Episodio 5
Ci ritrovammo tutti e tre in un bagno di sudore.
I nostri cuori batteva a mille a causa di tutta l’adrenalina che ci stava ancora scorrendo nelle vene, in una stanza che ci aveva fatto da cella per chissà quanti giorni; con un uomo che aveva perso i sensi, e un altro, che era in procinto di ritrovarsi nella stessa situazione del suo collega da lì a poco.
Yuki alzò la testa, non riusciva a stare fermo, non faceva altro che spostare il suo peso prima su un piede e poi sull’altro; sino a quando non si rese conto che si era morso il labbro tanto forte da avere la bocca inondata di sangue.
Come aveva fatto a non rendersene conto?
Quel pensiero venne immediatamente ignorato quando realizzò che erano finalmente liberi.
Lui e i suoi genitori si guardarono per un'istante per poi ricominciare immediatamente a muoversi, certi di cosa avrebbero dovuto fare adesso.
----------‐---------------------
Presi il coltellino e liberai prima mio padre, visto che era quello più vicino a me, e poi mia madre. Entrambi si massaggiarono i rispettivi polsi per poi tornare in azione.
Legammo velocemente i due ex-carcerieri con le stesse funi che ci avevano tenuti bloccati sino a poco prima e sospirammo simultaneamente.
Ora che eravamo sicuri che le due guardie non si sarebbero potute muovere e non avrebbero avuto la possibilità di attaccarci, ci sentimmo più sicuri, pronti a portare avanti il nostro piano.
Ci guardammo negli occhi e, quando feci un passo avanti, quell’attimo di smarrimento totale che stavamo provando venne spezzato. I miei genitori fecero lo stesso, fino a quando non mi ritrovai nel bel mezzo di un abbraccio di gruppo.
Il nostro primo, vero, contatto umano che si poteva definire come tale in settimane.
Non riuscii a trattenere le lacrime e, quando alzai la testa, venni accolto da dei sorrisi raggianti e occhi umidi, ma, allo stesso tempo, pieni di vita. Se avessi potuto vedermi allo specchio in quel momento vi avrei trovato riflessa un’espressione identica alle loro.
Ci permettemmo un altro veloce abbraccio, per poi ricomporci e controllare che i due uomini non avessero niente di nascosto che potesse aiutarli a fuggire.
Non trovando oggetti di natura sospetta prendemmo la pokeball di ‘Numero 4’ contenente uno Zubat e, dopo averli imbavagliati, ci allontanammo velocemente dalla nostra cella, accertandoci di chiudere a chiave la porta.
Imboccammo uno stretto e umido corridoio, procedendo in avanti e seguendo le indicazioni di mio padre. Destra, sinistra, avanti, sinistra e così via.
Quando arrivammo all’incirca al centro dei sotterranei mia madre si bloccò di scatto, come pietrificata. Ci girammo verso di lei, interrogandola con lo sguardo.
Gli occhi della donna erano sgranati e sembrava quasi che avesse smesso di respirare.
“Non avete sentito niente?” bisbigliò lei adocchiando, velocemente e ripetutamente, vari punti della stanza intorno a sé, come se si stesse preparando a difendersi da un attacco invisibile.
Io e mio padre ci guardammo per un istante negli occhi, valutando il da farsi. Alla fine le rivolsi in risposta un segno negativo con la testa.
Adelaide corrugò la fronte e si morse con forza il labbro.
“Ok”
“No… no, non è ok. Se ci sono altre guardie dobbiamo assolutamente capire chi e dove sono, non possiamo rischiare di venire colti impreparati”
STAI LEGGENDO
Pokemon New Journey: Kanto (Ita)
FanfictionCosa fareste se vi ricordaste, improvvisamente, centinaia di avvenimenti di una vita passata? Consapevoli di aver passato gli ultimi anni in un mondo che, nella vostra realtà precedente, non era niente più di un anime? Beh, Yuki lo sta vivendo propr...