Galeotto fu quel bacio

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-Allora?? Che avete fatto?? Che ti ha detto?? Com'è stato??-
Bea era appena rientrata in casa, quando venne travolta da quell'uragano che erano le sue due amiche. Rise a quella scena, per poi accomodarsi sul divano.
Marika e Asia la imitarono,fermandosi a fissarla e aspettando qualche dettaglio sulla serata.
-Beh.. è stato.. piacevole-
-Piacevole? Nemmeno l'uscita con il mio amichetto delle elementari la definirei così- si lamentò Asia
-Che vi devo dire? Non abbiamo fatto nulla di quello che sperate di ascoltare. Abbiamo chiacchierato come due amici, mi ha raccontato un po' di sé,ma nulla più-
-Non c'è stato alcun contatto?-
-No.. cioè si.. cioè forse-
-Bea eddaiiii- la incitò Marika
-Ma nulla raga, un semplice bacio sulla guancia prima di andare via-
Le due amiche si guardarono, sbigottite,per poi ritornare con lo sguardo su Bea
-E tu lo chiami "nulla"? Cazzo,ragazza, ti ha dato un bacio..-
-..sulla guancia- precisò la ragazza
-Si ma era comunque un bacio,un avvicinamento.. c'ha provato,Bea-
-Ma dai,smettila Asia. Vi ricordo che fino a qualche giorno fa facevate di tutto per farmi tornare sul pianeta terra ed evitare che mi facessi film mentali. Adesso invece? Per un bacio sulla guancia state mettendo su un cinematografo. È stata solo carineria,tutto qui-
-Beh se voleva essere solo carino,poteva limitarsi a baciarti la mano,non pensi?- la rimproverò Marika.
-Dio mio,basta!- sbottò Bea,alzandosi dal divano
-Non c'è nulla, e non deve esserci nulla. Possiamo dimenticarci 'sta storia? Grazie!- disse poi,prima di andare in camera e lasciare le sue due amiche ancora sedute e sbigottite.
Appena varcò la soglia della sua stanza, si sedette sul bordo del letto, a fissare un punto indefinito della camera e a pensare all'uscita con il Presidente. Cercò di ricordarne i dettagli e di trovare un qualcosa che le desse motivo di pensare che tra i due ci fosse un'intesa. Detestava ammetterlo,ma le sue amiche avevano ragione. Forse quel bacio aveva significato qualcosa..ma Bea scosse la testa. Non poteva costruire castelli di sabbia per un semplice saluto. Lo aveva sempre fatto e si era sempre ritrovata delusa. Si carezzò la stessa guancia su cui Giuseppe qualche minuto prima aveva poggiato le sue labbra. Sorrise al ricordo e poté sentire le sue guance andare a fuoco, era come se ancora la sentisse quella bocca. Chiuse gli occhi e inspirò a fondo, stava perdendo ogni forma di lucidità e questo la destabilizzava.
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di un messaggio su Instagram, afferrò velocemente il cellulare e sorrise quando lesse il mittente.

"@giuseppeconte_ufficiale : signorina Salemi, la ringrazio per il tempo che mi ha concesso oggi, spero non sia stato sprecato per lei"

Dio quanto era formale quando parlava. Quel suo darle del "lei" le metteva ansia e soggezione,ma allo stesso tempo le piaceva quel corteggiamento (se così poteva definirsi) di altri tempi.

"@bea_sale : ma non avevamo detto di darci del "tu"? Cos'è, Presidente, ha la memoria corta?"

"@giuseppeconte_ufficiale : ah,io avrei la memoria corta? La farò pentire di questa frase appena detta,signorina. E comunque,si..avevamo detto di darci del "tu", è che mi piace così tanto parlare con lei in modo così formale"

Bea non smise di ridere e sorridere ad ogni messaggio, si stese a pancia in giù sul letto con il cellulare tra le mani come se fosse un'adolescente in preda alla sua prima cotta.

"@bea_sale : mh,dovrei preoccuparmi della sua minaccia,Presidente? Mi dia pure del lei allora, anche se così mi fa sentire un po' troppo vecchia"

"@giuseppeconte_ufficiale : non minaccio nessuno,signorina Salemi. Vecchia lei? Come siamo simpatiche e spiritose. Beh, il dovere mi chiama, ho ancora qualche altra scartoffia da firmare..ti auguro una buonanotte Bea,a presto"

"A presto", di nuovo quelle due paroline, le stesse che le aveva detto prima di salire in macchina e andare via. Cosa volevano significare? Ricambiò il saluto,poi decise di chiamare la sua famiglia. Parlarono di tutto, Bea evitò di menzionare Conte e tutto quello che le stava succedendo, ma con sua mamma era impossibile nascondere qualcosa. Capì subito che c'era qualcosa di strano in sua figlia e la prima domanda che le fece fu "C'entra un ragazzo?". Bea scoppiò a ridere, ma cambiò argomento. Non aveva di certo voglia di dirle che un semplice Presidente del Consiglio,che aveva il triplo dei suoi anni, le stava scombussolando tutto. Ne sarebbe venuta fuori una delle sue solite paternali. Dopo un po' salutò la sua famiglia e agganciò. Posò il cellulare sul comodino,dove c'erano due libri che non aveva mai iniziato. Si prometteva ogni sera di iniziarli,prima di addormentarsi. Ma una volta infilata sotto le coperte, il sonno aveva sempre la meglio.
Andò in cucina, dove trovò Asia intenta a cucinare e bestemmiare contro la concorrente del suo programma tv preferito,che non riusciva a rispondere correttamente nemmeno ad una domanda.
-Ma che ci vanno a fare,dico io?- esclamò,appena vide la sua amica. Bea le sorrise,si accomodò sulla sedia e poggiò la fronte sul tavolo.
-Che c'è?- le chiese Asia
-Nulla- rispose la ragazza,alzando il capo e mettendosi a giocherellare con un filo che si trovava lí senza alcun motivo.
-Lo sai che non ti crederò mai, quindi se vuoi evitare di sentire sempre la stessa domanda per la prossima mezz'ora, dimmi cos'hai-
-È che questa storia mi sta facendo sentire esattamente come non vorrei mai sentirmi..confusa. Non so come interpretare tutti questi gesti, l'uscita,il bacio..odio non dare un nome alle cose-
-Bea,hai mai pensato che questo potrebbe essere l'errore che poi ti porta a star male ogni volta? Che motivo hai di dare un significato ad ogni cosa che vivi? Non puoi semplicemente vedere come procede e poi dopo trarre delle conclusioni? Hai detto una cosa giusta,prima.. ci stiamo facendo dei film sul nulla, e mi accorgo che questo non ti fa bene. A malincuore,ti chiedo scusa..ma tu,per piacere,viviti un po' di più le cose. Come va,va..che t'importa? Non hai nulla da perdere-
Bea guardò la sua amica,poi si alzò e l'abbraccio forte.
-Hey,che succede qui?- chiese Marika appena entrò in cucina.
-Nulla, solo una ragazza incapace di controllare il suo amore per me..ora levati di dosso- esclamò Asia, staccandosi dall'abbraccio e facendo ridere le sue due migliori amiche.

                            **************

Anche quella giornata era finita,aveva firmato un sacco di documenti anche quel giorno e lo poté notare da quanto indolenzita fosse la sua mano. Erano già andati tutti via,come al solito si ritrovò solo in quell'immenso Palazzo. Odiava la solitudine, ogni giorno era circondato da un'infinità di persone, ma era la sera che sentiva davvero l'esigenza di avere qualcuno accanto. Andare a letto e trovarlo sempre così freddo, gli metteva angoscia e tristezza, ma era anche consapevole che non sarebbe stato un compagno facile. Non avrebbe avuto abbastanza tempo da dedicare ad una storia, ci aveva provato in passato ma era sempre finita male. Sbuffò,poi lasciò il suo ufficio e si diresse verso la sua camera. Tra quelle pareri si sentiva solo il rumore delle sue scarpe, poi il silenzio. Entrò nella stanza e accese la luce. Si guardò intorno e chiuse gli occhi, quanto sarebbe stato bello poter raccontare le sue ansie e le sue paure a qualcuno. Potersi sfogare e lamentare, trovare una spalla su cui piangere e un appiglio a cui aggrapparsi quando le cose erano troppo difficile da superare da solo. Ma quella stanza rimase vuota, abitata solo da lui e dalle sue responsabilità. Andò a farsi una doccia,aveva bisogno di farsi sciogliere quei nervi dall'acqua calda. Ci rimase un bel po', si sentiva rilassato e in pace con il mondo. Quando andò a letto, non poté fare a meno che pensare alla ragazza con cui aveva passato il pomeriggio e messaggiato come uno scolaretto,qualche ora prima. Quegli occhi verdi erano il suo tormento, aveva fatto di tutto per non perdersi in essi, ma invano. Ogni volta che la guardava, quegli occhi lo scrutavano e spogliavano, si sentiva debole e allo stesso tempo sicuro. Sorrise ripensando a quel bacio che le aveva dato sulla guancia, lei era arrossita e a lui era venuta proprio voglia di poggiare le labbra su quelle guance rosse,le aveva adorate sin dal primo momento. Senza pensarci prese il cellulare, erano le 00:30 e sapeva che stava per fare una delle sue solite stronzate,ma non gli importò. Aprí Instagram e i messaggi in direct, cercò il suo contatto e le scrisse

"@giuseppeconte_ufficiale : starai dormendo sicuramente, io mi sono appena messo a letto. Visto? Ce l'ho fatta a darti del "tu". Ti auguro una serena notte,Bea. A presto.."

Cliccò su invio e sorrise ancora una volta rileggendo quel messaggio. "Che adolescente che sei diventato,Giuseppe", pensò,scuotendo la testa. Posò il cellulare sul comodino che aveva accanto, spense la luce e poggiò la testa sul cuscino. Chiuse gli occhi, non perdendo quel sorriso che gli si era ormai stampato sul volto,mentre Morfeo lo cingeva tra le sue braccia.

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