Ubbidisci . . .

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Palazzo De Chauliac

ore 18:00

Il ragazzo ormai pronto si mise davanti alla finestra, per darsi una prima occhiata al suo nuovo abbigliamento prima di presentarsi. Nel poco riflesso che si era generato sulla finestra diede una strana impressione al ragazzo: non si trattava solo del fatto che il ragazzo si vide completamente cambiato, ma sentiva come se mancasse qualcosa in lui, qualcosa di vitale importanza. Il ragazzo, non ricordando nulla dell'accaduto di poche ore fa, decise momentaneamente di tralasciare e provare a riacchiappare qualcosa nei discorsi che farà con i due padroni.

Deciso di questa soluzione, si avviò verso l'uscita della stanza. Arrivato di fronte alla porta si fermò un attimo, sentendo il maggiordomo dialogare con qualcuno. Le voci sembrano ovattate e lontane, visto lo spessore della porta. Non voleva intromettersi e spezzare il filo del loro discorso, ma non voleva nemmeno fare ritardo al colloquio. Aprì appena la porta e solo pochi attimi dopo si accorse della bambina che gli stava attaccato alla gamba e per un attimo sussultò pietrificandosi.
Si trattava di una bambina di circa 5/6 anni, con lunghi capelli neri e un vestitino lillà chiaro, con numerose decorazioni fatte di perline e lustrini sulla parte inferiore della gonna. Sulla testa porta un piccolo cerchietto con un cappellino del medesimo colore e motivo del vestito.
La bambina non si volle staccare e ci pensò il maggiordomo a rimproverarla [signorina De Chauliac! Questo è un modo inadatto di accogliere un ospite!]
La bambina si staccò dalla gamba di lui e, poggiando le braccia ai fianchi e con una smorfia sul viso, ribatté insoddisfatta [non è giusto! Mamma e papà non vogliono presentarmelo!]

Il ragazzo intanto, stava impallidendo sempre di più. Non stavano parlando la sua lingua, ma aveva riconosciuto alcune parole. Si trattava di francese, l'aveva sentito da alcune conversazione degli scienziati fuori dalle celle,ma aveva notato un accento diverso nel tono che lo stava confondendo. Nonostante riuscisse a comprendere ciò che dicevano collegando le uniche parole che ha capito in un senso logico, non sarebbe mai stato capace di parlare di fronte ai due padroni. Per questo sentì dentro di sé che quello spirito di determinazione di prima, svanì all'istante e fece spazio a numerose accelerazioni del battito cardiaco.

Non ci volle poco che il maggiordomo, notando il suo viso, rispose a sua volta usando la sua lingua: [non ti preoccupare, i due padroni sono poliglotti, capiranno lo stesso]. Il ragazzo alla sua risposta tirò un sospiro di sollievo e fece un leggero cenno con la testa, come per dirgli che è pronto al colloquio.

Intanto, i primi raggi di luna attraversavano le vetrate, rendendo il tragitto più morbido alla vista.

Ore 18:10
Sala 1

Nella stanza si aggirava ormai l'odore della cenere del camino, mischiato ad un leggero e dolce profumo di rose e cioccolato. Se prima nella stanza del ragazzo c'era solo qualche semplice decorazione e mobilio qua e là, in questa sala la musica e l'arte si erano dati alla pazza gioia. Sulle pareti giallastre le decorazioni floreali si mischiano fra di loro formando un vero e proprio gioco che si prolunga su tutte le pareti. I mobili, compreso il tavolino da thè e la vetrinetta posta affianco alla porta, sono fatti di legno scuro. Due divanetti, posti di fronte uno all'altro, sono leggermente inclinati verso il caminetto. Entrambi sono fatti di un tessuto simile al velluto bordeaux. A coprire un po' le pareti ci sono qualche quadro di qua e di la, e una statua di un angelo copre uno degli angoli della stanza. Sul tavolino, intermezzo fra i due divanetti, c'è un piattino con profiterole e macarons di vario gusto,una bottiglia di champagne e tre calici.

Il ragazzo era entrato da poco e l'atmosfera, seppur irrequieta, sembrava delicata e silenziosa. Non ci volle molto a notare le due figure sedute sui due divanetti ma, nonostante ciò, si limitò a guardarsi attorno esterrefatto. Era arrivato alla casa nemmeno da mezza giornata e tutto gli sembrava fantastico e nuovo.
Il ragazzo tornò infine a guardare le due figure, soffermandosi sulla donna, visto che fu la prima a rompere il ghiaccio,voltandosi verso di lui
[Bonsoir, cher invité. J'espère que vous apprécierez votre séjour dans cette maison] (Buonasera,caro ospite. Spero che la vostra permanenza in questa casa sia di vostro gradimento)

~Ghigliottina d'amore~ (SCP 049x035)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora