Il fuoco, era soltanto il fuoco che mi appariva davanti, ogni volta che chiudevo gli occhi. Soprattutto quando avevo paura. Come in quel momento.
Ero emozionata e terrorizzata.
Mi osservai allo specchio, sistemando i risvolti del mio vestito rosso.
Avevo scelto quel colore quasi inconsciamente, ma stava bene con i miei capelli scarlatti: li avevo appena ondulati e mi cadevano in lunghe ciocche fino al nastro sotto il seno dell'abito, in stile impero.
Forse, avrei dovuto scegliere qualcosa di più sexy per il ballo di fine anno prima del diploma, ma appena lo avevo visto in quella vetrina, in quel negozio del centro di Portland, me ne ero subito innamorata.
Ancora non riuscivo a credere che Jim Lawrence mi avesse invitata al ballo. Biondo, muscoloso, richiesto da ogni studentessa del mio corso.
Uno dei ragazzi più fighi dell'ultimo anno, che frequentavano il mio liceo.
Eravamo usciti poche volte, c'era già stato qualcosa fra di noi, ma a parte qualche bacio sui sedili della sua macchina non c'eravamo spinti ancora oltre.
Quella sarebbe stata una serata magica, per noi.
Per quel motivo ero terrorizzata.
Sapevo come andava a finire, di solito, quando non controllavo le mie emozioni.
Succedeva sempre qualcosa di orribile.
Una macchina sostò sotto casa mia, mi affacciai alla finestra e vidi una Jeep grigia. Era lui, Jim. Cercando di controllare i battiti del mio cuore, afferrai la borsetta, e scesi di sotto.
In soggiorno, trovai mia madre, assieme al suo compagno, Joshua.
Lei con uno dei suoi pigiami da uomo camicia e pantaloni, e i capelli castani legati in una coda di cavallo. Lui con una tuta blu Adidas.
Chiunque ci avesse visti, avrebbe pensato che fossero i miei fratelli maggiori, considerato il loro aspetto: mostravano meno della loro età e amoreggiavano di continuo, come due colombi.
Stavano guardando alla televisione un vecchio film in bianco e nero, con due lattine di birra in mano. Appena mi videro, saltarono subito in piedi dal divano e mi si avvicinarono con aria sorniona.
«Lilith, sei uno spettacolo» mamma prese subito il suo telefono cellulare dal tavolo e cominciò a fare foto a raffica.
Lei scattava selfie di continuo e Instagram era la sua seconda vita.
Joshua incrociò le braccia al torace, mostrando il broncio, dopo aver visto la scollatura del mio vestito. «Hai avvertito il giovanotto in questione che se solo prova ad allungare le zampe io...»
«Ehi, sto solo andando a un ballo scolastico» agitai le mani. «Sono adulta e vaccinata.»
«E soprattutto, non è più vergine da un pezzo» rimarcò maliziosa mia madre.
«Mamma!» avvampai, spalancando la bocca. Non era la prima volta che mi metteva a disagio parlando in quel modo: le avevo raccontato le mie esperienze e conosceva, più o meno, quasi tutti i miei ex.
Che erano all'incirca quattro.
Rise isterica, continuando a scattare foto.
«Susan, maledizione» anche Joshua la riprese.
Stavano assieme da quasi cinque anni, ovvero da quando papà ci aveva lasciate, morendo in un incidente automobilistico.
Se non fosse stato per Joshua, lei non ce l'avrebbe mai fatta e sarei sempre stata grata a quell'uomo, per averla tirata fuori dalla depressione.
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HELLFIRE (ESTRATTI)
ParanormalUn amore che brucia più delle fiamme dell'Inferno. Non esiste passione senza tormento, non esiste pace per un'anima maledetta che ama per la prima volta. «È stato nell'attimo stesso in cui ti ho vista, che mi sono reso conto di essere sempre stato m...