Giorno 3

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Quella notte l'incubo l'aveva svegliata molto prima del solito.
L'oscurità avvolgeva ancora la stanza, alimentando la sua paura del buio, amplificando le sensazioni che gli incubi le lasciavano.

Stava respirando profondamente, cercando si calmarsi seduta sul futon a gambe incrociate.
L'orologio sul suo telefono segnava le 4 del mattino e le lacrime segnavano il viso dalla pelle chiara della ragazza.

La tentazione di andare a svegliare suo fratello era tanta, per non restare sola ma il senso di colpa era troppo grande.
Doveva imparare a calmarsi senza chiedere aiuto.

Si alzò, iniziando a camminare, l'ennesimo tentativo di calmarsi.
I respiri profondi di Hanami riempivano la stanza.
Si ritrovò davanti alle grandi finestre, dove aveva dimenticato di chiudere le tende, mostrando alla ragazza un cielo libero dalle nuvole con qualche stella sporadica e la luna.
Aprì piano la finestra, lasciando entrare l'aria fresca della notte permettendole di respirare meglio e riuscire finalmente a calmarsi.

Si appoggiò con gli avambracci sul davanzale, alzando ancora una volta lo sguardo sul cielo scuro lasciando che l'aria le muovesse i capelli lasciati sciolti.
Un rumore attirò la sua attenzione poco dopo, costringendola ad abbassare lo sguardo incuriosita.
La sua finestra dava su una delle tante palestre del liceo Shinzen, che riconobbe essere la numero 3 e notò che la porta principale era socchiusa, lasciando uno spiraglio da dove si intravedeva che le luci erano accese.

Strano, pensò, Shirofuko-san era sicura di aver spento le luci e di aver chiuso a chiave.
Si decise a scendere per controllare che fosse solo una dimenticanza, ma prima ancora che riuscisse ad avviarsi alla porta qualcuno uscì dalla palestra.
Le luci accese illuminavano la schiena del ragazzo mentre si cambiava le scarpe, mostrando la figura alta di Keiji che si guardava intorno per controllare che nessuno lo vedesse.

Hanami si nascose dietro al muro, stupita.
Fece capolino dal nascondiglio, riuscendo così a vedere quanto bastava dove si trovava Keiji.
Il ragazzo aveva chiuso con un rumore sordo la porta della palestra, dopo aver spento le luci e le parve di sentire le mandate della porta scattare.

Si ricordò che vi erano dei doppioni delle chiavi di ogni palestra e le passò nella mente il pensiero che l'amico poteva averle recuperate.
Si ricordò anche le parole che la sera prima disse proprio il moro:

«Ho ancora molto su cui migliorare.»

Non pensava minimamente che l'alzatore si sentisse così inferiore agli altri giocatori e che sentisse così tanto il bisogno di allenarsi per migliorarsi costantemente, tanto da allenarsi anche di notte lontano dagli occhi dei compagni e degli allenatori.

Troppo presa da quei pensieri, rischiò che Keiji la scoprisse.
Il ragazzo aveva alzato lo sguardo verso la finestra della camera di Hanami, colpito dalla sensazione che qualcuno lo stesse osservando, bloccandosi sul percorso che stava percorrendo.
La più piccola fece appena in tempo ad inginocchiarsi sotto la finestra col cuore che batteva a mille per il rischio che aveva appena corso.

Keiji intanto si era convinto che se lo fosse solo immaginato, ma non smise di guardare verso la finestra fino a quando non fu più presente nel suo campo visivo e cercando di fare il meno rumore possibile, raggiunse l'edificio dei dormitori e tornò nella sua stanza inconsapevole che Hanami l'aveva colto sul fatto.

~°~

La giornata di allenamenti era cominciata già da qualche ora e più passavano le ore, più le temperature salivano.
Nel pomeriggio fu annunciata un'altra pausa, come quella della mattina e il pranzo, per permettere alle squadre di idratarsi e di recuperare prima di ricominciare ancora fino nel tardo pomeriggio.

Seven days || Keiji AkaashiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora