Erano le sette meno un quarto, Dylan era ancora nel mondo dei sogni; stava facendo un bel sogno: c'era una donna che lo cullava sorridendo, canticchiando una canzoncina per farlo addormentare, ma c'era qualcosa di strano, innanzitutto riusciva solo a vedere il sorriso della donna, tutto il resto era sfocato e per finire quella non era sua madre, come supponeva all'inizio, perché non era la voce di Pepper. Dylan si sentiva coccolato e amato da quella donna a lui sconosciuta, ma aveva la sensazione che la conoscesse da sempre. La sveglia suonò e Dylan si ritrovò a coprirsi le orecchie col cuscino e girare la testa dall'altra parte, intento a ignorare la sveglia, finché la voce di J.A.R.V.I.S. non lo incoraggiò ad alzarsi per andare a scuola.
"Signorino Stark, si alzi è ora di andare a scuola"
"Mmh! Si, si lo so..." rispose assonnato facendo un grande sforzo per tirarsi fuori dal suo caldo letto; quando finalmente ci riuscì si diresse all'armadio. Si era completamente dimenticato dell'accaduto di questa mattina fino a che, dopo essersi scelto cosa indossare, si girò verso lo specchio, dove rivide il suo aspetto cambiato, rimase un'altra volta spiazzato dalla scena, restando fermo per qualche secondo, quando di nuovo la voce di J.A.R.V.I.S. lo destò dai suoi pensieri.
"Guardi che così farà tardi a scuola, per di più oggi non ha la verifica di chimica?"
"Cazzo, vero la verifica! Me n'ero completamente dimenticato...vabbè tanto so come copiare" pensò facendo una smorfia.
"Sì" rispose, incominciò a vestirsi per poi andarsi a preparare del latte e cacao con le gocciole. Suo padre dormiva ancora, e chi non dormirebbe dopo una sbornia?; E sua madre era uscita per lavoro. Dylan prese il telecomando della TV per poi sedersi a tavola per mangiare la sua colazione, girò sul suo programma preferito. Bevve il primo sorso di latte e per poco non si strozzò, dopo una battuta di un personaggio, si diede dei colpetti sul petto, con il palmo chiuso a pugno per far finire i colpi di tosse; non si era minimamente accorto che così facendo il suo corpo ritornò al suo aspetto normale.
"Signorino Stark, la vorrei informarla che sono le otto meno dieci e che a meno che lei non abbia la supervelocità le conviene sbrigarsi" intervenne J.A.R.V.I.S., il ragazzo buttò uno sguardo veloce all'orologio appeso vicino ad un quadro e notò che aveva ragione, era in stra ritardo.
"Cazzo" bofonchiò mentre beveva velocemente il resto del latte, sbrodolandosi addosso; corse in camera, mise velocemente i libri di testo in cartella per poi correre giù dalla torre il più velocemente possibile. Percorse metà percorso a piedi, visto che suo padre dormiva e non poteva portarlo, sua madre era uscita con Happy per una questione di lavoro; ma fortuna volle che il suo migliore amico, David Foster; sì, il figlio di Jane Foster e Thor; passò di lì, in macchina, accompagnato dalla madre e furono così buon animi da dargli un passaggio.
"Sempre puntuale Stark eh?" disse ironicamente David.
"Da che pulpito" rispose.
"Piuttosto, pronto per la verifica?"
"Sono nato pronto" rispose per poi avvicinarsi all'orecchio dell'amico.
"Devo poi raccontarti una cosa..." sussurrò Dylan, il ragazzo affianco si girò verso di lui, guardandolo con un'aria interrogativa.
"Nuova conquista?" domandò infine, mimando le parole. Dylan scosse la testa in segno di negazione, David restò a guardarlo in silenzio per qualche secondo per poi iniziare a pianificare qualche scherzo da fare a scuola fino a che, dopo qualche minuto arrivarono davanti alla scuola e i due si affrettarono ad entrare. Arrivarono in classe, un attimo prima del suono della campanella e si sistemarono per fare la verifica. Al suono della campanella tutti si alzarono e andarono a posare il compito alla cattedra per poi uscire per andare alla prossima lezione.
"Mio padre mi ha detto che se quest'anno vengo promosso mi porterà ad Asgard! Perciò mi devo impegnare, non vedo l'ora" raccontò David mentre si dirigevano al corso di letteratura.
"Sembra figo, io a mio padre ho chiesto di provare l'armatura ma me lo ha categoricamente proibito, perciò lo farò ovviamente" rispose Dylan.
"Sempre in cerca di guai eh,Dy?" rispose David che in risposta ricevette un un sorriso furbastro.
"Oggi andiamo al nuovo negozio di videogame che hanno aperto vicino al Central Park?" chiese David, cambiando argomento e sedendosi al suo posto.
"Non è nemmeno da chiedere"; detto ciò suonò la campanella.
L'ora passò tranquilla; a fine lezione David si avvicinò a Dylan, che era intento a riordinare le sue cose.
"Oi, Dy! Ma che cosa dovevi dirmi stamattina?" chiese; il nominato si bloccò un attimo, guardandolo negli occhi per qualche secondo.
"Te lo racconto oggi, mentre andiamo al GameStop" rispose tornando a riordinare le sue cose.
"Va bene... a proposito a che ora?"
"Alle tre e mezza, davanti a casa mia, ci facciamo dare un passaggio da Happy"
"Va bene" rispose David e i due uscirono dalla classe.
Erano le due e mezza del pomeriggio e Dylan era stravaccato sul divano a ripensare all'accaduto di stamattina, che se lo fosse immaginato? Non è un tipo che si immagina le cose, ma forse per la stanchezza... per di più era stato schiacciato per ben due volte in poco tempo da Thor. Rimase a rimuginare sull'accaduto fin troppo, infatti era in ritardo; balzò giù dal divano, prese il cappotto e nel mentre chiamava Happy per poi scendere giù. Arrivato all'ingresso della torre vide David che stava cercando di trattenere la pazienza.
"Hola Dav! Eccomi" chimò sorridente, avvicinandosi all'amico e facendo finta di nulla.
"Si può sapere perchè sei sempre in ritardo?! Mai una volta che sei puntuale o in anticipo! Prima o poi chiedo a mio padre se può fulminarti così magari imparerai ad arrivare in orario, come quelli che sono diventati intelligenti o hanno imparato delle nuove lingue dopo essere stati colpiti da un fulmine...magari funziona " si lamentò David.
"Non lo faccio apposta e poi l'importante che arrivo no?" controbatte Dylan,
"Si ma-" provò a dire il figlio del dio del tuono, ma fu interrotto.
"Ah! Ecco Happy, andiamo" disse Dylan avvicinandosi all'auto.
I due entrarono in macchina che poco dopo partì. Arrivati a metà tragitto, Dylan chiese a Happy di lasciarli lì.
"Ne sei proprio sicuro? Manca poco ad arrivare al GameStop" chiese Happy.
"Si, tranquillo, grazie" rispose Dylan e i due ragazzi scesero dall'auto e incominciarono a camminare.
"Ora che siamo soli e che non c'è tanta gente in giro che potrebbe origliare ti racconto cosa mi è successo stamattina" disse Dylan.
"Son tutte orecchie" commentò il semidio e Dylan cominciò a raccontare; a fine racconto David lo guardò tra il divertito e il confuso.
"Non so se ridere del fatto che ti è caduto addosso mio padre per ben due volte in 10 secondi o pigliarti per pazzo per le allucinazioni che hai avuto" commentò.
"ah ah ah, sei proprio d'aiuto" rispose Dylan.
"Dai...eri stanco e hai ricevuto il peso di Thor addosso per ben due volte...te lo sarai immaginato" provò a rassicurarlo.
"Sarà..." sussurrò Dylan. Poco dopo arrivarono al GameStop e i due cominciarono a cercare nuovi giochi da giocare assieme mentre pianificavano degli scherzi da fare agli Avengers e a ideare un piano per provare l'armatura di Iron Man.
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L'erede
FanfictionQuesta è la storia di Dylan Stark, figlio di Pepper Potts e il genio, miliardario, playboy, filantropo Tony Stark. La sua vita era abbastanza tranquilla (per quanto possa esserlo avendo Iron Man come padre eh), fino a quando, Dylan scopre una dura...