All'orizzonte...la possibile salvezza

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Sud della Francia

Ore 15:00

Il sole si era già nascosto dietro ai grossi nuvoloni che si erano formati nel cielo. Fra le fronde di quel fitto bosco non passava più un raggio di luce, ma bensì grosse gocce di pioggia.
Quel piccolo boschetto che per SCP 035 sembrava infinito.
Il ragazzo che stava fuggendo dalla sua vecchia vita.
Quella routine quotidiana all'interno dell'area di contenimento stava iniziando a dargli noia e lo rendevano sempre più piccolo in quel quadrato di spazio in cui viveva, quelle quattro mura che limitava la sua libertà. Le continue visite dei dottori non sembravano essere così fastidiose, visto che lui non collaborando, rendeva la ricerca più difficile e la sua vita ancora più un mistero.

Correva velocemente attraverso gli alberi di quel boschetto e nonostante si fosse  beccato spesso rami sul viso o sul corpo o avesse inciampato in pozzanghere cadendo su spine e fango, si rialzava subito per tornare a correre. Il suo viso, perlinato di gocce di sudore, descriveva ogni sfumatura della sua ansia e terrore.
I capelli rosso ramato scuro ricadevano a volte davanti al suo viso coprendo la sua visuale e lui, con un gesto rapido, li ributtava indietro concentrandosi solo a correre.
I vestiti erano ormai rovinati e sudici, pieni di strappi e fango, che cercano di proteggere la piccola sacca che si sta portando dietro.
Gli occhi scuri balzavano da un lato all'altro alla ricerca di un punto di salvezza. Non si girò manco un secondo, sapendo che se si fosse fermato un solo punto istante a dubitare, sarebbe tornato alla sua situazione iniziale.

E così, che dopo tanto tempo di corsa, scorse quello che sembrava un muro di mattoni rossi, avvolto dalle braccia di alcuni rovi e cespugli rampicanti. Si avvicinò speranzoso e, arrampicandosi con foga si appoggiò ad esso ansimando ancora non ripreso del tutto dalla corsa furiosa e, attraverso un buco causato da un mattone mancante, intravide quella che sarà la sua futura vita, quella che tanto ardiva e desiderava. Una grossa villa si stagliava di fronte alla visuale del povero ragazzo.

Decise dunque di scalare tutto il muro per arrivare in cima e nascondersi dentro. Si dovette tenere ben saldo al muretto poiché la pioggia incessante aveva reso scivolosa la salita.

Arrivato ormai alla cima, si tirò su troppo velocemente e il peso lo tradì, facendolo ribaltare all'interno dell'area della villa. Rimase lì a terra ansimando stanco.

Era troppo stanco e addolorato per potersi alzare. Era come se tutto lo sforzo caricato di prima si stesse ripercuotendo in quell'attimo di pausa. Il sonno prese il sopravvento e pian piano chiuse gli occhi, lasciando che le gocce di pioggia scivolassero sul suo corpo, mischiandosi col sangue e col fango. Mentre si lasciò trasportare dal nuovo sapore della libertà e dai sogni tanto ricercati, qualcuno vide il corpo di lui a terra.

due ore dopo

Il ragazzo si svegliò lentamente e non ci volle tanto a realizzare che non si trovava più a terra. Si sedette di scatto, preso dal panico che fosse stato solo un altro stupido e finto sogno. Dopo poco il suo battito iniziò a calare per tornare alla normalità quando notò lo spazio attorno a sé.

Le pareti non erano più del solito bianco vuoto, ma di un colore un pò più giallastro, quasi antico. Su di esse sono presenti degli ornamenti floreali che accompagnano lo sguardo del ragazzo per tutta la stanza.

La stanza era semplice, con pianta rettangolare e una porta di fronte al letto di lui. Il letto, posto attaccato al muro, dava spazio solo alla sua sinistra, dove sono presenti una finestra con una tenda bordeaux con decorazioni dorate, un comodino di legno scuro e una sediolina di paglia. Alla fine, a chiudere la visuale della stanza, nell'angolo opposto alla porta è presente un piccolo divanetto di pelle.

Il ragazzo rimase sorpreso alla vista della stanza, sconosciuta alla sua mente abituata alla classica stanza d'ospedale vuota e pallida. Il ragazzo infine, pose lo sguardo su se stesso, notando le numerose e delicate cure poste sul suo corpo, avvolto in vestiti sconosciuti a lui. Sul suo viso si formò un lieve sorriso per poi espandersi a formare una piccola risata di felicità. Il suo attimo di gioia fu interrotto da qualcuno che bussò alla sua porta e, poco dopo, un maggiordomo si presentò nella sua stanza. La sua eleganza, la sua postura e il suo sguardo terrorizzò un pò il ragazzo che, preso dall'ansia, si tirò anch'esso su con la schiena assumendo una posa abbastanza decente.

Il maggiordomo si schiarì la voce, per poi parlare con aria alquanto seria:

[ Buongiorno ragazzo. Siamo lieti di vedere che le cure da noi praticate hanno dato un buon risultato. La prego dunque di cambiarsi con gli abiti che le porgo. I padroni la aspettano nella sala. Faccia in fretta, la aspetto fuori dalla porta]

Finito il discorso, non diede tempo al ragazzo di porre domande che fu subito fuori dalla stanza. Sapeva che a quello ci avrebbero pensato i due padroni della casa.

Il ragazzo si alzò e vide i vestiti che avrebbe dovuto indossare e, dopo un grosso sospiro, si diede forza per iniziare quella nuova vita con il piede giusto.

ANGOLO AUTRICE

eccomi qua! che ne dite?

Ci ho messo un bel pò a scrivere e spero che i miei sforzi serviranno a trarre qualcosa.

Per ora è difficile poter comprendere la versione di SCP 035 che ho deciso di fare. Ora appare come un semplice umano in fuga dal contenimento, ma presto (probabilmente nel prossimo capitolo si capirà qualcosa) si inizierà a sviluppare la mia idea principale.

e niente, volevo solo chiarire ciò.

per ora non vi chiederò di pormi domande,visto che siamo ancora al primo capitolo,sicuramente al prossimo inizierò con le ask.

Alla prossima!

MANDY





~Ghigliottina d'amore~ (SCP 049x035)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora