Una Vita Per Una Vita

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"Ci serve vivo Zulema!
è l'unico che sa..."

Inclino leggermente la testa trovando il suo sguardo, stravolto dalla rabbia e dalla paura, oltre la mia spalla.
Il suo viso è così vicino, ma diversamente dai due giorni trascorsi insieme, per la prima volta da quando ci siamo ritrovate, Macarena è distante.
Percepisco la freddezza determinata nel suo tocco sul mio braccio ancora a mezz’aria.
Mi rendo conto che ha ragione e metto giù la pistola, afflitta.

Faccio qualche passo in avanti velocemente, sfuggendo via dalle sue mani e ritrovandomi violentemente con il viso contro a quello di Miguel.

‘’Dovresti ringraziarla, sai?’’
Pronuncio a denti stretti, prendendolo per il colletto della camicia e spingendolo per terra subito dopo.

"Avanti lurido verme, ringraziala"
Lo incinto, quando ormai seduto a terra tremante, mi fissa con occhi sgranati e terrore palpabile.

‘’Gr-grazie?’’

Vorrei replicare e urlargli contro, ma questa volta il grido di dolore di Macarena mi precede, facendo vibrare ogni parte del mio corpo.
Lancia contro il muro una scatola di vimini riducendola in piccoli e minuscoli pezzetti, si avvicina a Miguel furiosa e per un attimo mi è parso che potesse sgretolarlo con la forza del pensiero senza fare un solo movimento.

"Pezzo di merda, vaffanculo...
vaffanculo..."
urla ancora esasperata tirandogli un calcio nella pancia, lui si accascia attorcigliandosi su se stesso.
Macarena si allontana da lui girandosi finalmente verso di me.
La vedo completamente smarrita mentre incolla il suo sguardo al mio.

"La mia bambina Zulema. La mia Rosa"
Sussurra sconfitta fra le lacrime.

Cautamente poggio le mani sulle sue braccia, nella speranza di non spezzare il suo precario equilibrio.
I miei occhi ormai appannati da lacrime che non posso versare, le mani tremanti che mi impongo di tenere salde su di lei.
Le prendo il viso fra le mani e avvicino le nostre fronti.

"La troveremo Maca.
Fosse l’ultima cosa che faccio, ritroverò Rosa e la porterò da te, ok?"
Sussurro contro le sue labbra nella speranza di averle trasmesso tutto l’amore e la mia presenza che d’ora in avanti, mai le mancherà.
Lei annuisce e finalmente si lascia andare poggiando la fronte sulla mia spalla ed io, mi permetto di abbracciarla.
Cerco di tenerla in piedi più di una volta, le sue ginocchia cedono senza più forze, tanto che dopo poco, ci ritroviamo sedute a terra, strette fra noi, trovando conforto nella sola presenza l’una dell’altra.

Siamo state forgiate per questo: reagire, razionalizzare e trovare una soluzione.
Sono stata cresciuta dal dolore fin da bambina. Silenziosa e in disparte per agire nell'ombra e colpire quando il nemico non ti guarda.
Lei, d'altro canto, ha dovuto imparare più tardi, dopo anni vissuti protetta in una campana di vetro, ha incontrato il carcere sul suo cammino.
Sarebbe potuta soccombere, chiunque ne sarebbe uscito distrutto, ma lei no.
La vera Maca è uscita a Cruz del Sud, perché quando lotti per la tua vita muori e rinasci...
rinasci per forza figlia di puttana;
una buona figlia di puttana.

La alzo con cura e ci sediamo sul divano di velluto nero, di fianco a Thérèse ancora incredula, con le mani sul viso cullandosi su se stessa.

È rosso in viso Miguel, goccioline di sudore rendono lucida la sua fronte, una piú grande si ferma sul suo naso a punta.

"Miguel, ora secondo te cosa dovremmo fare?
Dimmi, cosa faresti?
Lo sai che sei ancora vivo solo per qualche grazia di non so quale Dio, si?
Quindi ora hai due opzioni:
rispondere a tutte le domande che ti faremo, oppure...
Rispondere a tutte le domande che ti faremo!"
Le dico a muso duro.

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