GENTLEMAN 4 Capitolo "Indimenticabile"

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Ho raccontato tutto a Kelly. Perché ha insistito, non ha voluto sentire ragioni. Ero ridotta veramente male. Avevo ferite dappertutto.

È passata una settimana, le ferite sono quasi guarite, almeno quelle esterne, ma non quelle della mia anima. Kelly mi ha detto quell'uomo è un pervertito, anche se è uno schianto e che non devo vederlo mai più.

La faccenda non si pone nemmeno, non so neppure dove cercarlo a New York, una città tanto grande da perdersi.

Eppure mi manca, sento come se qualcosa dentro di me si fosse spezzato, non solo perché gli ho dato la mia verginità.

«Karen, ecco la cioccolata calda» mia madre mi porta la tazza, dopo aver bussato.

È quasi Novembre fa piacere, ed è consolatorio. La cioccolata si accetta sempre.

Dopo questi giorni di vacanza dovrò tornare alla Columbia University e non so perché ma sento una morsa dentro che mi stringe il cuore, come se non volessi più ricominciare.

Forse è accaduto finalmente.

Mi sono innamorata.

Di un uomo sconosciuto, di cui non conosco neppure il volto perché indossava una maschera.

«Grazie, mamma» sorrido a malapena.

Lei capisce che voglio stare da sola. Ho trascorso gli ultimi giorni a piangere, mi sono sfogata con Kelly ma non abbiamo trovato soluzione al mio problema.

Rimango di nuovo sola e risento nelle mie orecchie quelle parole lascive, con le quali mi ha conquistata mentre mi scopava.

Il suo modo di fare l'amore, sbattendomi come se io fossi sua, e non avessi volontà.

È stata la prima volta per me e voglio rifarlo, voglio rivederlo, voglio rivivere quell'esperienza.

Mi tocco la figa, la cosa che a lui è piaciuta tanto.

Si è richiusa e io voglio che lui la riapra. Voglio che il mio clitoride schizzi all'infuori come ha fatto quella volta, come un labbro aperto verso di lui.

«Ah» lascio andare un gemito, mentre il pollice mi sfiora il sesso.

Vorrei toccarmi ma non posso, con i miei genitori in casa.

Forse farò un bagno e mi chiuderò a chiave.

Sto per prendere l'accappatoio quando il mio telefono squilla.

«Alec, che sorpresa!» riconosco il numero che ho tenuto memorizzato dopo tanto tempo. Il mio ex ragazzo del liceo.

«Ciao, Karen. Come stai? Come vanno le cose alla Columbia? Sono a New York, ti va di vederci?»

Lui è stato preso a Yale.

Ci siamo separati a malincuore, anche perché eravamo una bella coppia; tutti credevano che saremmo finiti assieme dopo il diploma, invece non è stato così.

Purtroppo. Mi sarebbe piaciuto rimanere con Alec, lui è il sogno di ogni mamma, è gentile, educato.

«Certo, vediamoci» naturalmente accetto. Ho voglia di vederlo e mi manca.

Anche se in mente ho Edward, il mio Gentleman, che mi sta facendo spasimare. Ma non posso rovinarmi la vita per lui, non posso impazzire per un uomo che forse non rivedrò mai più.

Per questo devo rassegnarmi.

***

Arriva venerdì sera, sono pronta per uscire con Alec. Indosso una gonna rosa corta, una camicia bianca di seta. Non sono elegante come quando sono andata al ballo al Club, ma sembro una ragazza come tutte le altre.

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