«Inspirai. Espirai. Mi sembrava di impazzire, ma mi succedeva spesso.»
Io sono piccola, la solita ragazzina che non viene mai ascoltata da nessuno perché è sempre troppo piccola per fare qualsiasi cosa, ma abbastanza grande per assumersi enormi responsabilità. Sono dovuta crescere in fretta, la mia storia è particolare e articolata. Magari un giorno mi verrà voglia di raccontarvela, se qualcuno sarà disposto ad ascoltarmi. 
Ma ora, non sono qui per questo. 
In realtà non sono qui nemmeno per leggere. Io non leggo.
Io mi perdo dentro ad un mare di pagine che odorano di vita, sfogliandole mi sento anch'io un po' più viva, e mi stupisco ogni volta di quanto un libro scritto da una persona così estranea dalla mia esistenza possa farmi scoprire un po' più di me. 
Io non leggo, io mi dondolo tra la varietà di quell'orizzonte sconfinato di parole, gioco con le lettere che fanno capriole nella mia mente, e scambiate tra di loro possono inventare nuove storie, creare magie. E in tutto questo, è meraviglioso come del banale inchiostro possa farti rabbrividire.
Io non leggo, questo faccio.
Ma torniamo a me.

Spesso mi sono sentita ripetere la fatilica frase: 'Perché non scrivi un libro? Hai un talento innato per la scrittura'.
Ma le persone non capiscono ciò che faccio io, nessuno lo capisce. Io non scrivo, io imprimo su carta la mia storia, faccio traspirare le emozioni che scalpitano per uscire da questo corpo, ma che non conoscono altro modo che questo. Non scrivo, faccio disegnare alla mia penna le pagine della mia storia, e sembra che danzi su quei fogli, che abbia vita propria. Scrivere è una cosa che adoro fare, riesco ad esprimere i miei pensieri, riesco a far emergere ciò che sono. 
Ma io uno scrittore lo ritengo tale se riesce a far appartenere la sua storia ai lettori, a renderla sempre più loro, a far capire loro chi sono davvero e cosa vogliono diventare.
Solo che io, devo ancora scoprirlo di me stessa. Devo scoprire ancora molto di me, e sono qui per questo.