Capitolo 1

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"Avanti fatti sotto ZampadiGhiaccio"

"Non crederti tanto forte ZampdiAgrifoglio, lo sai che ti potrei uccidere ad occhi chiusi se volessi!"

ZampadiGhiaccio e ZampadiAgrifoglio erano due sorelle apprendiste del clan dell'Est. La prima, saggia e positiva, aveva un pelo molto particolare: era  prevalentemente nero con il contorno degli occhi, il muso, l'orecchio sinistro, le zampe posteriori e colletto  bianchi e zampe anteriori, l'altro orecchio e la coda grigi; la seconda era nera con piccoli ciuffetti fulvi e occhi di un verde intenso, come le foglie più anziane degli alberi. La vita nel clan le appassionava davvero molto: quando non erano con i loro mentori, finiti i compiti da apprendisti come pulire le tane degli anziani, trovarle al campo era impossibile. Avevano ottenuto il permesso dalla leader, nonché loro zia da parte di CodadiPece, loro madre, di poter passare  il loro tempo libero allenandosi alla Conca di Apprendimento, con il suo terreno ghiaioso, e cacciando per la foresta succulente prede da portare poi ai compagni. Erano apprendiste relativamente da poco, ma non mancava loro occasione di dimostrare quanto si impegnassero ed erano sempre motivo di grande soddisfazione per la loro zia. Alcune voci, addirittura, dicevano che sarebbero state nominate guerriere a breve. Ma per adesso restavano nella conca, ad allenarsi, giorno dopo giorno.

"Ho vinto, ammettilo!" esclamò ZampadiAgrifoglio.

"Va bene  sorellina,  te lo lascerò credere..."

"Vuoi la rivincita?"

Ma i  grandi occhi azzurro chiarissimo di ZampadiGhiaccio si spostarono dalla sorella alle acque impetuose del Fiume Proibito, qualche metro distante. Si diceva che lì vagassero gli spiriti che, in vita,  avevano tradito il loro clan e che adesso erano condannati a lasciarsi trasportare dall'angosciate dondolio della veloce corrente: per questo, nuotare in quelle acque era severamente vietato, da cui il nome. Se si fosse teso bene l'orecchio, alcuni sostenevano che sarebbe stato possibile addirittura udire i lamenti dei gatti intrappolati... ZampadiGhiaccio si avvicinò, seguita dalla sorella, ma a lei sembrava un semplice ruscello. 'Chissà se là dentro c'è qualche mio parente' pensò. Osservò il suo riflesso nell'acqua cristallina. Ciò che riteneva più particolare e bizzarro era che i suoi occhi si confondessero in essa, perciò, in quella sorta di specchio naturale, era come se non esistessero.

Improvvisamente Zampadighiaccio venne rapita dall'odore del ginepro, le cui bacche erano una cura perfetta, come sapeva, al mal di pancia felino. Conosceva alla perfezione ogni tipo di erba, bacca o radice che avrebbe potuto trovare nella foresta e dove crescevano in maggioranza. Per fortuna, tantissime erano nella Palude del Fango che si trovava vicino alla Conca di Apprendimento, separata dal Laghetto, luogo dove gli apprendisti imparavano a nuotare. Le sue conoscenze erano frutto del fatto che, da cucciola, amava fare domande ai suoi compagni di clan su tutti gli argomenti, dal codice guerriero al combattimento, ma la sua "intervistata" preferita era Ametista, la sciamana, che le spiegava abitualmente i segreti del suo mestiere. Curare i suoi compagni  era il suo più più grande sogno sin da prima che se lo potesse ricordare, ma non sarebbe mai stato possibile che si avverasse, o, almeno, non più, da quando...

"Ehi pigrona" il. miagolio di ZampadiAgrifoglio la riportò alla realtà "Ci alleniamo o restiamo a contemplare l'esistenza?"

ZampadiGhiaccio si girò verso la sorella: "È dall'ora del Sole alto che ci stiamo allenando, magari è ora di tornare. Potremmo comunque cacciare lungo il tragitto."

Ormai si stava facendo buio e a ZampadiAgrifoglio non sembrò una cattiva idea. Mentre cacciava, ZampadiGhiaccio  si rimise a pensare a tutto ciò che le era stato negato in partenza. L'unico motivo per cui non avrebbe potuto realizzare il suo sogno era quella insopportabile gattina che rispondeva al nome di ZampaSmeralda, che, senza alcun merito, era diventata apprendista sciamana, cosa che non avrebbe mai e poi mai concesso a nessuno. Ma con quella gattina era diverso. Era diversa. Tutto il clan la accontentava solo per compassione e non per meriti. ZampadiGhiaccio si chiedeva spesso cosa trovassero in quella micia: per lei era solo una ex micia domestica che le aveva rovinato la vita. Si ricordava bene il giorno in cui tutto era cambiato... Come al solito, si trovava d Ametista che le stava spiegandole gli usi di qualche erba. All'improvviso, dalla base della Vecchia Quercia, sui cui rami si trovava il campo del Clan dell'Est, si udì un miagolio acuto. "Una cucciola!"  Aveva esclamato qualcuno. Fu portata subito nella Tana della Sciamana. Era in pessime condizioni e aveva  perso molto pelo (secondo Ametista, in metà luna al massimo le sarebbe caduto il restante, come avvenne), ma sembrava che, qualsiasi malattia l'avesse colpita, se ne fosse andata, se non per il fatto che tutti erano dubbiosi sul fatto che avrebbe mai riacquistato appieno le sue forze. Per questo il clan la prese a cuore sin da subito, inclusa Ametista, che non badava più alla piccola Ghiaccio. La sciamana cercò di capire da dove provenisse la gattina, tentativo che risultò abbastanza vano, in quanto  presentava forti amnesie sul periodo prima della malattia: sdiceva di ricordarsi solo immagini confuse di lei che vagava nel bosco. Decisero così di offrirle di rimanere nel Clan. 

"Posso essere anch'io una sciamana?" chiese la gattina. Quella frase fu l'inizio della fine. Ghiaccio quasi svenne. Cercò di riportare Ametista alla realtà tirandole disperatamente il pelo, ma lei aveva occhi solo per quel fagottino spelacchiato, che la supplicava con i suoi grandi occhi verdi. Annuì.

"Ma certo tesoro" disse sorridendo.

Per ZampadiGhiaccio quello fu il momento peggiore della sua vita. Ametista e la gattina partirono il giorno dopo per la Grotta Sommersa, dove sciamani e leader andavano per incontrare il Clan della Stella, per la cerimonia di nomina. Da allora la micia fu ZampaSmeralda (per il colore degli occhi), apprendista sciamana del Clan dell'Est. Ghiaccio stette male per giorni, ma solo la sorella se ne accorse e la aiutò. Non sapeva cosa avrebbe fatto senza di lei. Ancora dopo lune di distanza, il dolore non era mai passato e l'odio ardeva nei suoi precordi verso quella gattina che le aveva rovinato la vita.

Quasi senza accorgersene, sbatté il muso quasi contro la Vecchia Quercia. Iniziò a salire , quando, a metà strada, udì un urlo assordante. Era di sua sorella, già arrivata qualche ramo più in alto.

"Che succede?" domandò ZampadiGhiaccio allarmata. Si fece spazio tra la folla che si era formata. Sgranò gli occhi e impallidì. OmbraNera, la mentore di ZampadiAgrifoglio giaceva a terra quasi immobile.


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Ciao mici,

Come state?

Personalmente non mi piace molto questo capitolo, è molto introduttivo, ma, fidatevi, poi la storia diventerà interessante, lo prometto!

Ci tenevo a fare capitoli corti, ma forse così è eccessivo, conferme? ------------------->

Per il fatto che è scritto da cani mi dispiace molto, ma mi sentivo in dovere di pubblicare il capitolo entro oggi e non ho avevo riscritto a computer la brutta cartacea che poi, di solito, rivedo e correggo, ma è un processo lungo e, dunque, ho fatto una specie di brutta rivisitata. Poi è mezzanotte e sono un po' confusa ahah. Penso che lo riscriverò, comunque, tranquilli.

Fa talmente schifo che non penso neanche farò un annuncio dove avviso che è uscito ma vabbè.

Ora pubblico che è quasi mezzanotte

Buonanotte :3

                                                                                                     -PelodiMirtillo

Il destino nelle ZampeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora