Six

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I capelli d'un caldo castano ricadevano scomposti sul morbido cuscino, rincorrendosi in boccoli morbidi. Ne ricordava la consistenza, quando ancora gli era concesso immergervi le dita per accarezzarli.

Scacciando i ricordi si rivolse al maggiordomo, Flegel Reebs, che gli era accanto con riverenza.

<Ha trascorso una nottata serena?> domandò il nobile

Il servo anziano si inchinò come di consueto e rispose prontamente, tradendo ancor più preoccupazione di quella che esprimeva solitamente.

<La padrona si è svegliata due volte, signore, in preda agli spasmi. Nifa, la cameriera, è però riuscita a farle bere la sua medicina>

L'uomo lo invitò a continuare, certo che il servitore avesse altre notizie sullo stato della padrona di casa.

<Ha invocato il vostro nome, Signore. Gridava disperatamente.> ammise il servo.

<Suppongo che le parole da lei pronunciate siano nient'affatto lusinghiere,come di consueto> ribatté, gelido. Prese a scandagliare il viso della donna, sul quale fiorivano rughe premature, adombrato dalla follia.

<Mi duole informarla che, sì, ha ragione, come sempre mio signore, vi imploro di non domandarmi di ripeterle.> rispose Flegel. Essere costantemente a contatto con la padrona l'aveva provato fisicamente, tanto da costringerlo a chiedere al nobile di essere assistito da un altro membro della servitù. La scelta era ricaduta su Nifa, una giovane cameriera, e Falco, il figlio dello stalliere. Tuttavia, la salute della donna andava peggiorando di giorno in giorno ed i tre si ritrovavano sempre più spesso a bramare la presenza di un medico.

<Mio signore, Nifa...Lei è convinta che sia necessario avvalersi di un professionista. Noi abbiamo-> tentò l'anziano, sudando freddo.

<La cameriera deve essere convinta delle indicazioni che io le ho fornito, cosi come te ed il ragazzino. Nella spiacevole circostanza che prevede un vostro dissenso, consiglio a tutti voi di prendere servizio in un'altra abitazione. Certo, la tua età potrebbe esserti di ostacolo,Flegel, ma non sarò certo io a limitare il tuo libero arbitrio, tantomeno quello della ragazza o del figlio dello stalliere.> il Padrone aveva parlato rapidamente, maneggiando le parole con maestria e velocità, come di consueto.
Il servitore lo guardò preoccupato e scosse il capo con sin troppa enfasi, il che gli costò un'occhiata di disapprovazione.

<Padrone, non era mia intenzione... vogliate perdonarci. Trasmettere le vostre volontà ai miei compagni sarà la mia priorità> riuscì ad articolare

<Ne sono lieto. Avverti i cuochi di preparare la cena, muoio di fame.> disse sorridendo, come faceva sempre quando otteneva ciò che voleva.

Dedicò un'ultima occhiata al viso stanco della donna, soffermandosi sugli spigolosi zigomi bianchi e la curva delle labbra screpolate.

"Sei proprio brutta", pensò con amarezza.

*

Il complesso del palazzo fronteggiato da un ingresso con due torri gemelle ai fianchi, comprendeva ampi giardini colmi di eleganti siepi accuratamente potate. La parte a sud del cortile permetteva di godere della vista delle splendide colline circondati la dimora. La classe dei duchi di Bodt era riconosciuta in tutto l'impero. Pertanto, Kaspar Ackerman e la sua determinata consorte, non potevamo che dirsi lieti delle visite che la loro nubile secondogenita soleva fare alla magione.
La ragione ufficiale era da attribuirsi alla storica amicizia che Mikasa aveva stretto con la coetanea Mina, duchessima e sorella del futuro duca, Marco. I consorti Ackerman, tuttavia, bramavano da sempre un possibile avvicinamento della figlia e dell'erede dei Bodt che,tuttavia, non sembrava destinato a realizzarsi nonostante le pressioni esercitate da Britta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 23, 2022 ⏰

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