Capitolo 3- Vittima degli eventi.

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Strappo la lettera.

Credo che lacrime sincere di mia sorella riescano a spiegare la situazione meglio di un inutile pezzo di carta.

«Dimmi tutto quello che sai.» dico, cercando di mantenere la calma.

«Perché hai strappato la lettera?» replica Jenny, con un tono di voce molto tranquillo per non farmi innervosire. «Nella lettera c’era scritto tutto.»

«Non lo so, credevo che fosse la cosa giusta da fare.» Inizio a piangere.

Non piangevo da tantissimo tempo. Avevo imparato a trasformare le lacrime in energia, da trasformare in massa muscolare in palestra, ma questa volta è diverso. Stavolta non ho il tempo di metabolizzare il dolore, stavolta non ho Carlotta che mi tranquillizza. Stavolta sono solo.

«C’è qualche possibilità di farle cambiare idea?» chiedo, ormai sull’orlo della disperazione.

«Credo di no.» Jenny cerca di avere un tono dolce e rassicurante mentre sputa parole che mi colpiscono come coltellate. «Voleva farlo da moltissimo tempo, ma ha trovato il coraggio solo stasera.»

«Tu lo sapevi?»

«Sì, ma ho fatto il possibile affinché non succedesse questo.»

Mia sorella sapeva che la mia ragazza voleva spezzarmi il cuore, e non mi ha detto nulla! stronza!

«Esci da questa stanza.» dico nel modo più freddo possibile. «Voglio restare da solo.»

«Mi dispiace che sia successo.»

«No, non ti dispiace. avresti dovuto avvisarmi oggi!» Ormai ho perso il controllo. Sto urlando, e soprattutto, sto urlando contro l’unica persona che ha cercato di proteggermi. «Esci subito da questa cazzo di stanza! Lasciami solo!»

«Oggi dovevi esporre la tesi, non potevo dirtelo.»

«Esci da questa cazzo di porta!»

Sono solo. Ora sono ufficialmente solo. Fino a 24 ore fa avevo una ragazza meravigliosa e una sorella che suppliva meravigliosamente alla mancanza di amicizie a lungo termine. E adesso?

La mia ragazza mi odiava segretamente, e non ha neanche avuto il coraggio di dirmi cosa provava di persona, e mia sorella sapeva che la mia ragazza non ne poteva più di me, e non ha detto nulla.

Avrei potuto prendermi una settimana di pausa da tutto, una settimana dedicata solo a lei. L’avrei portata dovunque, le avrei mostrato le meraviglie di questo mondo.

«VOGLIO RIPRENDERMELA!»

Esco di casa come un razzo, prendo la macchina e inizio a spingere sull’acceleratore.

Avrei potuto chiarire con Carlotta, avrei potuto toccare i suoi capelli rossi ancora una volta, avrei potuto immergermi nei suoi occhi verdi . Avrei potuto sfiorare nuovamente le sue labbra.

Avrei potuto!

Ma adesso non posso più. 

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