trovarmi, mi sta invogliando a dare una risposta affermativa per partecipare a questa festa.

«Ci sarà anche Callum»

Sbatto le palpebre alla sua affermazione. Mi alletta parecchio. Solo...come dovrò comportarmi con Lance? Non posso farmi vedere con Callum sapendo che il primo prova qualcosa per me. Gli spezzerei ulteriormente il cuore dopo ciò che è successo tra noi tempo fa.

«Devo pensarci. In tal caso verrò con Callum» dico. Carlos esulta e mi abbraccia.

Sento dei passi sulle scale e poi la figura di mio cugino si materializza davanti a noi. Il suo busto è fasciato da una camicia e le gambe da un paio di pantaloni eleganti, ai piedi dei mocassini. I capelli sono leggermente arruffati e ricci, quasi come se volesse avere un look sbarazzino.

«Devi andare ad un matrimonio?» ridacchio e lui mi fa la linguaccia. «Ho un appuntamento con un ragazzo» dice.

Carlos deglutisce e china il capo. Aggrotto le sopracciglia alla sua reazione quasi delusa.

«Era ora!» esclamo contenta per lui. Sorride. «Ora vado. Chiamami se succede qualcosa» annuisco e si chiude la porta alle spalle, non prima di aver preso una giacca e il telefono.

Poggio una mano sulla spalla di Carlos e lo guardo, incitandolo a dirmi cosa gli sta passando per la testa.

«Non voglio che soffra, tutto qui» borbotta. «È il tuo migliore amico. È normale che tu tenga a lui, come anch'io. Ha capito la lezione e non penso che commetterà lo stesso sbaglio, tranquillo» lo rassicuro. Il Moro sorride forzatamente, poi annuisce.

Non mi convince affatto. Penso ci sia sotto qualcosa ma non voglio pressarlo. Magari mi sbaglio e ha ragione lui.

«Ci vediamo stasera allora» dice e si avvia alla porta. Lo accompagno e mi appoggio contro lo stipite. «Per qualsiasi cosa io ci sono, lo sai. Non esitare a chiamarmi» annuisce e mi abbraccia.

Percepisco il bisogno di una spalla su cui piangere in questo contatto ma Carlos si trattiene. Scioglie la presa e mi sorride. Lo vedo allontanarsi e mi chiudo la porta alle spalle. Sospiro e vado in camera mia per iniziare a preparare le valigie. Tra due giorni mi trasferisco al King's College. Condividerò la stanza con Charles e non so che fare. Come dovrò comportarmi in sua presenza? Avrà cambiato dormitorio? Impossibile, non ci sono più posti. E allora come gestiremo la convivenza? Come troveremo un accordo? Speravo davvero che le cose prendessero una piega diversa dopo la prima discussione. E invece siamo sfociati in una vera e propria lite, arrivando persino a non parlarci. Perché siamo arrivati a questo? Perché dobbiamo farci del male stando lontani? Perché deve essere difficile per noi mantenere un rapporto civile?

Sbuffo per la frustrazione e mi siedo sul letto. Apro il secondo cassetto del comodino e tiro fuori una fotografia che ritrae me e Charles da bambini. Entrambi sorridiamo mentre un suo braccio è posato sulle mie spalle. Ce l'ha scattata suo fratello Arthur. Un'altra copia la possiede lui. Sfioro con un dito il viso paffuto di Charles e sorrido nostalgica. Eravamo così spensierati a quell'età e molto legati. Rimpiango quei tempi. Non avevamo nulla di cui preoccuparci, inconsci che la nostra amicizia sarebbe stata distrutta qualche anno dopo.

Il telefono vibra, segno di un messaggio. Sorrido.

"Che dici, vengo a prenderti io?" È Callum.

Lost in Confusion // Charles Leclerc [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora