CAPITOLO III - ESSERE

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Come disse uno scrittore di grandi tempi, di cui non citerò né il nome né l'opera perché non è luogo;
I semplici sono figli di Dio.
Che ognuno sia libero di interpretare.

ESSERE

Era forse l'aria autunnale che ti donava tutta quella bellezza.
Era forse lo scricchiolio delle foglie, ormai seccate da un anno che di buono infondo aveva portato solo te, che rimbombava nelle mie orecchie anche quando intorno era tutto in movimento.
Era forse il tuo riscaldarmi la mano con una delicatezza impercettibile, con una raffinatezza di pochi, che mi riempiva il cuore e lo riscaldava più del vestiario che indossavo.
Tutti elementi che molte volte si disperdono quando di mezzo c'è un sentimento forte come l'amore, quando i gesti più piccoli al posto di ingrandirsi diventano sempre più minuziosi, e ti dirò, è un'arte di pochi coglierli.
Fissare il soffitto non era più un muro tra me e quello che sarei stata capace di compiere, ma un materiale che semplicemente divideva me da quello spazio che tanto desidero ancora, ma che purtroppo riesco a toccare solo con i pensieri.
Occhi che mi piace paragonare a un tuffo in mare dove ho sempre pensato di poter nuotare da sola, un mare fermo, un po' infinito e calmo in superficie.
Tante volte mi dicevi che da quando c'ero io era tutto bello, ti piaceva chiamarmi 'piccola' perché ti faceva sentire un po' piccolo anche a te, perché ti ricordava quando andavi a scuola aspettando l'intervallo per poter correre in cortile e giocare a pallone, perché eri apprezzato e non avevi problemi a socializzare (d'altronde come ora, se non fosse che un po' ti sei perso), eri tutto quello che saresti voluto rimanere in età magari più adulta, quando il problema non era un voto ma la bolletta del gas da pagare.
Insomma, ricapitolando,
ti vedo così, come una goccia d'inchiostro su un foglio bianco, ti vedo come il cambiamento, come il mare sulla spiaggia, perché tu sei così fondamentale che nemmeno riesci a contemplarlo, sei così semplice in un mondo che più passa il tempo più smette di capirti perché si aspetta l'impossibile.
Tu sei possibile invece, ed è la cosa più bella poterti scrivere e raccontarti con occhi di chi ti sa raccontare, a chi, per scelta e non, non ti ha capito.
Però forse questa semplicità ti è costata più di una litigata, più di una sconfitta,
è riuscita a creare una bolla astratta che ti ha allontanato da chi ha sempre amato giocare con te, da chi a nascondino al posto di nascondersi, contava insieme a te.
Allora, quando mi dicesti che era diverso con me, ritrovasti la forza di non chiudere più gli occhi mentre contavi dando il tempo agli altri di nascondersi, ma li guardavi, scrutando la loro mente.
Eppure in tutti questi anni la mia non l'hai mai imparata, non l'hai mai capita, però è giusto così, perché io ero quella che, con la schiena poggiata sul tronco dell'albero, contava insieme a te e guardava gli altri.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 13, 2020 ⏰

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