"Ho un regalo per te".
Harry si alzò, riportando il pallone a Louis. L'aria aveva un odore fresco e frizzante, il freddo che pizzicava il naso di Harry, ma lui non voleva ancora entrare. "Un regalo?"
"Non ce l'ho qui però", disse Louis, aggiustando il suo cappello di lana. "È in camera mia".
"Che cattiveria", si lamentò Harry, facendo il broncio mentre calciavano la palla avanti e indietro. "Mi stai prendendo in giro".
A volte gli piaceva giocare a calcio nel piccolo parco vicino all'università e ai dormitori, lo stesso parco che Harry avrebbe sempre ricordato come il luogo in cui si erano detti 'ti amo' per la prima volta.
A parte qualche persona di passaggio, erano gli unici lì quel giorno, il che era bello. Almeno non avrebbero dovuto guardare tanto dove scalciavano. L'ultima volta avevano colpito Niall in faccia.
Probabilmente fu per quel motivo che Niall non volle andare con loro.
"Non sono cattivo. Volevo solo farti eccitare, sai? Le cose buone arrivano a chi aspetta".
Harry ebbe la sensazione che dovesse essere un doppio senso. Gemette e nascose il suo viso nella sciarpa mentre guardava Louis fare un po' di palleggi. Erano passati tre giorni, quindi stava relativamente bene, ma Louis non gli rendeva certo le cose facili.
"Sei terribile", informò Louis con arroganza e prese la palla con il piede.
"E ti prenderai un raffreddore se non ti metti il cappello la prossima volta". Alzò le sopracciglia scetticamente, i ricci di Harry che si agitavano al vento.
"Sì, mamma." Alzò la palla e si diresse verso Louis, il suo respiro si condensò nell'aria a ogni espirazione. "E parli tu che indossi ancora le tue dannate scarpe da tennis".
"Sì, ma ho due paia di calzini", disse Louis, come se fosse l'unico argomento di cui aveva bisogno di parlare. "Però farebbe ancora meno freddo se mi baciassi".
"Forse lo farebbe se mi dessi il mio regalo".
Louis tirò di Harry per le tasche del cappotto e gli baciò il sorriso. Harry lasciò cadere la palla e la lasciò rotolare di lato per avvolgere le braccia intorno alle spalle di Louis.
"Ehi", disse Louis, sfiorando le loro bocche per un altro veloce bacio. "Ti amo".
Lo faceva ancora sentire come se avesse inghiottito uno sciame di farfalle. "Ti amo anch'io".
Louis strofinò le mani su e giù per i fianchi di Harry, le guance rosa. "Ti ho detto che oggi mi piace come sei vestito? Perché mi piace."
"Adesso sì", disse Harry con un sorriso, la fossetta che si infittiva sotto le labbra di Louis mentre baciava la guancia di Harry. Non indossava niente di speciale, solo i suoi jeans stretti con uno strappo sul ginocchio, i suoi vecchi stivaletti e un cappotto marrone con una calda fodera di pelle di pecora.
"Sei davvero carino".
La pelle di Harry sembrava calda nonostante il vento freddo. "Anche tu."
"Indosso una semplice tuta."
"Sì, ma ti sta stretta intorno al sedere e ti sta benissimo." Baciò Louis per farsi valere e poi gli si accasciò addosso per poter appoggiare il mento sul colletto peloso del cappotto nero del liscio.
"Ti ho detto della prima volta in cui mi sono reso conto di essermi innamorato di te?". Chiese Louis, le braccia strette intorno alla vita di Harry mentre le faceva ondeggiare al loro posto. Harry si rilassò completamente dentro di lui e lasciò che Louis le muovesse lentamente, con le palpebre che si abbassavano per quanto fosse comodo.
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Faking It [Larry Stylinson] || Italian Translation
FanfictionUn'università in cui Louis è il migliore amico di Harry da quando gli ha offerto frutta a cubetti nel parco giochi, e passano più tempo a coccolarsi nei loro letti del dormitorio che a fare altro, come se stessero insieme, ma non è così. O forse sì...