Storia n° 4

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"Fuori piove.Piove proprio come quel giorno.Ero uscita scappando fuori di casa, mio padre mi aveva alzato le mani e mi aveva rincorsa giù per la rampa delle scale.Fortunatamente riuscì ad essere più veloce di lui.Pioveva, pioveva fortissimo e come al solito io ero senza ombrello.Presi il primo autobus che passava.Facendo un calcolo veloce sarei stata a casa tua in 20 minuti massimo, poi mi ricordai che non stavamo più insieme.Decisi di venire da te lo stesso.Stavo malissimo, avevo la testa che mi scoppiava e piangevo in continuazione.L'unica persona che mi avrebbe fatto star meglio eri tu, anche se non eri più mio.Arrivai sotto casa tua.Avevo il cuore a mille.Il mio migliore amico mi disse di non farlo, di non cercarti.Già, lui sapeva. Se ci ripenso ora penso al perché io non l'abbia ascoltato.Gli urlai di farmi sbagliare, anche se era la cosa non giusta da fare.Presi il telefono, avevo le mani che tremavano.Mi ricordai che avevo eliminato il tuo numero qualche mese prima, ma tanto lo sapevo a memoria.Digitai il numero '33....'Cuore a mille, non capivo niente.Mi sentivo come quando bevi una bottiglia di vodka liscia il sabato sera.Risposi subito.Piangevo, non riuscivo nemmeno a dire una parola.Non so se piangevo più per ciò che era accaduto con mio padre, o perché dopo tanto tempo risentii la tua voce.La pioggia aumentava."Sono sotto casa tua, ti prego scendi." fu tutto ciò che riuscì a dire.La tua risposta fu "arrivo subito."Avevo bisogno di te più di chiunque altro. Per anni sei stato la mia ancora di salvezza, e lo eri ancora.Mi richiamasti "sali in casa"Senza fare domande citofonai e salì.Che strano... quel posto era così famigliare ma allo stesso tempo sconosciuto.Non andavo lì da molto, ma era come se fossi a casa.Aprì la porta, ed eccoti.Mi presentai in casa tua, tu senza nemmeno sapere cosa fosse successo mi abbracciasti.Ecco, ecco la giusta cura, ora ero a casa.E' stato l'abbraccio migliore di tutti.Piangevo senza tregua.Ero completamente fradicia.Mi tolsi la giacca.Mi presi la mano e mi portasti nel bagno. In quella casa era tutto esattamente come l'avevo lasciato.Mi feci sedere e cominciasti ad asciugarmi i capelli, facendomi delle carezze sul capo.Ti amavo, ti amavo ancora come il primo e l'ultimo nostro giorno.Parlammo a lungo di ciò che era accaduto.Finchè la fatidica frase "sono fidanzato"COSA?Mi crollò il mondo addosso, ancora di più.Fu una pugnalata al cuore.Era come se fosse tutto come sempre tra di noi, l'unica differenza era che tu amavi un'altra ragazza. Aiuto, volevo sparire.Lì capì veramente che tutto ciò che volevo era lui, capì che tutte le volte che dicevo che mi eri indifferente e che stavo bene erano solo cazzate.E ora che è passato quasi un anno da quel giorno, ti dico che a volte credo di amarti come il primo e l'ultimo nostro giorno."

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