Depressione

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Depressione, era stata questa l'impietosa diagnosi del terapista da cui la sorella lo aveva costretto ad andare.
Quella appena trascorsa era stata l'ora più lunga della sua vita, il medico lo aveva riempito di domande sul passato, i suoi legami interpersonali ma soprattutto sulle sue emozioni. Quest'ultima era stata decisamente la parte più complessa, era abituato a tenere per sé ciò che provava, l'idea di appesantire qualcun altro con i suoi problemi non lo aveva mai nemmeno sfiorato.
Il medico annuiva e lo guardava con un'espressione conciliante, lo interrompeva di rado con qualche domanda mentre scriveva delle annotazioni su un'agenda.
"Bene, credo che per oggi possa bastare. Essendo la prima seduta non posso formulare una diagnosi definitiva anche se il quadro mi sembra abbastanza chiaro. Soffri di un disturbo depressivo con connotazione ansiosa o almeno questo è ciò che è emerso dall'incontro odierno" lo psichiatra osservò il paziente, era un ragazzo giovane, probabilmente aveva poco più di vent'anni, aveva due profondi occhi blu e capelli dello stesso colore e un'espressione di fastidio mista a noia dipinta sul volto.
"Avevo detto a Rio che venire qui era un'idea stupida. Depressione? Ma figuriamoci, io sto più che bene, l'unico motivo per cui avete tirato fuori una diagnosi tanto assurda è che volete convincermi a tornare per spillarmi altri soldi, ma non andrà così. Ora se vuole scusarmi penso proprio che me ne tornerò a casa, addio" lo vide uscire a passo di carica dalla stanza e lo seguì mantenendo le distanze. Appena fuori fu fermato da Rio, la sorella del ragazzo.
"Dottor Kazuma è riuscito a formulare una diagnosi? Ho visto Reginald uscire piuttosto seccato, spero non le abbia mancato di rispetto, mio fratello tende ad essere impulsivo e a dire tutto ciò che gli passa per la testa, mi dispiace molto"
"Non preoccuparti, era piuttosto sconvolto dal fatto che gli abbia diagnosticato una depressione che, ad essere sincero, è ad uno stadio preoccupante. Mi fa piacere che sia riuscito a portarlo da me e spero che riuscirai a convincerlo a proseguire il nostro percorso perché credo ne abbia davvero bisogno"
"Mi faccia indovinare ha tirato fuori la storia del " mi sta ingannando per soldi vero?", il medico annuì con un sorriso, Rio sospirò prima di proseguire
"Purtroppo abbiamo passato parecchi anni in ristrettezze economiche, Reginald ha sempre lavorato, ma, quando sono finita in ospedale, le spese sono diventate ingestibili e purtroppo stiamo ancora continuando a pagarle. Adesso posso contribuire anche io ma immagino che non sia stata facile per lui, si è sempre preso cura di me, sin da quando eravamo piccoli e temo che non abbia avuto modo di godersi l'infanzia e l'adolescenza "
"Non preoccuparti Rio, non mi devi spiegazioni, sono riuscito a farmi raccontare un po' di cose ma quello che mi hai appena detto non era emerso, ti ringrazio per averlo condiviso con me. Per quanto riguarda il pagamento non ci sono problemi, fisso sempre una tariffa calibrata in base alle possibilità del paziente quindi puoi stare tranquilla" le rispose con un sorriso, la ragazza sembrò rasserenarsi
"Le sono molto grata dottore, cercherò di convincere mio fratello a tornare anche nelle prossime settimane. Ora è meglio che vada, arrivederci e a presto" la osservò abbandonare lo studio e rientrò nel suo ufficio in attesa del paziente successivo.

Thomas arrivò in ritardo, come al solito, e non incrociò Reginald e Rio che se ne erano appena andati a bordo della moto del ragazzo. Entrò nello studio praticamente di corsa e raggiunse la stanza del medico
"Mi scusi per il ritardo dottor Kazuma, ho calcolato male i tempi… di nuovo" disse con il fiatone e un sorriso imbarazzato sulle labbra
"Puoi stare tranquillo oggi è stato un bene che non sia arrivato puntuale, avevo il primo colloquio con un paziente e mi sono trattenuto un po' a parlare con la persona che lo accompagnava. Siediti pure, c'è qualcosa di cui vorresti parlarmi?" Thomas si sedette esitante, era più teso del solito e sapeva che il motivo era collegato all'argomento di cui voleva rendere partecipe il medico
"Ricorda che la settimana scorsa le avevo accennato che avevo iniziato a provare emozioni strane, ma, soprattutto, nuove e che non sapevo spiegarmene il motivo?" il dottore annuì e lo lasciò proseguire
"Beh credo di aver capito o meglio, mio fratello Christopher mi ha fatto riflettere su alcune situazioni e dinamiche, e devo dire che, per quanto l'idea mi spaventi da morire, credo sia perfettamente sensata. Ho compreso di essere innamorato del ragazzo di cui le parlo spesso, è stato difficile da accettare e non credo che tra noi potrà mai esserci nulla ma le cose stanno così" era arrossito e pareva chiaramente a disagio così Kazuma decise di intervenire
"Il fatto che tu sia riuscito a giungere a questa conclusione ti fa onore, sai mi piacerebbe sapere il nome di questo ragazzo, sarebbe un bel passo avanti nell'accettazione dei tuoi sentimenti. Ovviamente sei libero di non dirmelo se non te la senti" Thomas rimase silenzioso per qualche minuto mentre si tormentava le mani
"Reginald" bisbigliò "Reginald Kastle"
"Capisco, probabilmente non dovrei dirtelo, ma anche lui è diventato un mio paziente, stamattina abbiamo avuto la prima seduta, spero che la cosa non ti crei disagio" il ragazzo sbiancò, si immaginava una reazione di quel tipo e quindi intervenne per cercare di rassicurarlo
"Mi ha parlato di te, sul momento non ho collegato ma ora che me lo hai detto capisco di essere stato ingenuo a non comprenderlo. In ogni caso mi ha detto solo cose positive sul tuo conto e mi sembra che il rapporto con te sia un supporto positivo di cui in questo momento ha molto bisogno " l'espressione sul volto del paziente mutò, sembrava essersi tranquillizzato, ma, allo stesso tempo sembrava che una nuova preoccupazione stesse emergendo
"Potrei sapere che cos'ha? Ultimamente l'ho visto strano e mi fa piacere che sia venuto da lei, credo che possa essergli d'aiuto"
"Innanzitutto ti ringrazio per la fiducia che riponi in me, per quanto riguarda la tua richiesta temo di non poterla soddisfare, si tratta di segreto professionale e ciò che ci siamo detti è confidenziale e non può essere condiviso con nessuno, sono mortificato"
"Capisco, immagino che fosse così, non importa, cercherò di capire da solo quale  sia il problema"
Proseguirono il colloquio con un'atmosfera molto più rilassata, la tensione iniziale era sfumata e Thomas riuscì ad aprirsi, parlò di quanto la scoperta della sua omosessualità lo spaventasse, era sempre stato circondato da ragazze e aveva avuto una marea di relazioni insignificanti ma l'idea che la cosa fosse legata ad un orientamento differente non lo aveva sfiorato fino a quel momento. Raccontò al medico quanto complesso e radicato fosse il suo rapporto con Reginald e quanto i loro burrascosi trascorsi gli facevano temere di non avere nessuna possibilità di far evolvere la loro relazione in qualcosa di più profondo. Un'altra cosa che lo preoccupava era la reazione di suo padre, aveva già dovuto accettare l'omosessualità del fratello più grande e temeva che l'idea che anche lui, il figlio più donnaiolo e insospettabile, fosse gay potesse turbarlo. Il dottore lo rassicurò facendogli notare che non c'era alcun motivo per cui suo padre potesse essere disturbato dalla cosa, al contrario l'idea di vedere un altro dei suoi figli felice lo avrebbe reso orgoglioso e sereno.
Su questa nota di positività si salutarono e Thomas si avviò verso casa, la sua testa brulicava di pensieri ma uno sembrava prevalere sugli altri "cosa aveva Reginald? E soprattutto perché si ostinava non parlargliene?" sapeva che era molto riservato ma si era convinto di aver raggiunto con lui una complicità tale da spingerlo ad aprirsi un po' di più ma evidentemente si sbagliava.
Raggiunse casa e fu accolto da Christopher
"Allora come è andato il colloquio?"
"Bene, almeno credo, a quanto pare prima di me il dottore ha visto Reginald, pare che potrebbe diventare un suo paziente"
"E questo ti preoccupa?"
"Figuriamoci, assolutamente no, è solo che non voglio che si lasci sfuggire qualcosa che gli ho detto, tutto qui"
"Sicuro? Perché a me pare piuttosto evidente che tu sia turbato all'idea che Reginald abbia bisogno di supporto psicologico, sbaglio forse?" come al solito il fratello aveva centrato il punto ma non gliela avrebbe data vinta
"Sei fuori strada, Reginald può fare quello che vuole, onestamente credo che sia stato trascinato lì dalla sorella e che non ci rimetterà più piede"
"Mi ricorda qualcuno… Ah già mi pare che questo sia il modo in cui hai iniziato anche tu, se non ti ci avessi portato non saresti in terapia ora. Hai visto quanto ti sta aiutando e potrebbe avere lo stesso effetto su Reginald. Forse dovresti parlargli e cercare di convincerlo a proseguire il suo percorso oltre a, beh rivelargli ciò che provi per lui" Christopher si godette l'espressione imbarazzata del fratello, durò poco ma fu comunque una piccola vittoria
"Potrei provare a parlargli in effetti, forse sapere che ci sono stato anche io renderà il tutto meno frustrante" aveva accuratamente evitato la parte inerente ai sentimenti ma se lo aspettava, in fondo anche lui ci aveva messo del tempo ad accettare ciò che provava per Kite, ma, per quanto inizialmente difficile, ora era estremamente felice e stava facendo del suo meglio per aiutare suo fratello a raggiungere quel traguardo.
"Ora se non ti dispiace vado a farmi una dormita, il colloquio di oggi mi ha prosciugato ogni energia" superò il fratello, raggiunse la sua stanza e si stese sul letto, sapeva che con il vortice di pensieri che dominava la sua mente in quel momento non avrebbe chiuso occhio, ma almeno era riuscito a sfuggire all'interrogatorio di Christopher. Sapeva che si comportava così in buona fede ma a volte risultava invadente e assillante, cercava di imporgli il suo modo di fare, si era convinto che, dato che con lui aveva funzionato, la stessa cosa sarebbe valsa anche per Thomas ma non era così. Kite e Reginald erano persone molto diverse, ma soprattutto il rapporto che c'era tra lui e suo fratello era stato quasi sempre positivo, si erano sempre stimati e rispettati a vicenda, al contrario Thomas e Reginald erano passati dalla stima all'odio, per poi passare dal semplice disprezzo e tornare ad stimarsi di nuovo. Tutti quegli alti e bassi continuavano a tormentarlo, avrebbe aspettato, forse se fosse riuscito a convincerlo ad andare in terapia da Kazuma si sarebbe reso conto di provare qualcosa per lui o almeno questa era la sua speranza.

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