2.1 - i hate you

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Michael lasciò uscire un piccolo borbottio prima di aprire lentamente gli occhi, la luce del soffitto quasi accecandolo. Strizzò gli occhi, abituandosi alla forte luce, che rivelò un'Evelyn sorridente che lo guardava.

«Sei sveglio.» affermò.

Michael aggrottò le sopracciglia, confuso, e cominciò ad osservare ciò che lo circondava, che con suo sconcerto, era una piccola stanza d'ospedale quadrata. Abbassando lo sguardo sul proprio corpo disteso sul lettino d'ospedale, spalancò gli occhi inorridito.

«Ho un vestito addosso.» disse con voce flebile. La testa leggera gli fece venire le vertigini, facendogliela buttare di nuovo sul cuscino.

Evelyn si lasciò sfuggire una risatina per poi prendere la mano di Michael nella propria e darle una piccola stretta. «Hai addosso una camicia da notte dell'ospedale, Mikey. Non un vestito.» lo corresse.

«È tutto di nuovo come al prom.» piagnucolò, con le sue labbra piene imbronciate.

«Non sei andato al prom, Mike.» Evelyn rise.

NdA: per chi non lo sapesse, il prom sarebbe il ballo di fine anno che noi poveri babbani italiani non abbiamo

«Bene.» mormorò. Sentì un dolore attraversargli lo stomaco e il petto come cercò di mettersi a sedere.

Lei gli mise dolcemente la mano sulla spalla e lo spinse di nuovo giù, con un'espressione compassionevole sul viso. «Il dottore ha detto di stare tranquillo, okay?»

Il ragazzo dai capelli verdi sospirò frustrato per poi annuire appena. «Perché sono qui, Ev?»

Il sorriso di Evelyn sparì quasi immediamente prima che abbassasse lo sguardo sulle proprie mani, nel tentativo di evitare il contatto visivo con lui.

«Ne parliamo dopo, va bene? Vado a chiedere al dottore una cosa sulle tue medicine» sorrise tristemente per poi posare un piccolo bacio sulla fronte di Michael e incamminarsi verso la porta.

«Ev.» la chiamò, facendola fermare giusto sull'uscio.

«Sì?»

«Quindi, Ashton mi ha spaccato davvero il culo o era solo un sogno?» chiese nel tentativo di sdrammatizzare, con la testa che ancora gli ronzava a causa dei farmaci.

Tutto quello che lei fece fu rivolgergli un piccolo sorriso prima di girarsi e uscire dalla piccola stanza.

Michael lasciò uscire un piccolo sospiro per poi abbassare lo sguardo sul proprio braccio, che era attaccato a un elettrocardiogramma che faceva dei forti bip. Contrasse le labbra per poi togliere il cerotto e tirare rapidamente l'ago via dal braccio, facendolo trasalire leggermente.

Doveva trovare Luke e dirgli tutto. Doveva aggiustare le cose tra di loro.

Proprio quando stava per cercare di alzarsi dal letto, sentì il click della porta che si apriva.

Michael controllò chi fosse, vedendo il ragazzo alto e biondo con gli occhiali scuri e il bastone nero in piedi davanti alla porta.

«Come faccio...» sentì Luke mormorare tra sé e sé per poi cominciare a trascinarsi lentamente per la stanza verso il letto di Michael.

Con Michael che non diceva una parola, Luke si fece lentamente strada verso di lui, col braccio teso finché non toccò il letto e fece un sospiro di sollievo.

Luke stette lì per un minuto, davanti a lui, per poi tendere la mano verso quella di Michael.

Michael non poté fare a meno di sorridere per quanto sembrasse frustrato di non riuscire a trovarla, ma alla fine il ragazzo pestato afferrò la mano di Luke nella propria.

Il biondo rimase senza fiato prima di sbuffare. «Tutto sto tempo quando avresti potuto semplicemente prendermi la mano.»

«Non sarebbe stato divertente.» Michael rise.

«Tua sorella mi ha detto di Ashton.»

Michael sollevò le sopracciglia. «Ti ha detto?»

«Sì.»

Ci fu un lungo silenzio prima che Michael intervenisse.

«Avresti dovuto vederlo, prima che Ashton mi spaccasse il culo, l'ho spento completamente, era iconico, onestamente.»

Improvvisamente, Luke gli lasciò la mano.

«Smettila di comportarti come se andasse tutto bene, Michael. Nulla va bene, okay? Puoi non aver dormito con Delilah, ma comunque mi hai mentito. Mi hai fatto comunque sentire uno stupido. Come hai potuto farlo, Michael?! Dopotutto, pensavo che forse-»

Michael afferrò di nuovo la mano di Luke e lo tirò più vicino, facendolo cadere tra le sue braccia.

«Mi sei mancato anche tu, Cieco.» sorrise, inspirando il suo buon aroma.

Luke fu come congelato per un secondo, prima di abbracciare Michael ancora più forte (anche se a Michael faceva male, ne valeva la pena).

Sospirando, strofinò il mento sulla piega del suo collo.

«Ti odio.» mormorò sul suo collo.

«Ti amo.»

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questo è probabilmente uno dei miei capitoli preferiti ok piango matite

visto che state già piangendo giro il coltello nella piaga annunciandovi che questo è il quartultimo capitolo, preparatevi psicologicamente!!!

bene amatemi perché ho aggiornato due storie oggi .-)

a proposito passate da oreo!!!

kiao, bleib .-)

Blind // Muke // Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora