4 Luglio 2019

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-Ragazze,ci siamo. Finalmente siamo qui-.
Erano appena arrivate davanti a quello stadio così grande e importante. Lo avevano sempre visto in tv durante una partita, o passandoci al volo ogni giorno mentre correvano dietro alla routine quotidiana che era l'università.
Avevano riempito le pareti delle loro camerette e il frigo del loro appartamento di fogli con countdown, conservato con gelosia quei biglietti e sognato come sarebbe stato quel giorno.
Ed adesso erano lì, emozionate e sorridenti, con il cuore a mille e le farfalline nello stomaco.
Avrebbero cantato insieme al loro poeta.
Avrebbero pianto e urlato le sue canzoni.
Avrebbero fatto infinite foto e video per poi rivederli ogni volta con l'emozione negli occhi.
Si guardarono ancora una volta, e risero per quanto infantili si sentivano in quel momento. Ma la musica è così, ha la capacità di renderti ridicola e farti tornare bimba per un po'. Soprattutto se si tratta della SUA musica.
C'era un telo enorme con su scritto
"ULTIMO 4 LUGLIO LA FAVOLA", con la foto del cantante che trasmetteva tutta la passione che ci metteva nel suo lavoro,diventato ormai per lui una vera e propria passione.
-Ci muoviamo o restiamo qui ferme fino a domattina?- disse Asia guardando le sue amiche ferme, con ancora la bocca spalancata per lo stupore di trovarsi dinanzi all'Olimpico.
-Si..scusa..andiamo- rispose Bea, tornando in sé e tirando per il braccio Marika, rimasta fino a quel momento accanto a lei in stato di trance.
Le tre ragazze passarono i controlli che sono soliti esserci davanti ai cancelli, per poi tenersi per mano, ridere e correre verso quello stadio che,per quella sera, sarebbe stato il luogo di tutta quella meraviglia che crea un concerto.
Trovarono i loro posti in tribuna. All'acquisto dei biglietti avevano escluso il prato, non avevano nessuna voglia di fare a gomitate per riuscire ad arrivare in prima fila. Volevano godersi quel loro primo concerto senza bestemmiare o insultare quei tipi troppo alti che bloccavano loro la visuale.
Una volta sedute si guardarono intorno,ancora incredule di essere lì. Quel giorno tanto atteso era arrivato. Era il loro turno,adesso, di godersi Niccolò e le sue poesie.
Quella sera sarebbe stata la più bella della loro vita.

*******

A Palazzo Chigi aleggiava una strana aria di sorpresa,quel giorno. Il Presidente del Consiglio aveva deciso di conoscere quel cantante che aveva fatto della musica italiana una vera e propria arte. Voleva sentire con le sue orecchie la voce di quel ragazzo proveniente da una periferia di Roma, divenuto ormai un esempio per i giovani italiani.
- Giuseppe, non si può, lo capisci? Sarebbe impossibile, ti si butterebbero tutti addosso e verrebbe fuori un inferno-, gli ripeteva ormai da giorni Rocco, il suo braccio destro.
- Non preoccuparti, troveremo il modo per far si che questo non accada, ma io stasera voglio esserci. Ho tutto il diritto di conoscere e stringere la mano a Niccolò. Quel ragazzo mi ispira fiducia. Deve pur esserci un motivo per cui l'Italia intera lo ama,no? Ed io voglio scoprirlo-.
Rocco sbuffò, sapeva che quando Conte prendeva una decisione, nulla gli avrebbe fatto cambiare idea.
- E va bene!- esclamò sconfitto -Vado ad organizzare tutto,appena siamo pronti,ti chiamo!- disse poi, prima di uscire da quell'ufficio e lasciare Giuseppe felice per averla avuta vinta ancora una volta.
Si alzò dalla sua solita poltrona e si avvicinò alla finestra. Per quel giorno avrebbe lasciato tutte quelle scartoffie a riposare sulla sua scrivania. Ogni tanto anche il Presidente del Consiglio ha il diritto di scrollarsi di dosso le sue responsabilità,no?
Guardò la sua Roma e sorrise.
Era da quando era ragazzino che non andava ad un concerto, si sentiva euforico pur non conoscendo completamente le canzoni di Ultimo.
La città quel giorno era elettrizzata, forse tutti stavano aspettando di andare a quel concerto con la sua stessa emozione.
Fu distratto dallo squillo del telefono d'ufficio.
-Si?-
-Giuseppe quando vuoi,noi siamo pronti- rispose un Rocco ancora scettico su quello che stavano per fare.
L'uomo rise, per poi agganciare e prendere la giacca che aveva abbandonato sulla poltrona.

Angolo autrice✨
Questa storia nasce per gioco e per una ormai 'passione' che io, MartinaMariotto e anawndlst abbiamo per Peppino Conte. Non c'è nulla di serio,di vero o di offensivo.
Solo un momento di divertimento mettendo al centro della storia l'unica persona che vediamo ogni giorno dal lockdown di Marzo, che gestisce ormai le nostre vite un giorno si e l'altro pure 🤣
Spero vi piaccia!
Si accettano commenti e critiche 😘

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