Five

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L'intera corte viennese,il giorno successivo , si riempì di curiosità e fermento grazie all'arrivo di un ricco convoglio di carrozze.
Riccamente decorate e portatrici dello stemma reale dei Fritz, la famiglia reale inglese, raggiunsero il palazzo in tarda serata con sommo disappunto della servitù che non era stata avvisata e si ritrovò, all'ultimo minuto, ad imbastire un decoroso benvenuto per il cugino del re ed il suo seguito.

La colpa era tutta di Historia: da una settimana era a conoscenza della visita degli inglesi ,i quali si erano annunciati secondo il buon costume del tempo, ma per ripicca aveva preferito regalar loro una permanenza tutt'altro che gradita.

Non li voleva e non ne faceva mistero.

Ma l'imperatrice era anche inguaribilmete vanitosa e piena di sé: voleva mostrare ai suoi ospiti tutto lo sfarzo e la ricchezza posseduti dalla corona austriaca per suscitare le invidie del monarca inglese.

Il cugino di re Zeke I Fritz, il conte Reiner Braun, era un ragazzone alto e robusto ,dai corti capelli biondi e gli occhi sottili. La barba era lunga ma curata e nascondeva in parte la mascella squadrata. Girava voce che fosse un eccellente cavaliere ,oltre ad amare follemente le armi. Possedeva svariati territori in Scozia e due castelli in Irlanda.

Portava con sé quelli che ,si diceva, fossero suoi cari amici: una donna piuttosto giovane ,anch'ella bionda, il viso affusolato rovinato da un setto nasale sproporzionato rispetto all'eleganza dei suoi lineamenti, gli occhi grandi ed azzurri sempre nervosi e le sopracciglia aggrottate. Annie Leonarth, povera in canna secondo voci di palazzo.
Vi era poi il duca Berthold Hoover, alto come un lampione e piuttosto magro, costantemente teso come una corda di violino. Capelli corti e scuri, un grande patrimonio ed un potenziale matrimonio con la Leonarth da definire. Si vociferava che la futura consorte lo avesse totalmente in pugno.
Ultima ma non per importanza Pieck Finger, anch'ella cugina del sovrano, nobildonna venticinquenne ancora nubile e disabile, costretta sulla sedia a rotelle. Capelli scuri lunghi e acconciati con cura, occhi vispi ed espressione quieta ma indecifrabile. Oscuro rimaneva il motivo della sua presenza lì.

Il nobiluomo inglese iniziò subito ad elargire complimenti all'imperatrice, lasciandola diffidente ed irritabile.

<Accoglienza impeccabile, mia signora. Il mio sovrano sarà lieto di saperlo.> si inchinò, dopo aver baciato la mano inanellata che Historia gli aveva porto.

<Il vostro sovrano riteneva possibile che un impero come quello austro-ungarico non fosse in grado di accogliere decorosamente i propri ospiti?> tentò di metterlo in difficoltà lei

<Assolutamente no, temo mi abbiate frainteso. Se così dovesse essere me ne rammarico ,perdonatemi> rispose lui un po' agitato mentre lei lo guardava di sbieco.

<Non rammaricatevi, i miei servitori vi condurranno alle vostre stanze e porteranno le vostre valigie > ribatté lei .

Lui si inchinò brevemente per poi congedarsi, raggiungendo i suoi compagni di viaggio per spiegar loro la situazione.

<Tu, sta attento con quella la sedia a rotelle> Reiner si rivolse ad un ragazzo ,piuttosto alto in uniforme da lavoro ,intento a spingere la sedia rotelle di Pieck. Capelli castani scuri ,occhi semi nascosti da copricapo.

<forza Yan, ho voglia di farmi una bella dormita> lo esortò la corvina.
E mentre la Reiss guardava da lontano il corteo che si allontanava non poté non far caso alla grazia e dolcezza che il giovane emanava.

*
<un rivoluzionario?> Eren strabuzzò gli occhi , scampato al soffocamento da vino per un soffio.

<Precisamente > gracchiò lei, non abituata a fumare così tanto.

༓𝓟 olicy of truth|| 𝓔𝓻𝓮𝓶𝓲𝓷™Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora