4. Voglie sinistre

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D'accordo, lo ammetto, non l'avevo trattata molto bene e l'avevo anche messa di fronte ad una scelta non proprio carina ed amichevole. Ma non ero riuscito a farne a meno, quella ragazzina tirava fuori il peggio di me.

Questi i pensieri di Erik, mentre si trovava seduto alla scrivania del suo ufficio, l'indice destro a grattare leggermente la fronte del viso appoggiato alla mano sinistra. Era arrivato ad una conclusione: sarebbe andato all'accademia di Elysa dicendo di voler donare fondi e, in questo modo, avrebbe potuto vederla e intimorirla. Chissà per quale motivo l'idea lo allettava a particolarmente. Non avrebbe voluto fare altro che sfondare quel corpicino, fragile nelle sue mani, lasciarle un'infinità di lividi violacei...

Era martedì mattina quando Erik decise di mettere in atto il suo piano. Arrivato davanti all'accademia parcheggiò la sua auto blu e si diresse verso l'entrata. Spalancò la porta e subito sulla sinistra vide una porta con la scritta 'ufficio'.

Bussò e una voce dall'altra parte gli diede il permesso di entrare.

Non gli interessava che questo suo piano richiedesse dei soldi, in fondo lui era ricco e poteva permetterselo. E poi, per fare tremare Elysa, era disposto a tutto.

Quando la donna seduta alla scrivania lo vide, la confusione spaziò nei suoi occhi.

-Salve, mi scusi l'intrusione, ma sono qui per donare fondi all'accademia- fece subito chiarezza.

-Oh, certo, si accomodi pure, le prendo i moduli-

La donna si era alzata e aveva preso tra le mani un faldone da una mensola, lo aveva appoggiato alla scrivania e aveva cercato i moduli per il caso.

-Sarebbe possibile dopo fare un giro per l'accademia?- aveva chiesto Erik, teso.

-Certo, come no?- la donna gli sorrise calorosamente e gli mise davanti i moduli.

Erik aveva compilato in fretta i documenti con tutti i suoi dati ed aveva firmato un assegno, poi si era lentamente alzato. La donna aveva messo i fogli in un cassetto e poi lo aveva accompagnato a fare il giro della scuola.

Quando la porta dell'aula azzurra si aprì, Elysa cadde a terra. Aveva visto un uomo che sembrava Erik, anche se aveva sperato fino in fondo che non fosse lui.

-Elysa ma stai attenta o vuoi farti seriamente male e giocarti la carriera?-

No, Miss Dattwood, ma lei non può capire. Non ci riesco a restare in piedi, a fare lezione con lui qui. Mi sento così fragile, con lui presente. Un agnellino in preda ad un lupo. E non ho ancora deciso, non voglio.

Ma, ovviamente, Elysa non poteva e non riusciva a dar voce ai suoi pensieri.

-Ragazze, Miss Dattwood, mi dispiace, ma debbo interrompervi. Volevo scambiare due parole con voi. Questo è Mr Peterson e da oggi è un generoso e utile benefattore per la nostra scuola-

Cosa aveva appena detto?!?!? Donatore della scuola???

Elysa pregò di non svenire li davanti a tutti.

-La rigrazio infinitamente, ma non c'è bisogno di elogiarmi in questo modo. Lo faccio solo perché credo che l'arte debba essere incoraggiata il più possibile... Inoltre, se non è un problema, mi piacerebbe assistere ogni tanto alle lezioni...-

Stava scherzando?! Voglio svegliarmi, ti pregò, fa che questo sia un incubo.

Senza pensarci oltre, Elysa si diresse fuori, con la scusa che non si sentiva bene.

-Mi occupo io di lei, Miss Dattwood, mi preoccupo anche delle ragazze che vogliono apprendere l'arte- aveva sentito dire Elysa ad Erik, mentre andava via. Elysa stava lentamente salendo i gradini per arrivare in camera sua, quando una mano la strattonò per il polso.

Quel tocco sulla sua pelle bruciava come se fosse stato fuoco. Elysa aveva tanta voglia di vomitare, ma cercò quantomeno di rimandare all'arrivo in camera.

-Spero che tu ti sia decisa, mia piccola dolce e delicata Elysa, perché d'ora in poi sarò il tuo incubo peggiore-.

Una giovane sadomaso (In Sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora