Giorno 5

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Quando Hanami si svegliò era ormai mattina inoltrata.
Il sole aveva ormai illuminato completamente la sua stanza, fino ad andare a infastidirla posandosi direttamente con i suoi raggi sugli occhi chiusi della ragazza.

Quella sensazione l'aveva infastidita tanto da riuscire a svegliarla.
Sbatté ripetutamente gli occhi nel tentativo di abituarsi alla luce prima di mettersi seduta.
Si strofinò il viso guardandosi in torno, domandandosi perché non sentisse il suono familiare della sua sveglia.

Si allungò verso il telefono e per poco non le cadde dalle mani, guardando con occhi sbarrati l'orario che segnava il display.
«Ma com'è possibile.» quello continuava a chiedersi mentre recuperava i suoi vestiti quanto più velocemente possibile.

Quello che non sapeva era che quella mattina suo fratello si era svegliato prima del solito con l'urgente bisogno di andare in bagno e quando stava per rientrare nella sua stanza, il suo sguardo si era posato sulla stanza dove dormiva sua sorella.
L'Istinto da fratello maggiore si accese in lui e si decise a controllare che Hanami stesse bene.

Si avvicinò lentamente alla porta e senza fare rumore la aprì, facendo capolino col viso.
Si stupì nel vederla dormire così tranquillamente, senza che i suoi incubi prendessero posto dei sogni e si chiese quando era stata l'ultima volta che l'aveva vista così tranquilla.

Si meritava quella tranquillità e senza fare rumore si addentrò nella stanza, riuscendo a disattivarle la sveglia appena risuonarono le prime note nella stanza.
La vide muoversi infastidita da quel rumore ma fortunatamente non si svegliò, facendo tirare un sospiro di sollievo al più grande.
Fece per andarsene, ma la felpa bianca che Hanami teneva stretta a se prese la sua attenzione.
La riconobbe subito.
E non ci voleva un esperto per capire a chi appartenesse.

Però come faceva ad avercela lei?

Era sicuro che la sera prima indossasse quella del Nekoma quando l'aveva salutata prima di rinchiudersi nella sua stanza.
La gelosia cresceva rapidamente in lui e solo quando si ritrovò fuori dalla stanza, appoggiato con la schiena alla porta tirò un respiro profondo, tentando di reprimere gli istinti da fratello maggiore.
Doveva calmarsi.
Hanami era grande ormai, sapeva badare a se stessa e doveva rimanerne fuori.

Almeno finché non le avesse fatto un torto o le spezzasse il cuore.

Sospirò rassegnato, si diede una spinta allontanandosi dalla porta e tornò in stanza disturbando il sonno dei suoi compagni intimandogli di alzarsi a gran voce, ricevendo insulti come buongiorno.

Hanami li raggiunse poco più tardi in palestra, arrivando con il fiatone.
Si cambiò le scarpe sull'uscio della porta e poi raggiunse velocemente la panchina, dove la aspettavano il Professore Nekomata e Naoi.
Tentò di scusarsi per il ritardo, venendo però preceduta da Naoi stesso.
«Hanami.» la salutò avvicinandosi a lei «Ti senti meglio?» le chiese apprensivo.
La ragazza rimase stupida da quella domanda, quando capì che suo fratello l'aveva coperta in qualche modo.
«Oh, sì sì.» si affrettò a rispondere abbozzando un sorriso «Il caldo di ieri mi ha scombussolata.» balbettò imbarazzata.

Naoi annuì comprensivo, passandole la cartella con i dati degli atleti «Per fortuna ora sei qui.» sorrise.
Sorrise anche Hanami, recuperando la cartella inchinandosi in segno di ringraziamento.
Poi spostò lo sguardo sulla sua squadra, ai piedi del campo di gioco che si stavano riposando prima di riprendere gli allenamenti.
Intravide i capelli familiari di suo fratello e decise di avvicinarsi per ringraziarlo.

«Nee-san.» lo richiamò una volta che fu abbastanza vicina.
Il più grande si voltò, ritrovandosi sua sorella che le porgeva una borraccia d'acqua che accettò senza dire niente.

Seven days || Keiji AkaashiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora