GENTLEMAN 5 Capitolo "Perversioni"

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È trascorsa un'altra settimana e so che lui oggi mi farà sapere che mi aspetta. Non so come io faccia a saperlo, ma è così, perché lo sento.

Edward Clayton, ancora non riesco a crederci. Un miliardario.

Adesso mi sento davvero Cenerentola: una povera ragazza, baciata dalla fortuna, ma l'uomo che l'ha scelta non è un Principe Azzurro, bensì una bestia arrivato per scavare in profondità dentro di lei.

Ho paura di quello che potrà accadermi, di quello che succederà, dopo come si è comportato, ma non posso fare a meno di rischiare.

Voglio rivederlo, e sogno di lui, mentre me ne sto sdraiata qui, sul letto della mia camera, a pensare a quello che abbiamo fatto.

A Kelly non ho più raccontato nulla, lei mi ha suggerito di non incontrarlo se si dovesse fare vivo.

Non voglio dirle niente.

Questo è un segreto che riguarda soltanto me e nessun altro, è gelosamente custodito nel mio cuore e non permetterò a nessuno di guastarlo.

Perché so che è perverso.

Non ho più rivisto Alec, il mio ex del liceo. Ho il telefono pieno delle sue chiamate. Ancora una volta squilla e lo prendo.

Riconosco il suo numero, non si vuole arrendere.

«Pronto, Alec» rispondo a malincuore.

«Finalmente ti degni di rispondere alle mie telefonate, Karen» mi rimprovera lui.

«Ti ho già scritto per messaggio cosa penso di noi due, della nostra relazione.»

Prende fiato, è combattuto. «Ho capito che c'è un altro di mezzo, non sono uno stupido. Dimmi chi è.»

«Non ti dirò un cavolo. Tra noi non funziona nulla, soprattutto il sesso, mi dispiace. Io non provo niente per te...»

So che lo sto ferendo ma non posso farci nulla. È quello che mi sento dentro e non posso mentirgli.

«Sei una puttana» questa è la sua risposta.

«E tu sei uno stronzo» lo liquido. Chiudo la telefonata, è proprio un bambino.

Non si è accorto nemmeno lui del perché le cose fra di noi non hanno funzionato, però ci ha visto lungo: c'è un altro di mezzo, e finché non me lo toglierò dalla testa non potrò avere un'altra relazione.

Mi ributto sul letto e cerco di pensare ad altro, anche se non ci riesco.

***

Sono le nove quando sento un rumore, sotto la mia finestra.

Mezz'ora prima mi è arrivato un regalo, un grosso pacco bianco con un fiocco rosso. Mio padre ha dato la mancia al fattorino, sentendosi confuso.

Non so quello che sta succedendo, mi sembra un sogno.

Dentro il pacco ho trovato un vestito da sera, nero, scintillante.

È un regalo di Edward per me.

I miei genitori mi hanno fatto molte domande e io non ho saputo cosa dire. Ho detto solo che devo incontrare un uomo per un colloquio di lavoro, e che quel vestito me lo manda lui.

Ci hanno creduto.

Ora sono davanti allo specchio, a rimirarmi con i miei tacchi a spillo, la borsetta in mano. I capelli sono acconciati.

Penso a quando Edward mi ha afferrata per il capo e mi ha costretta a fargli un pompino.

Io non sono quella che sembro.

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