La Giratempo

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ATTENZIONE: per capire al meglio quesa storia leggere questo appunto. La Giratempo, in questa storia, può essere utilizzata sia per tornare indietro, ossia nel passato, sia per tornare nel tuo presente. La Giratempo emana luce che va a colpire gli occhi di chi ne ha bisogno, ovviamente solo in questa storia.

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Ci troviamo al terzo anno: Draco prova dei fortissimi sentimenti per Harry. Non ha però alcuna speranza con lui: Harry lo odia e Draco ne soffre.
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Mi sveglio. Apro gli occhi e torno sulla terra. Abbandono il mondo dei sogni, dov'ero felice con Harry. Strizzo le palpebre e mi giro per controllare l'orario con la mia bacchetta. Sono solo le sette. Questa mattina ho storia della magia con i grifoni. Se non fosse per Harry non andrei, sono troppo stanco.
Decido finalmente di abbandonare il mio letto e mi alzo, dirigendomi avanti al mio armadio. Prendo una camicia bianca e il maglione, dei pantaloni neri e il mio mantello nero e verde; una cosa che si schiera a favore di mio padre è che fa di tutto per privilegiarmi: ho una stanza singola. Del resto diciamo che lui non mi sta proprio a genio: mi impedisce da sempre di essere amico di Harry. Mi avvio verso il bagno ed entro: mattonelle bianche accostate a mattonelle verdi scure coprono le pareti della piccola stanza. Mi lavo e mi vesto in fretta. Pochi minuti dopo mi ritrovo sul letto a pensare. Ogni mattina mi stendo sul mio letto, incrocio le mie mani e immagino che una di quelle sia una mano di Harry. Immagino.
Decido di bloccare questi pensieri e sogni ad occhi aperti per uscire dalla mia camera e dirigermi nella Sala Grande per la colazione. Solitamente lui fa colazione presto, magari avrò il privilegio di incontrarlo. Apro la porta della nostra Casa e cammino a passo non troppo svelto per raggiungere i piani superiori. Arrivato in corridoio scendo le scale di marmo e mi imbatto in diversi ragazzini Tassorosso del primo anno, un po' spaesati: il loro prefetto li aiuta a dirigersi nella camera per la colazione. Oltrepasso i bambini e mi blocco sulla soglia della sala grande; il mio sguardo cade sul tavolo dei Grifondoro, su Harry e i suoi amici. Scruto tutti i Weasley, i due gemelli rossi, il suo amico Ronald e la bambina Wealsey. Harry sta sorridendo alla ragazza Weasley. Questa cosa mi manda in belva, potrei esserci io al suo posto... però lui è così bello quando ride. Si gira verso di me ancora col sorriso sulle labbra e mi sorride, per sbaglio, sento una fitta al centro del petto, pensando che quei bei sorrisi non li riceverò mai.

Starà di sicuro cercando qualcuno con lo sguardo: in effetti manca la Granger. Lui ha gli occhi pieni di felicità, è così... meraviglioso. Poi si rigira di scatto, non penso mi abbia visto, mi avrebbe fatto una delle sue smorfie. Una smorfia carina, però. Come sempre.

Arrivo con passo lento al tavolo e mi verso del succo di zucca nella tazza e bagno qualche biscotto al suo interno, per poi infilarlo in bocca a forza. Alzo lo sguardo e noto una nuova presenza accanto al ragazzo rosso del mio stesso anno, tanti capelli castani coprono un volto dai bei lineamenti rosei, a detta di tutti: non ho mai visto tanta bellezza nella sangue marcio ma molti la descrivono come bellissima. Buon per loro, penso io, a me farebbe piacere conoscere il suo amico. Un raggio di sole mi colpisce in pieno volto, noto che la luce proviene proprio da lei: il sole sta riflettendo la luce su un oggetto appeso al suo collo. I compagni della sua Casa sembrano notarlo e lei lo nasconde prontamente. Sinceramente non mi interessa cos'è e non voglio scoprirlo, oggi non ho voglia di litigare con gente che non odio per davvero.
Dopo aver finito la mia colazione mi alzo dal tavolo e mi avvio verso la porta, vedendo che qualche attimo prima Harry era uscito dalla Sala Grande.
"Dagli una possibilità! Ha un cuore, lo dimostra solo a pochi!" Questa è inevitabilmente la voce di Pansy incazzata che urla contro qualcuno. Come faccio ad esserne così sicuro? Ogni tal volta che gli parlo di Harry inizia a urlarmi contro che sono stato uno stronzo quel giorno, al primo anno. Andiamo, avevo undici anni. Me ne sto dietro l'angolo e ascolto, mi piace farmi i fatti degli altri e poi andare a riferire alle persone, anche se con Pansy non lo farei mai è troppo simpatica: lo faccio più che altro per aiutarla, se urla così avrà poi bisogno di un supporto morale. Le voglio molto bene.
"Parkinson, te l'ho già detto un milione di volte, Godric solo sa come vorrei essere amico di quel ragazzo, diciamocelo, è affascinante e simpatico, da come me lo descrivi tu, ma fammi il piacere di allontanarti da me e non chiedermelo mai più."
Questa è sicuramente la voce di Harry, la riconoscerei tra milioni di miliardi, quella fantastica voce. Spero in un'altra sua frase, amo come pronuncia le parole, è perfetto anche in questo. Al momento non mi interessa il motivo di questa chiacchierata con la mia amica.
"Perché lo hai subito preso in antipatia? Draco è un bravo ragazzo! Tu non sai quanto piang- POTTER ASCOLTAMI" blocca la sua frase a metà per chiamare Harry che immagino se n'è andato. Non capisco perché stavano parlando di me. Esco dalla Sala Grande. "Hey tesoro!" mi saluta lei. Ricambio il saluto con queste parole, in sussurro"Pansy, mi spieghi perché hai fatto il mio nome davanti ad Harry e gli hai quasi detto che piango per lui?". Si butta tra le mie braccia e proprio in quel momento dalla Sala Grande escono i Weasley e la Granger; la vedo rattristarsi alla vista di Pansy. Inizio a passare la mia mano sui capelli neri della ragazza abbracciata a me mentre gli altri se ne vanno. "Draco ti prego non dirmi che ci hai ascoltati..." mi dice quasi tra i singhiozzi.
Povera cara, si sentiva in colpa? "Scusami Draco" dice tirando su con il naso e guardandomi negli occhi dal basso; è abbastanza più bassa di me, questa cosa mi intenerisce sempre e mi ricorda Harry. "Scusa davvero, volevo ti volevo solo aiutare! Tu non capisci quante volte ho cercato di convincere Potter a parlarti! Lui dice che vorrebbe ma che non può, dice che-" si blocca di nuovo e torna a nascondere il volto sul mio petto e singhiozza. "Non dovrei dirti nulla di tutto ciò Draco! Capiscimi ti prego!" Non avevo mai visto Pansy ridotta in queste condizioni, devo dire che mi faceva molto male vederla così. "Pansy, va tutto bene, non è successo nulla, ok?" Le dico cercando di tranquillizzarla. "Va tutto bene, sto bene" volevo chiederle come sta, ma visibilmente male, me lo risparmio un altro pianto. Allontano il suo volto dal mio petto e le pulisco il trucco che s ostina ogni mattina a mettersi, non capisco il perché, è così bella com'è. "Draco... lui mi ha detto che vorrebbe essere tuo amico. Tante volte. Quanto mi parla di te arrossisce, è molto tenero" dice questa frase guardandomi negli occhi, poi posa le sue mani sulle mie spalle: "ha detto che l'unica cosa che hai sbagliato è stato il tuo modo di presentarti." Stringe le labbra e poi va a puristi la sua ultima lacrima di oggi, non le avrei più permesso di piangere così, lei è fatta per ridere; il suo asciugarsi quella lacrima mi fa tenerezza e rido, mentre penso alle parole che ha appena detto. "il mio modo di presentarmi hai detto?" Le chiedo poco dopo. "Si Draco, il tuo modo di presentarti. Potresti andare da lui e chiederli di ricominciare e ripresentare e magari dirgli che ha dei bei capelli o che gioca bene a Quidditch..." sorrido. Lei vuole il mio bene. Che dolce.

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