Capitolo 1

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Iniziò con il sole. Quella mattina. Era particolarmente strana. I miei "genitori" se si potevano definire tali, non avevano minima cura di me. Non gli importava niente. Avevo quasi 18 anni e i miei mi dissero che ero stata adottata, ma io lo sapevo già.
Mi alzai verso le 6:00 e alle 6:15 ero già fuori casa diretta verso un buon cafè a fare colazione. Non avevo amiche, solo un amico. Simon, il ragazzo più dolce e sincero che io abbia mai visto. Era il mio migliore amico e non c'è mai stata più di una semplice amicizia. Anche perchè lui è uno dei tipi più fighi della scuola e io ci ero amica e le ragazze gli giravano attorno come le api che girano attorno al fiore più bello.
Era alto, molto, molto alto, con i capelli castani e anche gli occhi castani. Le persone che facevano jogging nel parco mi guardavano strana come per dire "che ci fa una ragazza di 17 anni in giro per New York alle 6:15 del mattino?" A scuola non ero popolare, non ero nessuno, anche se avevo un amico fighissimo che stava sempre con me. Beh, voi immaginerete che cosa faccio con Simon *passeggiate romantiche, cenette.* no. Io gioco ai videogames con Simon per tutto il giorno. E torno a casa anche alle 3 di notte. Andiamo da Starbucks, prendiamo ciambelle, torte e frappè e ci fiondiamo a casa di Simon. Simon ha origini Rumene molto lontane e io adoro la Romania anche se non ci sono mai stata. Amo la storia, amo le sue guerre, quelle combattute dal valoroso Vald III Dracula. Quando non ero da Simon ero in biblioteca a leggere libri sulle guerre contro gli ottomani, un giorno trovai un pezzo di carta con scritto "le tenebre ritorneranno." Conservai il biglietto.
Quel mattino Simon mi accompagnò a fare colazione, quel giorno non sarei andata a scuola e visto che New York è grande avevamo deciso di andare in giro per Time Square. Era molto presto e io decisi di andare in biblioteca. Era molto molto grande e si trovava di tutto. Mentre ero seduta con Simon mi disse:

"Ehi, i miei vogliono mandarmi a studiare in Romania."

"Wow, beato te che ci vai..."

"Vorresti venire?"

"Sai che i miei non mi ci manderebbero mai."

"Come hai il coraggio di chiamarli "miei" quando poi ti trattano come una sguattera e ti lasciano dormire nella soffitta con le ragnatele e i topi?!"

"Abitudine."

"Beh, è da mezza giornata che siamo qui, io vado, mi ci vorrà mezz'ora di cammino per casa... tu che fai?"

"Vado a prendere qualcosa da Starbucks in fondo alla strada e torno."

"Vuoi che ti aspetti?"

"No, grazie." Sbottai, Simon si credeva il mio baby sitter, ma non lo era, me la sapevo cavare.

"Okay. A domani allora."

"Ciao."

Si erano fatte quasi le 23:00 e io ero ancora in biblioteca e dovevo mangiare quindi corsi da Starbucks e comprai una ciambella e un caffè. Nella strada per ritornare a casa, notai qualcosa di strano, il parco di giorno ispirava armonia, ma di notte era un vero e proprio incubo, era il luogo perfetto per uccidere le persone, io avevo sempre con me un coltellino e uno spray al peperoncino. Non mi andava giù il fatto che la gente ubriaca mi guardasse e quindi ero prudente.
Arrivata sulla porta di casa c'era una lettera ben imbustata e profumata, era straniera ed era per me. Entrai in casa e andai di sopra, aprii la lettera e...

Gentile signorina Aurora,

la volevamo informare che saremo lieti di ospitarla nel castello Bran, suo padre ha tanta voglia di vederla e noi saremo molto felici di accoglierla a casa sua. Poco fa ci sono stati dei problemi qui e quindi avevamo bisogno di lei. Grazie mille per la disponibilità, lei ha un aereo tre due ore, il biglietto di prima classe è nel pacchetto insieme al passaporto.

Coridali saluti,

Margaret.


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