La casa del nonnetto (come lo chiamavano i suoi compaesani) non era affatto grande vista da fuori, anzi! Tutti però, sapevano che in quella casetta c'era un piano interrato. Nessuno sapeva quanto effettivamente fosse grande, fatto sta che la sua esistenza era quasi del tutto accertata.
In realtà non c'era nessun piano interrato.
La casetta sembrava avere solo un piano, e dato che i due terzi erano occupati dal negozietto era impossibile pensare che in quel terzo ci potesse vivere.
Lui aveva uno spazio immenso per vivere.
Chiaki si trovava nel piano sconosciuto, talmente sconosciuto che nemmeno noi siamo riusciti a capire dove fosse effettivamente. Di una cosa però siamo certi: il piano non era un vero e proprio piano, ma un altro pezzettino di mondo. Nell'universo esistono tanti mondi creati dai reali, e tra questi ce ne sono alcuni in cui si possono trovare piani staccati da case esistenti in altri mondi. Probabilmente era in uno di quelli.
Di questo possiamo esserne certi, perché tutti i piani di questi hanno qualcosa in comune: l'uscita.
La bambola aprì la porta che aveva davanti. Si ritrovò in una cucina accogliente, con un tavolino e tre sedie, due credenze di un legno color marrone scuro e dall'altra parte una porta bianca.
Non c'erano giocattoli in giro, ma il pupazzetto che aveva tra le braccia tremava ancora. Chiaki si sedette su una delle sedie e guardò un punto fisso, quasi come se stesse aspettando qualcosa. Quel qualcosa arrivò puntuale.
- Brava tesoro nostro. Ora devi solo uscire: apri la porta bianca e fai tre passi nella luce. Poi fermati per cinque secondi e ti ritroverai nella vera casa del tuo creatore. Arrivederci Chiaki, e buona fortuna. -
La bambola si alzò, e prima di aprire la porta la esaminò per un'istante (il pupazzo stava ancora tremando). Poi aprì la porta, e vide davanti a lei un ennesimo corridoio buio.
- ... tre passi nella luce.... luce - le venne in mente.
C'era qualcosa che non andava.
Chiuse la porta e andò verso una delle sedie per sedersi.
Ma la porta bianca improvvisamente di aprì da sola.
Chiaki non la guardò nemmeno, e il pupazzetto tremava ancora di più.
Una mano di oscurità la prese all'improvviso e la trascinò nell'andito buio. Voleva mangiarla.
Ma la fatina apparve e riuscì ad illuminare un punto del corridoio in cui c'era un'altra porta bianca.
- Chiaki, scappa! A lui penso io -
La bambola capì che quella, era l'ultima volta che l'avrebbe vista. Lei riusciva a creare una luce fortissima... ma il buio del piano (che sembrava essere concentrato tutto in quell'andito) era troppo forte e l'avrebbe inghiottita. Nonostante questo, fece quello che le era stato detto senza farselo ripetere più volte.
Il pupazzetto ora non tremava più. Piangeva, piangeva silenziosamente, versando lacrime di un azzurro cristallino.
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Doll
TerrorChiaki: Protagonista. Bambola creata da un esperimento di un uomo. Dentro di sé c'è l'essenza dell'innocenza e della purezza dei bambini. Il suo scopo è quello di rendere il paese in cui vive un posto migliore, con il solo ausilio delle sue parole...