Prologo - Nessuno se ne va

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"Chiudo i miei occhi e sparisco,

sembra l'unica maniera 

per potermene uscire di qua"

- Scratching Post 

La videocamera viene sistemata sul cavalletto, di fronte all'altare, allestito per l'occasione con un drappo rosso scuro e delle cinghie di pelle di daino. 

Proprio come il committente ha richiesto.

La luce rossa indica che la registrazione è partita, ed è giunto il momento di iniziare la performance: ogni minuto di nastro costa al cliente quasi mille dollari sonanti.

Quando il drappo viene sollevato, la pelle color avorio della giovane irride l'oscurità della cascina, come un lampo in una notte senza luna e senza stelle, focalizzando l'attenzione su di sé.

Sì, è così che piacciono ai clienti: bianche, caucasiche, paffutelle e giovani, molto giovani. Poco più che bambine, spaurite e confuse, supplichevoli.

Il filo spinato attorno al capo della giovane dai capelli corti, castano chiaro, si conficca nelle sue guance ogni volta che prova a parlare, a gridare, a singhiozzare.

Perciò è obbligata a mugugnare sommessamente, facendo vibrare l'urlo nello sterno, per poi cercare di farlo risalire attraverso la gola, lacerandosi le corde vocali.

Sì, quei lamenti gutturali sono proprio apprezzati dai clienti, che quando si gusteranno il macabro spettacolo, magari sorseggiando del costoso liquore invecchiato tredici anni, potranno crogiolarsi nella consapevolezza che la loro diva è già morta e sepolta.

Distrutta, dilaniata, irriconoscibile.

Loro sono persone di classe, accurate, e berranno probabilmente uno scotch con quel grado di maturazione perché amano far coincidere i dettagli: tredici anni come lei, come la piccola vittima di quel hobby perverso, proibito, esclusivo.

Solo per uomini, e donne, potenti.

Uno degli attori, un giovanotto con il passamontagna abbinato al tendaggio cremisi, apre una valigetta, mostrandone il contenuto alla videocamera, che continua imperterrita a riprendere la scena.

È una bella ventiquattrore ampia, rilegata anch'essa in pelle di daino, e ricolma di attrezzi di una certa qualità, usati nelle migliori falegnamerie, macellerie e sale operatorie di tutto il continente.

Vi è un coltello per disossare, un bisturi nuovo di zecca, una seghetta elettrica, un trapano senza filo, un'accetta. Il protagonista indiscusso di quel film, però, sarà lui: il pugnale rituale dal manico intarsiato, scolpito nella giada e raffigurante un mostro marino mitologico, il Leviatano.

Quello è perfetto, affilato ed elegante, adatto a una serata formale e raffinata come quella per cui il video è stato prodotto.

La piccola spalanca gli occhi, provando a divincolarsi, ma le cinghie la tengono salda e il filo spinato le sta spaccando gli angoli della minuscola bocca rosea.

Un po' come il Glasgow smile, presto si aprirà una voragine sul viso della ragazzina, un sorriso eterno da orecchio a orecchio, ed è ironico perché Lara Wigum sorride sempre, sorride a tutti, e morirà con un bel sorriso estasiato stampato in faccia.

Lei è una di quelle che piegano sempre le labbra all'insù: sorride ai compagni che la scherniscono per il suo leggero sovrappeso, sorride ai vicini di casa altezzosi, incurante che questi nemmeno si degnino di ricambiare il saluto, sorride ai cani che incrocia per il suo cammino.

Ha sorriso persino ai suoi aguzzini, perché non immaginava che avrebbero potuto farle del male, prendersela con lei.

Dopo tutto, lei è un'adolescente adorabile e un po' taciturna, che raramente ha attirato su di sé l'attenzione. E forse è stato questo il suo grande errore.

Perché se fosse stata più sfacciata, se avesse mostrato anche lei i seni già prosperosi indossando top striminziti, come avevano iniziato a fare molte delle sue coetanee, lei non si sarebbe trovata lì.

Ai committenti piacciono vergini e pure, di spirito e di mentalità.

Sarebbe cresciuta, con gli anni avrebbe perso i chili di troppo, la struttura facciale si sarebbe affilata, le gambe si sarebbero fatte più affusolate, i capelli corti le avrebbero messo in risalto i meravigliosi zigomi pronunciati, e la miopia sarebbe presto stata considerata sensuale e accattivante, perciò anche i suoi spessi occhiali dal taglio vintage sarebbero stati apprezzati da molti cultori. 

Sarebbe andata al college, lontana da quei compagni di classe rozzi e superficiali, lontana dalla soleggiata California che non faceva proprio per lei, per il suo carattere riflessivo e introverso.

Sarebbe andata alla Brown, a Providence, così da poter visitare i luoghi di culto del suo beniamino, Howard Philips Lovecraft, oppure nel Maine, la patria di Stephen King, il suo autore preferito.

Sarebbe sbocciata come una splendida donna sicura di sé, diventando adulta in una società dove essere nerd non era più un doloroso stigma sociale, ma quasi una medaglia al valore.

Avrebbe trovato un ragazzo gentile come lei, che avrebbe amato i suoi modi impacciati, e sarebbero andati a vivere in una casetta in mezzo ai boschi, passando le lunghe serate uggiose a guardare maratone di "Ai confini della realtà", canticchiando il tema inquietante e tentando di spaventare il suo compagno di vita.

Sarebbe poi andata alla riunione di classe, presentandosi come una trentenne atletica e dal viso giovanile, gustandosi le facce sorprese e un po' stizzite di chi l'aveva sempre criticata e bullizzata.

Avrebbe fatto tante cose, Lara Wigum, se fosse stata meno ingenua, meno cordiale, più guardinga.

Invece rimarrà per sempre in California, bloccata in quell'istante atroce, una notte d'estate del 1982.

Perché quando la lama argentata cala cupa su di lei, lacerandole le interiora, spargendone l'intestino sull'altarino votivo, il ciack finale segna l'interruzione della sua breve esistenza.

** Angolo Autrice **

Salve! Un prologo corto, a me piacciono così, lapidari e pieni di suspense. Allora, torniamo indietro ai fantastici anni '80, e iniziamo le danze. Avete appena assistito all'omicidio di Lara Wigum. Poverina...

Ogni capitolo avrà il titolo di una canzone (in italiano) e qualche frasetta emblematica della stessa. Sono tutte vecchiotte, di genere rock/metal (tranne per l'eccezione di un rapper che adoro). Non tutte sono degli anni 80/90, però creano la giusta atmosfera. Io AMO l'aesthetic delle VHS, perciò anche le gif e le immagini saranno tutte di quel tipo. Ci vediamo al prossimo capitolo,

VHSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora