1.8 - daddy issues

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Dopo che Calum aveva insistito per non accompagnare Luke a causa di "problemi paterni", Luke lo convinse finalmente ad accompagnarlo in biblioteca e lasciare che Michael lo riportasse a casa. Pensò che fosse abbastanza giusto.

Luke sentì le farfalle nello stomaco per tutto il viaggio, ignorando le incisive lamentele di Calum su come fosse in una situazione delicata al momento e non pensasse che accompagnarlo avrebbe giovato alla sua "salute mentale".

Tutto quello a cui Luke riusciva a pensare era Michael.

Non riusciva a capire perché si sentisse in quel modo (come se stesse per svenire e vomitare nello stesso istante), non si era mai sentito in quel modo fino a poco tempo prima, il che lo fece giungere alla spaventosa conclusione che aveva cercato di evitare nelle ultime settimane.

Era ovvio. C'erano tutti i segni. Aveva le farfalle, le guance erano sempre di una chiara tonalità di rosa, non aveva più paura di alzarsi la mattina...

A Luke piaceva Michael. Non gli piaceva solo "come amico", gli piaceva in quel modo.

Non sapeva in realtà da dove fosse iniziato e come fosse successo, ma quello che sapeva era che se non gliel'avesse detto avrebbe avuto un esaurimento.

Fu quando Luke decise di marciare verso la biblioteca e dire a Michael cosa provava prima che potesse tirarsi indietro.

Calum uscì dalla macchina e guidò Luke attentamente su per il corrimano, finché non si trovarono di fronte a Michael che aspettava sostenendosi al muro dell'edificio.

«Cieco» espirò, aveva qualcosa di diverso nella voce. Luke non riuscì a definire cosa fosse, ma sembrava stanco... triste, forse?

Luke sorrise. «Michael»

Calum tossì imbarazzato per poi togliere lentamente la mano dalla schiena di Luke e indietreggiare. «Io, ew, vado. Buona... conversazione» disse Calum per poi girare i tacchi e incamminarsi verso la propria macchina.

Luke si voltò verso Michael e stette lì impalato, a disagio. «Quindi?»

Il biondo sentì improvvisamente la mano di Michael scivolare attorno alla propria vita e condurlo nella biblioteca. Il suo tocco bruciava attraverso la maglietta di Luke, e quelle fastidiose farfalle ricominciarono.

Se era quello che si prova quando ti piace qualcuno, non lo garbava.

Michael lo guidò in fondo alla biblioteca, al loro tavolo solito, aiutando Luke a prendere posto per poi sedersi lui stesso.

«La bibliotecaria è qui?» gli chiese improvvisamente Luke, con un grande sorriso che cresceva.

«Luke-»

«Quella con le tette anormali. Ricordo che quando ci ha cacciati,»

«Luke-»

«Ero così incazzato con te. Non hai idea»

«LUKE.»

Lo scatto di Michael lo fece sobbalzare appena, facendolo arrossire un po'. Il ragazzo dai capelli color pastello non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una piccola risatina e mise la mano sul tavolo, in quella di Luke.

La sua pelle bruciò nuovamente.

«Luke, devo dirti una cosa importante» Michael sospirò.

«Posso parlare prima io? Penso che la mia sia più importante» disse Luke coraggiosamente, prendendo un grande respiro per prepararsi mentalmente.

Luke interruppe Michael prima che potesse rispondere, sedendosi dritto sulla sedia e lasciando uscire tutto.

«Michael, ti odio così tanto, non hai idea. Sei un bastardo sarcastico e poco divertente che ha convinto un ragazzo cieco a giocare a Twister a casa della sua famiglia solo per essere giudicato per la propria sessualità, ma l'hai fatto sentire comunque importante. Ti odio perché mi fai sentire un po' meno una merda di quanto io sia veramente e mi dai davvero un motivo per cui vivere. Ti odio anche per essermi venuto addosso la prima volta che ci siamo incontrati, perché mi hai buttato giù e mi hai fatto cadere di culo, il che ha fatto davvero male.»

Blind // Muke // Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora