2 PETER

34 0 0
                                    


La guardo allontanarsi e uscire dalla porta. E' bellissima, i suoi occhi sono magnetici, i capelli sono perfettamente lisci che le cadono sulle spalle e dietro la schiena, e quel vestito è così stretto che le fa risaltare le sue meravigliose curve.
E' sicura di se, si vede.
Quando le ho chiesto il numero non mi aspettavo una risposta del genere; ottengo sempre quello che voglio, e se questo vuol dire che dovrò impegnarmi ancor di più con lei, lo farò. A partire da domani. Alla riunione. Lei non sa ancora che sarò il secondo nuovo direttore della sua azienda.
Con un sorriso malizioso, immaginandola con addosso una camicetta bianca e una gonna dietro la scrivania, finisco di bere e lascio il pub anche io. Prendo un taxi e torno a casa. E' a soli due isolati da dove mi trovo.
Quando entro mi dirigo in camera mia, mi tolgo i vestiti e li lancio sulla sedia, restando in mutande. Mi metto a letto e non faccio altro che pensare al vestito sexy che indossava Ashley.
Sento premere la mia erezione contro i boxer. E' una ragazza attraente e solo l'immaginazione di averla accanto a me nel letto in intimo mi fa impazzire. Volo con la mente, riuscendo a darmi del piacere da solo.
E' la prima volta che una donna mi rifiuta, e ne ho avute un sacco fino ad oggi. Lei è stata la prima a respingermi, un pò mi infastidisce ma Ashley Collins sarà mia.

                   

Suona la sveglia e in modo rapido e automatico apro gli occhi in disapprovazione, con un gesto pigro spengo il fastidioso suono che riecheggia in tutta la stanza e mi getto il cuscino sulla testa. La luce mattutina Newyorkese fa breccia dentro la mia camera da letto attraverso le persiane semi-chiuse, illuminando il letto, dove sono ancora sdraiato. Oggi è un giorno importante.
Mi tiro su dal letto, mi sfrego la faccia con le mani cercando di svegliarmi, subito dopo mi dirigo in bagno per farmi una doccia; apro l'acqua, faccio scivolare per terra le mutande e mi fiondo sotto il getto tiepido. L'acqua mi scorre su tutto il corpo, inizio a lavarmi e i miei pensieri si rivolgono all'affascinante ragazza di ieri sera, che stamattina incontrerò, purtroppo non per secondi fini ma per questioni lavorative. Dovrò avere un grande controllo per cercare di non saltarle addosso ma immaginarla seduta sulla scrivania che mi tiene stretto tra le sue gambe mi fa sorridere in modo malizioso, sento il mio sesso contrarsi, approvando le mie fantasie sulla fantastica Ashley; finisco di lavarmi ed esco dalla doccia.
Mi reco verso la maestosa cabina armadio piena zeppa di camice, giacche e cravatte e decido di sfoggiare il mio completo migliore, cercando di far trasparire serietà per l'azienda e desiderio per la ragazza occhi blu.
Pronto, prendo le chiavi dell'auto, Audi A7 bianca; all'interno del bagagliaio deposito la mia valigetta di pelle nera con al suo interno tutti i documenti e le pratiche. Salgo in auto, metto in moto, esco dal garage e imbocco la strada verso la Collins Publishers.
Stamattina New York è molto trafficata, a causa di un incidente fra due auto. Il cielo è limpido, con poche nuvole, l'aria è fresca e sottile e il sole regala un senso di calore piacevole sul viso. Da dove abito io l'azienda dista a soli venti minuti ma con questo traffico spero di non arrivare in ritardo.
La coda si sblocca circa dieci minuti dopo, dandomi l'opportunità di recuperare tempo e di arrivare in orario, schiaccio l'acceleratore e inizio a sfrecciare tra le corsie, superando tutte le altre vetture e facendo sentiere il boato che emette il magnifico e potente motore della mia auto. Mi piace farmi notare. Chissà se ad Ashley piacerà la mia "bimba" a quattro ruote.
Con un leggero sollievo, arrivo davanti all'azienda in anticipo di cinque minuti. Le porte automatiche si aprono davanti a me ed entro all'interno dell'edificio; è grande, le pareti sono di un grigio-bianco e costernato da vetrate che portano ad un panorama mozzafiato. New York è fantastica. I divani davanti alla reception sono dello stesso colore delle pareti, accompagnati da un tavolino di vetro di una forma ovale con al di sopra delle riviste e articoli di giornale.
Mentre ammiro, affascinato dal grande lavoro svolto per la creazione di questa struttura, i miei pensieri vengono interrotti da una voce femminile, è morbida e molto accogliente. Quasi piacevole da udire.
"Buongiorno Signore. Posso esserle d'aiuto?" E' bionda, indossa un vestito blu non molto aderente, direi non in tinta all'azienda, regalando volume al suo corpo minuto.
"Buongiorno a lei. Sono qui per la riunione delle dieci con la Signora Collins." rispondo.
"Il Signor Thompson giusto?" chiede per confermare.
"Sì, esatto. Sono io." sorrido. Fa lo stesso anche lei, sentendosi contagiata dal mio sorriso.
"Prego, le faccio strada." Si alza in piedi e con il viso arrossato mi guarda in modo molto intenso, innocente e anche appagante direi. Dandomi l'opportunità di capire il senso di apprezzamento che ha nei miei confronti, o perlomeno verso la mia fisicità.
La receptionist ci conduce all'interno dell'ascensore in fondo all'entrata, facendoci dirigere al terzo piano. E' imbarazzata ma la musichetta in sottofondo addolcisce il suo corpo teso. Io rido sotto i baffi.
Si aprono le porte e vengo sopraffatto dal numero di scrivanie e dalla quantità di dipendenti. Rispetto al piano di sotto qua c'è molto caos. La gente è di fretta e corre avanti e dietro, come se avessero... paura.
" Mi segua Signor Thompson." Mi esordisce la gentile ragazza.
" Ma è sempre così? Perdoni la domanda." Chiedo stranito.
" Ah sì! Non ci faccia caso ma è normale. La direttrice è molto, come posso dire... ATTENTA AI DETTAGLI." Risponde con fare un pò intimidatorio.
Attenta ai dettagli... sto iniziando ad avere un pò paura anche io.
" La faccio accomodare qui, nell'attesa che la Signora Collins arrivi. Prego." Mi fa cenno di accomodarmi. Sono in una sala riunioni molto grande, ardi poco maestosa. Al centro è disposto un lungo tavolo grigio in marmo con al di sotto sedie in pelle nere, dove in una prendo posto. A capo tavola. Apro la valigetta per prendere tutte le scartoffie ma quando alzo la testa vengo ammaliato da due lunghe gambe sinuose... è lei. È Ashley. Il cuore mi batte all'impazzata facendomi mancare di un battito ed inizio avere caldo ma resto fermo, neutrale, godendomi quel magnifico spettacolo che mi ritrovo proprio davanti agli occhi. Dio s'è bella.

PROPERTY Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora