Chapter 2: Madness

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"Ero solita alzarmi la mattina presto, prima di andare alle lezioni, e andare a correre.

Sono nata a Los Angeles...una bellissima città. Ho passato tutta la mia adolescenza lì e quando mi sono trasferita qui a New York ero completamente spaesata.

Comunque non perdiamoci in chiacchere, dicevo: Andavo a correre. Ogni mattina alle sei mi alzavo, mi vestivo e mi preparavo, andavo a svegliare i miei genitori e poi andavo in spiaggia per scaricare le mie tensioni con una bella corsetta. Tornavo a casa alle 07.00 e mia madre mi preparava una buona colazione, mangiavo e andavo a farmi una doccia, mi cambiavo i vestiti e uscivo di casa.

Ero la classica ragazza perfetta....abitavo in una bella villa sulla spiaggia in una delle città più perfette di questo mondo, la mia famiglia era compatta e numerosa, avevamo i soldi ed ero tutto tranne sfigata.

Ma non avevo un fidanzato e forse una delle cose più importanti: una amica.

Forse era per il mio carattere antipatico, freddo e distaccato, se ne avevo l'occasione attaccavo briga con tutti vantandomi continuamente delle ricchezze della mia famiglia.

Un giorno uscii prima del solito di casa e mi avviai sulla spiaggia come mio solito, saranno state le cinque e mezzo del mattino ma per Los Angeles si sentivano già le macchine correre veloci sulla strada e le persone in fermentazione pronte già a lavorare.

Fu quella mattina del 23 settembre che conobbi Masha,  aveva una felpa viola e i leggins neri, i capelli erano raccolti in una coda alta e il suo viso fine e bianco era illuminato dalla luce del sole, gli occhi verdi risplendevano a contrasto con i suoi capelli neri. "

Prese un altro sorso della sua birra.

"Se avessi saputo prima che per colpa sua sarebbe cominciata la mia agonia continua, il mio tormento e la mia mania nell'essere ciò che sono, nella mia mania di esaminare ogni persona che incontravo, nella mia mania di lui.

Mi ricordo che la prima cosa che successe fu che mi venne addosso, mi buttò per terra in mezzo alla sabbia bagnata che si intrufolò nei miei capelli, uno degli auricolari le cadde affianco al mio orecchio e potei sentire qualche nota della canzone " Madness " dei Muse. La presi per le spalle dandole una spinta per spostarla da me e mi alzai bordeaux in viso dalla rabbia. Le puntai un dito contro mentre lei tentava di alzarsi scrollandosi la sabbia di dosso.

-Ehy tu! Bimbetta attenta a dove metti i  piedi!!

Le urlai contro. Lei rimase in silenzio, si alzò e mi fissò togliendosi la felpa viola e legandosela in vita per poi porgermi una mano sorridente.

-Piacere. Mi chiamo Masha Styles.

Mi ricordo che guardai quasi schifata quella mano praticamente perfetta. Mi girai sentendo uno strano impulso. Gli occhi verdi della ragazza non si spostavano dalla mia figura e la mano era ancora protesa in avanti.

- Brooklyn non ti hanno detto che è maleducazione non presentarsi o ricambiare un saluto? - Ridacchiò e io sorrisi restando di spalle.

-Come fai a sapere il mio nome?

-Sei abbastanza conosciuta qui a Los Angeles. Ogni giorno capita di sentir parlare qualcuno della "Smorfiosetta dei quartieri alti." Quella che non si ubriaca mai. Quella che non balla mai. Quella meglio conosciuta come puritana.

Sussultai borbottando. Io non ero smorfiosetta, e il fatto che fossi figlia del capo della polizia ciò non significava che io fossi una viziata. Anche se in realtà era così io...io non volevo sentirmi chiamare così.

-Ritira quello che hai detto.

- Buona giornata Broke.

Rise e con una mossa alquanto elegante si girò ricominciando a correre verso il boschetto al di sopra della spiaggia. Sbuffai pestando i piedi a terra e alzando gli occhi al cielo. Presi la rincorsa e le corsi dietro... come se non lo avessi mai fatto.

-Marshmallow fermati!!

Più correvo e più lei velocizzava il proprio passo. Avrei voluto staccare un ramo e ficcarglielo in quel suo..."

"Signorina Brooklyn...il linguaggio..." Stephen borbottò bloccando la ragazza che raccontava una delle parti più importanti della propria storia. Sbuffò per poi farle cenno di continuare.

"Stavo dicendo...."

Ghignò appoggiando la birra per terra.

"Volevo infilare un grosso e sinuoso ramo in quel deretano che si ritrovava. Forse mi avrebbe notato, e forse, ma dico forse avrebbe anche avuto il buon cuore di fermarsi. Fatto sta che non la vidi più, era scomparsa in mezzo a tutti i rami e gli arbusti che circondavano la spiaggia. Aveva fatto PUFF senza che io me ne accorgessi. Non puoi capire la rabbia che mi assaliva in quel momento, le mani mi prudevano e il sangue mi ribolliva nelle vene...

Feci marcia indietro e ricominciai a correre riavviandomi verso casa, presi il mio telefono e feci ripartire Madness scomparendo anche io in quel deserto silenzioso."

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