BILLIONAIRE 5' Capitolo "Amministratore delegato"

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È mattina e mi sembra di non aver chiuso occhio per notti e notti intere. Oggi c'è la riunione con quelli della Harper e mi sento del tutto impreparata a quello che avverrà.

Mi sento agitata, così mi alzo e decido di farmi un caffè molto forte per riprendermi. Dopo segue una lunga doccia bollente in cui cerco di ricordare tutti i grafici degli appunti che mi ha stampato Yates, ma è impossibile.

Sono troppo emozionata per via del meeting.

Indosso un tailleur rosa, anche se la gonna è corta, e poco trucco.

Una perfetta donna d'affari.

Metto i documenti nella valigetta nera di pelle che mi ha regalato Yates, e mi appresto a questa nuova avventura.

Scendo con l'ascensore e prendo un grosso respiro. Mi sento su di giri come quando devo sostenere un esame al college.

Esco dal palazzo e vado nel parcheggio interrato, dove c'è la mia Ferrari rossa.

Salgo a bordo e mi dirigo verso il grattacielo della New Style Company, per il mio appuntamento delle otto del mattino: la riunione con l'amministratore delegato della Harper Corporation Global Group Management.

Le strade di Manhattan sono piene di traffico e di persone, mi fermo subito a un semaforo rosso, c'è molta confusione.

Tamburello con le dita sul volante e rifletto su quello che mi aspetta.

Yates mi ha detto che quel maledetto miliardario voleva da tempo la nostra società e che ha colto la palla al balzo dopo la morte di mio padre.

Crede di avere trovato terreno fertile con me, ma si sbaglia di grosso.

Il signor Yates mi ha raccomandato fino alla fine di non cedere alle sue lusinghe e di non farmi abbindolare.

Arrivo al grattacielo della New Style e parcheggio la macchina nel mio posto, nel sotterraneo. Salgo con l'ascensore e aspetto quella salita interminabile, finché non arriviamo al piano attico, dove ci sono gli uffici.

Cammino con i miei tacchi a spillo e saluto le segretarie alla hall di accoglienza: «Buongiorno.»

«Buona giornata, Miss Stevens.»

«In bocca al lupo per la riunione.»

«Le porterò il caffè immediatamente.»

Mi piace essere riverita da quelle donne bellissime che lavorano per me e ne sono fiera. So farmi valere e so anche essere gentile con loro.

***

Entro nella sala riunioni e trovo già tutti presenti, o quasi.

Il mio staff è al completo, Yates mi accoglie sudato. «Miss, come va? Tutto a posto?»

«Sì, signor Yates... si calmi.»

È troppo nervoso.

Non riesco a calmarlo perché sono agitata anche io, ma non lo do a vedere.

Ci sono Smitherson e Stone, i miei due avvocati più agguerriti assieme a tutti gli altri. Poi i nostri collaboratori aziendali, già attorno al tavolo.

«Chi è che manca?» domando, osservandomi in giro.

«L'amministratore delegato della Harper. Tristan Harper» risponde Yates.

Che maleducato, osa presentarsi in ritardo.

Cinque minuti dopo, il citofono sul tavolo emette un clic e la luce rossa si accende, in modo che possiamo ascoltare tutti la voce della mia segretaria:

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