Colonnello, l'Arcobaleno della Pioggia

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Titolo: The Lady of the Ring
Capitolo: 17. Colonnello, l'Arcobaleno della Pioggia
Fandom: Katekyo Hitman Reborn - Miraculous
Numero Parole: 15.900
Note: Sono passati due anni dall’ultima volta che ho pubblicato un capitolo ma questo non significa assolutamente che abbia abbandonato la storia. Sono successe tante cose e ho davvero passato un periodaccio: dopo aver ricevuto il computer nuovo credevo di potermi rimettere in carreggiata come prima ma mi sbagliavo, sono rimasta senza scrivere così a lungo che ho avuto un blocco. Sapevo esattamente cosa volevo descrivere ma non riuscivo a scriverlo, mi mettevo davanti al PC e avevo un vuoto totale e questo mi ha buttata davvero giù. È stato un momento difficile sotto molti di punti di vista e, per un po’, ho davvero creduto che fosse tutto finito: The Lady of the Ring era arrivato al capolinea e con essa tutto ciò che avevo costruito.
Poi è successo. Non so come, non so perché, ma è successo: mi sono svegliata una notte, ho acceso il computer e ho iniziato a scrivere come non avevo mai fatto in vita mia. Mi sono sentita felice, leggera, emozionata e più digitavo più sentivo di poter continuare a farlo. Era solo l’inizio e, finalmente, sono riuscita a ritrovare il mio ritmo.
Quando ho finito questo capitolo ho pianto di sollievo così a lungo che mi sono quasi disidratata.
Ebbene, per farla breve, sono tornata e ho tutta l’intenzione di restare. Vi ringrazio per essere stati pazienti e aver avuto fiducia in me, anche in quei momenti in cui io stessa non ne avevo, e spero che quanto scritto di seguito non deluda le vostre aspettative (soprattutto visto tutto il tempo che avete aspettatto).
Buona lettura.










Squalo se n'era andato appena era riuscito a rimettersi in piedi, pochi giorni dopo. Semplicemente, una mattina, Marinette era scesa in cucina e non lo aveva trovato.
Dino le aveva spiegato, tra uno sbadiglio e un sorso di caffé, che il ragazzo era partito molto tardi quella notte e non aveva voluto svegliarla inutilmente e lei non poté negare di essersi sentita un po' demoralizzata dal fatto che lui ritenesse il doverla salutare qualcosa di futile.
E non solo: lei non sapeva che sarebbe tornato in Italia quel giorno. Nessuno le aveva detto niente, il diretto interessato prima di tutti, e ciò la fece sentire un po' messa da parte.
Aveva provato a condurre le sue giornate come al solito ma la mancanza di Squalo in casa era troppo evidente: a partire dal silenzio che regnava sovrano tra quelle quattro mura, al bussare ritmico sulla porta del bagno ogni mattina benché non vi fosse nessuno oltre di essa, al piatto in più che Sabine ogni tanto metteva ancora a tavola prima di ricordarsi che non erano più in sette ad abitare sotto quel tetto. E Marinette era spenta. Rideva, chiacchierava, sclerava, studiava, inciampava nei posti più improbabili, salvava Parigi dal male... ma non aveva più la stessa vitalità di prima. C'era sempre un'ombra dietro i suoi occhi che faceva intuire quanto in realtà si sentisse sola.
E dopo due settimane anche i suoi amici avevano capito che la situazione era grave. E fu assurdo rendersi conto che la prima a preoccuparsene era stata proprio Chloé. Cioé, non che si fosse esattamente preoccupata, o almeno non lo aveva lasciato intendere, ma se Alya, Nino e Adrien si erano limitati a cercare di tirare su il morale di Marinette senza esporre troppo il problema che l'assillava, la ragazza era andata dritta al punto senza mezzi termini.
In una mattina come tante, che stavano passando in biblioteca a studiare, Chloé si era avvicinata scostando una sedia e abbandonandovisi sopra, accanto ad Adrien, che alzò gli occhi su di lei sopreso e turbato. Ma, per una volta, lei non lo degnò più di un "Ciao, Adrikins" piuttosto arido, privo della solita vena diabetica e civettuola che sempre impregnava le sue parole quando si rivolgeva a lui. Aveva guardato in direzione di Marinette, che la fissava da sopra le pagine di un libro abbandonato a sé stesso, perplessa e interrogativa: non sempre era un buon segno se Chloé decideva di parlarle, o anche solo di starle vicina, sebbene in quell'ultimo periodo la ragazza si era dimostrata inquietantemente amichevole nei suoi confronti. E le parole "Chloé" e "amichevole" non potevano stare nella stessa frase, andava contro ogni legge della natura.
- Per quanto la cosa non sia affar mio, e non me ne può fregar di meno intendiamoci, non posso proprio far a meno di farti notare che non c'è gusto a litigare con qualcuno dal morale così basso - iniziò, con un tono che era un misto tra il seccato e l'indignato - Pertanto, non essendoci nessuno al di fuori di te con cui valga la pena battibeccare, la mia psiche ne risente pesantemente. Ho bisogno di sfogarmi, capisci? - chiese, guardandola in modo serio, forse un po' troppo per ciò ch stava dicendo, con i suoi occhi azzurrissimi - Dunque, o tiri fuori un insulto decente e creativo a cui io possa rispondere per le rime e mettermi il cuore in pace almeno per oggi... o sputi il rospo e ti decidi a dire perché sei così dannatamente depressa perché non ti si può guardare. -
Marinette sbatté gli occhi un paio di volte, incredula a quello che le sue orecchie avevano appena udito, mentre Alya e Adrien la fissavano allibiti. Solo Nino non sembrava troppo sorpreso anzi, era vagamente divertito da quella situazione.
Radi, poi, scoppiò sonoramente a ridere, biascicando a stento qualcosa di incomprensibile prima di ritirarsi dalla mente di Marinette per non travolgerla con le proprie emozioni.
Sotto lo sguardo scioccato di tutti fu Nino a rispondere, che sembrava l'unico perfettamente tranquillo e a proprio agio - Marinette è un po' giù di corda perché Squalo è tornato in Italia - spiegò.
Chloé inarcò un sopracciglio, impassibile - Quello carino biondo o quello bello antipatico? - chiese. Marinette dilatò le pupille, fissandola come se fosse un'aliena, e non solo perché si stava effettivamente preoccupando per lei (la fine del mondo era forse vicina?) ma perché aveva fatto un sottilissimo paragone tra Dino e Squalo mettendo quest'ultimo un gradino sopra l'altro. Perché Dino era carino, mentre Squalo era bello. Un confronto debole eppure profondo che lei non riusciva a comprendere per quanto si sforzasse: in quanto donna concordava che, sì, Squalo e Dino erano davvero due bei ragazzi, su quello non ci pioveva... ma il suo cervello non aveva mai elaborato un confronto tra i due. Erano entrambi suoi cari amici, quasi dei fratelli, poteva confrontarli a livello caratteriale (e lì ci sarebbe stato molto da dire poiché erano praticamente l'uno l'opposto dell'altro) ma fisicamente... non le era mai neanche passato per l'anticamera del cervello. Era assurdo. Era ridicolo.
- Quello antipatico - rispose Nino. Chloé sbatté le palpebre, lentamente, senza mostrare nessuna particolare reazione, infine tornò a posare lo sguardo su di lei.
- Beh? Non se n'é andato per sempre, no? - chiese, con disinvoltura, lasciandola spiazzata - Voglio dire ritornerà, giusto? -
Marinette, che ancora la fissava sconvolta con gli occhi spalancati e la bocca socchiusa, si riscosse di colpo e scosse il capo, leggermente disorientata.
- N-no... - rispose, confusa - Certo che torna. Non so quando ma... - farfuglió.
- E allora dov'è il problema? - domandò lei, alzando gli occhi al cielo, come se stesse spiegando qualcosa di particolarmente facile ad un bambino di tre anni - E non guardarmi in quel modo! - aggiunse, poiché la ragazza la fissava tra l'allucinato e lo sconvolto.
- Beh... ecco... - balbettò turbata - Ti ringrazio per il pensiero Chloé ma... sto bene, quindi... - si bloccò, non sapendo come continuare, e Radi che rideva senza sosta in un angolino del suo cervello non aiutava per niente - Vale ancora la cosa dell'insulto? - chiese infine, disperata. Nino scoppiò a ridere, abbandonandosi sul tavolo e premendo la bocca contro l'incavo del gomito per soffocarne il suono. Alya gli tirò un calcio da sotto il tavolo, beccandolo al ginocchio e facendolo gemere, ma prima che Chloé potesse rispondere il telefono nella borsetta di Marinette squillò, facendola sussultare.
Ancora un po' confusa lo tirò fuori e sgranò gli occhi quando lesse il nome sul display: Squalo.
- È lui - mormorò, stupita - Scusatemi un attimo - aggiunse, alzandosi di scatto e correndo dietro uno scaffale in un angolo della biblioteca, lontano dal tavolo, senza neanche dar loro il tempo di rispondere. Era la prima volta che la chiamava da quando se n'era andato e Marinette non poteva neanche lontanamente immaginarne il motivo; si sentiva anche un po' nervosa se proprio doveva dirlo, tuttavia si affrettò a rispondere.
- Pronto? -
Si era aspettata di udire un "Voi!" spaccatimpani o quanto meno la voce del diretto interessato provenire dal ricevitore... o meglio ci aveva sperato. Invece fu un confuso vociare quello che le arrivò all'orecchio, un brusio simile ad un'accesa conversazione: su per giù potevano essere tre o quattro persone e parlavano tutte in italiano. Lì per lì rimase perplessa, non avvertendo nessun sentore di risposta da parte del proprietario dall'altro lato, ma poi il dubbio che la chiamata fosse partita per sbaglio la colse e fu giusto sul punto di chiudere, un po’ tristemente, quando la voce di un ragazzo la raggiunse vicinissimo all'apparecchio.
- ...il divano - disse, con un tono seccato e rassegnato - Come cazzo lo riprendiamo, adesso? -
- Sei tu il genio, fatti venire un'idea - rispose una voce maschile, palesemente in falsetto e piuttosto effemminata - Se lo viene a sapere non la smetterà più di sbraitare. Hai dimenticato la scenata che ha fatto quando Levi gli ruppe la tazza che aveva preso all'Acquario di Genova? -
- Mi pulsano ancora le orecchie solo a pensarci - borbottò il ragazzo - Mammon, infilati sotto il divano e recupera il telefono - ordinò.
- Cinquanta euro - rispose una vocina, sottile e infantile ma secca e impassibile.
- Mocciosa spocchiosa, cinquanta euro per prendere un fottuto telefono da sotto un fottuto divano? -
- Hai dimenticato di chi è il telefono - rispose una quarta voce, profonda e tonante - E le conseguenze se lo viene a sapere. -
- Hai ragione. Facciamo cento euro - concordò la bambina.
- Andate a fanculo tutti e tre - sbottò il ragazzo.
Marinette ci mise giusto qualche secondo ad elaborare quella conversazione (poteva vantare di aver ottenuto una certa conoscenza della lingua italiana, ma aveva il dubbio che Radi le stesse passando il significato di alcune parole da un angolino della propria mente) e capì i punti fondamentali degli eventi in un lampo: la chiamata era partita per sbaglio, proprio come aveva sospettato; il telefono di Squalo non era nelle mani del proprietario ma sotto un divano, e lui non lo sapeva neanche; a farcelo finire erano stati gli altri membri dei Varia.
Perché era vero che non li aveva mai visti, ma almeno i nomi li conosceva: Levi e Mammon erano due ufficiali, la seconda addirittura un Arcobaleno e molto spilorcia in fatto di soldi… ciò significava che il ragazzo doveva essere Belphegor essendo il più giovane della compagnia (dopo Mammon) e l'uomo con la voce in falsetto Lussuria. E si fidava alquanto del suo intuito.
- Ok. Levi alza il divano, io mi ci infilo sotto e lo recupero - dispose Belphegor. Ci furono diversi rumori, tra cui un sospiro trattenuto e il suono di qualcosa di pesante che strisciava sul pavimento, poi la voce del ragazzo uscì leggermente soffocata ma trionfante.
- Ehi, ho trovato il telecomando! - esclamò - E una bottiglia di Bourbon... Boss, non è tua questa? - aggiunse, leggermente perplesso.
Una voce bassa e rauca borbottò qualcosa che Marinette non capì essendo troppo lontana, ma non le ci volle molto per fare due più due: c'era solo una persona che i Varia potevano chiamare Boss e quella persona era Xanxus.
- Preso! -
Il divano ricadde pesantemente al suolo e le voci si fecero più nitide.
- Cazzo, è in chiamata! - sibilò Belphegor, agghiacciato, dopo pochi secondi.
- Chi hai chiamato? - quasi strillò Lussuria, in preda al panico.
- Ma che ne so... quì c'è scritto "Mocciosa" - borbottò il ragazzo.
Marinette fece una smorfia, un po' offesa e un po' intenerita dal nomignolo che Squalo le aveva dato, ma gelò quando sentì le voci dei Varia accavallarsi l'una sull'altra, chi turbato e chi curioso.
- Beh, dí qualcosa! -
- Ma sei scemo? Chiudi! -
- Tanto ormai sarà in linea se ha risposto, no? -
- E se richiamasse? E se Squalo lo venisse a sapere? Quello c'ammazza a tutti e quattro! -
- Esagerato! Ci amputerà qualche arto, semmai... -
- Taci, Mammon. -
- Ehm... pronto? -
Marinette trattenne il fiato, ma non rispose quando la voce di Belphegor le arrivò alle orecchie forte e chiara, seppur incerta.
- Forse ha risposto per sbaglio e non si neanche accorta della chiamata - provò Lussuria, speranzoso.
No, purtroppo me ne sono accorta - rispose Radi, allegramente. Marinette si tappò la bocca con la mano, lanciandogli un paio di maledizioni in cinese, poi tossì leggermente, a disagio e in imbarazzo.
- Oh, cavolo... - mormorò Bel - Senti, dolcezza, facciamo una cosa: adesso io chiudo il telefono e fingiamo che questa conversazione non sia mai avvenuta. Ok? - chiese, con una nota di isterismo nella voce.
Marinette annuì vigorosamente, dimentica che loro non potessero vederla - Sono completamente d'accordo! -
- Ottimo! - si rilassò lui, con un sospiro di sollievo - Intelligente, la ragazza! - commentò poi già più distante, segno che stava per chiudere... ma appena mezzo secondo dopo un tonfo assordante fece gelare tutti da entrambi i lati e la voce di Squalo risuonò nel ricevitore con la forza di una tromba.
Vooi! Ho dimenticato il telefono in salotto, qualcuno lo ha visto? - sbottò, nervoso.
Scese un lunghissimo silenzio nel quale Marinette sentì distintamente la paura dei presenti crescere a dismisura anche attraverso il telefono... poi Levi parlò.
- È stato Bel. -
Figlio di puttana! - imprecò il ragazzo.
Infine Squalo esplose, propinandosi in una serie di insulti e minacce che avrebbero indotto al suicidio qualunque adolescente medio. Marinette dovette allontanare il telefono dall'orecchio per non restare sorda e lo fissò, sconvolta e scandalizzata: nonostante Radi avesse bruscamente interrotto il processo di traduzione ormai Marinette aveva sentito abbastanza e poteva solo intuire il resto.
Tra parantesi sta parlando in siciliano, la informò lui.
- Lo avevo notato - rispose lei, in tono monocorde.
- Squalo! Squalo, per amor del cielo... sei in chiamata! - strillò Lussuria per farsi sentire da sopra al frastuono, interrompendolo. Il ragazzo ringhiò qualcosa che suonò come un - E chi cazzo avete chiamato, coglioni?! -
- Ehm... una ragazza, giovane - rispose Belphegor - È segnata come "Mocciosa". -
Un agghiacciante silenzio seguì quelle parole e Marinette trovò finalmente la forza di premere il tasto rosso, chiudendo definitivamente la chiamata.
Restò impalata a fissare lo schermo nero per un minuto buono ma non accadde nulla, quindi lo rimise nella borsa e ritornò lentamente al tavolo, dove i suoi amici la stavano aspettando confabulando tra di loro. S'interruppero quando la videro arrivare e alzarono lo sguardo su di lei.
- E quindi? - chiese Nino, curioso. Marinette alzò le spalle.
- La chiamata era partita per sbaglio, il telefono lo aveva un... collega - rispose, eterea, sedendosi.
Vide distintamente l'occhiata sfuggente che si rivolsero Nino e Chloé e si chiese cosa cavolo stesse succedendo tra quei due.
- Ehi, Marinette, oggi mio padre è all'Hotel Palace per organizzare un evento. Ti va di venire con me? - domandò d'un tratto lui - Serve anche qualche dolce per il buffét e ho pensato che tuo padre potrebbe fornircerli, che ne dici? -
Marinette, colta un po' alla sprovvista, ci mise qualche secondo a registrare le informazioni ma infine annuì - Certo, con piacere. -
Il ragazzo sorrise - Ottimo! Ti passo a prendere alle quattro! - esclamò, chiudendo il libro ed alzandosi - Ci vediamo più tardi, bro! - salutò Adrien dandogli una pacca sulla spalla e sparì dietro uno scaffale.
- Beh, ho da fare anche io. Ci si vede - salutò spiccia Chloé, scattando in piedi e sfrecciando praticamente nella stessa direzione.
Marinette aggrottò le sopracciglia, sospettosa - Solo a me quei due sembrano strani? - chiese. Le occhiate che le rivolsero i due compagni fu una risposta più che sufficente.






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