2- We look kinda weird

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Dopo la mia grande scoperta il non-più-tanto-misterioso ragazzo non si era più fatto vedere per giorni.
Peccato. Mi ero ritrovata involontariamente a pensare.

Avevo raccontato tutto alle ragazze che erano rimaste a dir poco sconvolte dalla cosa, soprattutto Eva che, a quanto pare, adorava tha Supreme.
Diventò una battuta fra di noi e ogni volta che ci vedevamo tha Supreme ci faceva da colonna sonora.

Quell'anno l'autunno sembrava aver fretta di arrivare, così già la terza settimana di scuola il tempo iniziava ad essere più cupo, pioveva spesso e faceva più freddo. Ciò però non aveva fatto bene a Greta che scoprii presto essere molto sensibile ai cambiamenti climatici.
Così mi trovavo a camminare da sola verso la fermata dell'autobus, insieme ai miei pensieri e alla lezione di filosofia che mi ronzava in testa.
Arrivata mi appoggiai al palo che segnalava la fermata dato che la panchina era ancora bagnata dalla pioggia della sera prima.
La musica che mi risuonava nelle orecchie faceva da sottofondo ai miei mille pensieri, interrotti solo dal rumore dei passi di qualcuno e un sonoro sbuffo.
Mi girai di poco per vedere chi fosse ed i miei occhi incrociarono gli stessi occhi che segretamente avevo cercato sull'autobus da un paio di settimane ormai.
Il cuore prese a battermi fortissimo per nessuna ragione specifica e per qualche minuto sentii lo sguardo del ragazzo accanto a me bruciarmi sulla pelle.
Odiavo quando la gente mi fissava.
Avrei voluto girarmi e guardarlo male ma l'arrivo dell'autobus me lo impedì.
Per tutto il viaggio ebbi la sensazione di essere osservata da quel ragazzo che ormai era diventato un pallino nella mia testa, tanto che me lo trascinavo ovunque andassi.
A scuola non mi concentravo, a casa mi perdevo nei miei pensieri, non riuscivo a tenere la mia mente libera per più di qualche minuto.
Dannato tha Supreme.

Greta si assentò da scuola per una settimana e ,ironicamente, quella fu proprio la settimana che tutto cambiò.

Odiavo andare a scuola da sola, o forse mi mancava la presenza solare d Greta. La conoscevo da più o meno un mese ma già sentivo come se non potessi fare a meno della sua compagnia.
O forse perché mi sentivo più vulnerabile sotto lo sguardo del moro che ogni volta che lo beccavo passava la corsa a spiarmi da dietro il suo cellulare.
Lo so perché lo facevo anche io nascondendomi dietro i libri.

Odiavo il fatto che dovesse farmi questo strano effetto, non riuscivo a smettere di pensare a quel moretto dall'espressione perennemente stanca e mi dava fastidio.

Giovedì fu una di quelle mattine in cui non hai proprio voglia di alzarti, una di quelle che ti fanno dire
piuttosto rimango a casa e studio
ma conoscevo il mio destino quindi lasciai il calore delle mie coperte, lasciando che il freddo si schiantasse sulle piccole parti di pelle che il mio pigiama lasciava scoperte.
Con una singolare svogliatezza mi vestii e uscii di casa, collegai le cuffiette al cellulare e lasciai alla musica il compito di aiutarmi ad affrontare questa giornata.
Arrivata alla fermata mi abbandonai sulla panchina aspettando l'autobus.

7:03 a.m.
Eccolo.
Con la sua felpa e il cappuccio tirato sú, le cuffiette nelle orecchie e una faccia scazzata.
Si era girato a guardarmi e aveva incrociato il mio sguardo, ci eravamo guardati per un po' per poi abbassare gli occhi quasi in contemporanea.
Procedemmo ad ignorarci fino all'arrivo dell'autobus.

Alle 7:18 arrivò , finalmente.
Salii seguita da cappuccietto nero accanto a me e ci ritrovammo poco distanti l'uno dall'altra, ammassati tra la gente.
Con i nostri corpi così vicini il mio cuore aveva iniziato a battere così forte che sembrava essere schizzato direttamente in gola, sentivo come il bisogno di osservarlo e studiare ogni minimo dettaglio del suo volto.
Ci limitavo a scambiare sguardi frettolosi facendo di tutto per farli sembrare casuali.
Magari anche lui avrebbe voluto studiare il mio viso, magari anche io occupavo la sua mente tutto il giorno, magari anche lui era stufo di avermi sempre in testa come un ritornello fastidioso.

"Ti dirò, se ci osservassi da fuori direi che sembriamo strani."
Ero intenta a fare finta di guardare altrove quando il moro davanti a me aprì bocca. Mi girai verso il ragazzo genuinamente sconvolta dal suo gesto, tanto che non avevo idea di come rispondere, ma grazie a dio ci pensò lui.
"Sono Davide comunque." disse allungando frettolosamente una mano verso di me. Prontamente gliela strinsi per poi presentarmi anche io.
"Anna" risposi un po' esitante, probabilmente con un'espressione ancora un po' confusa in volto.
"Concordo comunque" continuai rivolgendogli un mezzo sorris o che aveva permesso ad un sorrisetto di crescere sulle sue labbra, abbandonando la sua solita espressione accigliata.

Ebbe il tempo di farmi una sola domanda 'prendi spesso questo autobus?'.
Riuscii ad annuire soltanto prima che le porte dell'autobus si aprissero alla mia fermata. Velocemente farfugliai un devo andare gesticolando verso le porte aperte.

"Domani ti rivedo?" mi chiese appena scesi da quella specie di trappola di ferro.
Annui, avrei voluto aggiungere qualcosa ma l'autobus chiuse le porte e partì.
Riuscii a mimare un 'a domani' a cui rispose con un sorriso ed un pollice in sù.

Mentre camminavo per la scuola continuavo a pensare alla situazione surreale che avevo appena vissuto.
Da brava adolescente aprii subito whatsapp per mandate un vocale alle mie amiche dove raccontavo per filo e per segno tutto quello che mi era successo. Non mi ero nemmeno accorta di star tremando, lo notai solo quando mi fermai un attimo per riprendere fiato.
Inconsciamente avevo iniziato a camminare più velocemente e il solo quando mi fermai notai che il mio cuore sembrava voler traforate la mia gabbia toracica e uscire fuori dal mio petto.

Arrivata a scuola fui bombardata dalle domande di Eva e Giulia che paradossalmente erano più incredule di me.

"Suvvia raga non significa nulla." continuavo a ripetere scarabocchiando sul mio quaderno dopo un tentativo fallito di prendere appunti mentre le due davanti a me continuavano a fare strane teorie su cosa sarebbe potuto succedere al nostro prossimo incontro alla fermata dell'autobus.

Volevo tenermi distante da questa situazione. Infondo era solo uno stupido colpo di fulmine, sarebbe passato in fretta.
E allora perché non vedevo l'ora che arrivasse domani?

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Hola :)
mi scuso per l'assenza ma tra blocco creativo e il fatto di aver perso tutti i capitoli che avevo scritto avevo un po' perso le speranze.
Giuro che proverò ad essere un minimo più costante d'ora in poi 🤧.
Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo e niete, alla prossima.
-M. 🪐

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 26, 2020 ⏰

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