Io amo vivere. Tutti amano vivere.
E mentre cadevo attraverso quel portale pensavo proprio a quanto amo vivere, e a quanto avrei voluto continuare a vivere, nel mio piccolo e monotono mondo, ma pur sempre vivere.
Si dice che quando una persona pensa di morire tutta la vita le passa davanti agli occhi, ed io vi assicuro che è veramente così.
Il mio piccolo mondo... Il grande e severo signor Harris, i miei strani compagni, il palco, la musica, il pubblico, i soldi...
Ma partiamo dall'inizio.
Mi chiamo Eve, e la mia vita poteva andare veramente peggio.
Per qualche a me sconosciuto motivo mia madre aveva deciso di abbandonarmi all'età di sette mesi davanti alle tende del Circo dei Mostri del signor Harris, anche se, a parer mio non avevo nessuna imperfezione fisica grave, come ad esempio quella di Annie Jones, che nonostante fosse una ragazza aveva una barba talmente folta che si poteva scambiare per un prete ortodosso. A farla breve ero una normalissima bambina di sette mesi con occhi verdi che piangeva a squarciagola davanti alla tenda bordeaux del signor Harris. Lui, allora uomo di mezz'età senza figli né moglie, decise di tenermi e adottarmi dal suo piccolo Circo. Il signor Harris divenne così per me padre e insegnante. Pur essendo severo e trascinato dai peccati del girone dell'avarizia mi insegnò tutto quello che sapeva sulla vita, leggere, scrivere, comportarsi da signora e, ovviamente, contare i soldi. In quest'ultima cosa sono diventata talmente brava veloce e precisa che divenne il mio ruolo nel Circo, la contabile, e a sua volta la mano destra del vecchio signor Harris. Il Circo era diventato così la mia casa e viaggiare per i piccoli paesini in cerca di pubblico, la mia vita.
Il signor Harris era un uomo molto particolare, con mille vizi e pochissimi pregi, riusciva sempre a trarre vantaggi da tutti i suoi affari. In ogni paesino che riceveva la nostra visita si trovavano sempre persone che lo conoscevano, e con le quali aveva trattato per uno o per l'altro motivo. Il mio compito di quegli incontri era ascoltare e imparare, in particolare come trattare con le persone che, per la maggior parte erano mercanti con merci intriganti, che il signor Harris poteva rivendere al triplo prezzo sul mercato nero. Cose come amuleti, armi, arti imbalsamati di animali mai visti in natura e qualsiasi altra merce che poteva incuriosire il mio tutore.
Crescendo in mezzo alle tende del Circo sono diventata sorella di tutti i suoi personaggi, e pur essendo persone con fisici particolari e abilità non comuni erano veramente delle brave persone che, scendendo dal palco scenico non sembravano più creature spaventose ma comuni mortali con i propri problemi e preoccupazioni.
Nonostante ero la mano destra del signor Harris non sapevo nulla del suo passato, e quelle poche volte che gli facevo domande sulla nascita del Circo o sulla sua infanzia preferiva cambiare argomento oppure scherzare dicendo "Il Circo? ha ha ... L'ho comprato da un demone!" per poi cambiare definitivamente discorso. Anche se a dire la verità parlavamo spesso col signor Harris, e non solo degli affari del circo e della contabilità ma anche del mondo, della diversità di persone che ci si può incontrare, del rispetto, dell'umiltà e dell'amore...
"E ricordati Eve, l'amore non esiste" diceva il signor Harris sorseggiando il suo amato liquore alle erbe dal massiccio bicchiere cristallino. "Come no? E allora perchè le persone si sposano? Non per amore?" domandavo al signor Harris ancora da bambina di undici anni per sentire in risposta la roca voce del mio tutore "Le persone si possono sposare per vari motivi, per convenienza, per bisogno di eredi o semplicemente per non dover sopportare la solitudine" "E quindi tu non hai bisogno di nessuna delle tre cose giusto? " Il signor Harris mi sorrise in quel momento e disse "Esatto! E poi, io un erede c'è l'ho già" Parlava di me. E in effetti aveva ragione, e crescendo lo capivo sempre di più. Crescendo anche le mie responsabilità all'interno del Circo aumentavano sempre di più e arrivata all'età di soli quattordici anni mi gestivo il circo in totale autonomia, mentre il signor Harris si occupava soltanto più degli affari esterni.
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Venduta al Diavolo
FantasyUn vecchio debito per il successo, il prezzo del quale è solamente un'anima a scelta del Diavolo. "Che anima desideri portarti via oggi?" gli chiese Harris. "La tua alunna...Eve" disse il mostro apparendo dietro di me e prendendomi per le spalle.