Introduzione

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Era quell'ammasso di fogli e libri che mi dava alla testa.
Mi faceva smettere di ragionare, di collegare i pensieri insieme, le molecole che da sempre erano incollate si dividevano e viaggiavano indisturbate per quel mare così crudele le cui onde si scontravano contro i miei limiti morali.
Ed è proprio lì che alzavo la testa e guardavo l'orologio e mi ricordavo di tutto quello a cui dovevo davvero pensare, che dovevo davvero fare.
Lentamente quindi iniziavo a riprendere conoscenza e il sangue iniziava nuovamente a scorrermi nelle vene, il cuore a battere e i polmoni a incanalare l'aria, a raggruppare tutte quelle cose che mi bloccavano e successivamente buttarle fuori come una tempesta, con un impeto straordinario.
Non ho mai smesso di stupirmi di questo, è una cosa così strana che non sono mai riuscita a spiegare a nessuno perché appartiene a me, è una cosa solo e solamente mia.
Poi trovai quella forza che mi fece fare quel sospiro di sollievo, che non era più un 'fuori tutte le cose negative' ma era più un svuotare i polmoni che nel frattempo si riempivano di atomi indissolubili, indistruttibili, contenenti una positività spropositata.
Era questo che poi mi diede la spinta, che mi insegnò una legge di vita: dal fallimento nasce il successo e non sempre concreto, il successo dentro di te, la pace interiore, la capacità di capirti, di controllarti, di vivere non nel corpo ma nella mente e nell'anima.
Questo è il successo perché alla fine il corpo cos'è? Un involucro che ti protegge da avvenimenti fisici ma del resto cos'altro fa?
Il cuore è un argomento a parte che sviluppi nel momento in cui esso smette di pompare sangue credo, ma la carne, le ossa che ti rendono 'vivo' non sono nulla, la vita non la vivi per questo, non la vivi per essere chi non sei, per girarti a sinistra onde evitare di mostrare il profilo destro che tanto ti disgusta, non la vivi per dimostrare quanto sei bravo a vestirti o quanto guadagni.
La vivi nel momento in cui diventa solo l'interno e non più l'esterno, quando i tuoi pensieri non si riempiono di esso (l'esterno) ma anzi, si svuotano.
Quando smetti di pensare a cos'hai intorno, a tutto quello che ti circonda, è lì che ti aspetta.
Devo ammettere che questa è una mia filosofia, è così che ho iniziato a emozionarmi e a provare sentimenti veri aldilà del corpo di chi mi dava modo di sentirne il gusto e il sapore.
Diventa così delicato, irreplicabile.
La vivi una volta sola quella dolcezza che ti invade la bocca, la gola, il tremolio nelle gambe, gli impulsi nello stomaco che ti fanno venire la pelle d'oca.
Poi penso però molte volte, è questo quello che penso o quello che ho imparato in una vita sbagliata nella quale non ho mai avuto il coraggio di fare, di avere forza o responsabilità?
Perché sì, mi appartiene il successo ma me lo merito?
Ho vissuto ferendo, dimenticandomi, prendendo sotto mano.
Solo quando ti incontrai mi rialzai davvero e per questo te ne sarò sempre grata.
Introduco qui la mia protgonista, me ma in una forma diversa, Cassandra, nome di origine greca, significa 'colei che eccelle'.

Lo dedico a te Chiara, che hai
avuto la possibilità di andartene cento
se non mille volte ma non l'hai mai fatto,
la mia anima ti appartiene.

Lo dedico a te Giuseppe che sei stato
la luce nel buio, la mia ancora,
la mia speranza.
Avrai sempre uno spazio nei
miei pensieri.

Entropia (progetto chiuso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora