Capitolo 3

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Harry aveva bisogno di far uscire Louis dalla sua stanza il più rapidamente possibile. Si trattava di una questione di grande emergenza.

Inorridito, vide il dildo che si era dimenticato di mettere via dopo averlo lavato, mentre se ne stava lì in piedi sul comodino sotto la finestra come una specie di trofeo decadente, mentre Louis entrava tranquillamente dietro di lui e si toglieva le scarpe.

Harry si bloccò, pensando di far uscire Louis dalla sua stanza e di far finta di avere un'infestazione di formiche o-

Troppo tardi. Louis era già seduto sul suo letto, si stava togliendo i calzini e si stava sistemando. Harry era troppo paralizzato per commentarlo.

E va bene. Va bene. Forse non se ne sarebbe accorto. Harry avrebbe solo dovuto tenere l'attenzione di Louis lontano da quel lato della sua stanza e spostare di nascosto il dildo una volta che Louis fosse stato distratto.

"Hai intenzione di startene lì a fissarmi in modo strano?"

Il suono della voce di Louis riscosse un calcio a Harry dal suo stato di leggera trance. Sentì la bocca piegarsi in un sorriso maniacale mentre si affrettava a sedersi accanto a Louis, così che il liscio, una volta di fronte a lui, si sarebbe girato verso il comodino.

Era così, così fottuto. E non nel modo in cui lo era stato la sera prima.

Ora non era davvero il momento di pensare a se stesso che cavalcava quel dildo. Solo che ora non riusciva a fermarsi.

Non guardarlo, non guardarlo, cazzo.

"Non mordo", disse Louis, accarezzandosi le ginocchia come se stesse chiedendo a Harry di sedersi sul suo grembo. Questo era il tipo di visuale che Harry doveva assolutamente evitare in questo momento.

"Farò schifo! Non, tipo," smetti di pensare a succhiare, maledizione, "Non l'ho fatto davvero... non l'ho fatto molto".

Louis non aveva davvero alcun diritto di apparire così carino e gentile quando Harry stava per cagarsi addosso per più di un motivo.

"Lo so, amore. E' per questo che lo stiamo facendo. Per non sembrare un po', eh, beh... imbarazzante, credo."

"Ehi" brontolò Harry, il cuore gli sprofondò nel petto, "Quindi pensi davvero che non ci riuscirò."

"Certo che no. Solo che non ci siamo mai, sai, baciati in quel modo. Tu ed io. C'è da aspettarsi che non saremo in sincronia. Ci togliamo dall'imbarazzo adesso, così non ci mettiamo in imbarazzo dopo, facendo finta di non aver mai pomiciato prima", disse Louis, armeggiando con l'orlo della sua maglietta come faceva quando era nervoso per qualcosa.

Sapere che anche Louis era nervoso per questo rendeva il tutto un po' meno spaventoso.

"Anche tu sei nervoso?" Chiese Harry, sprofondando sul letto accanto a Louis.

Louis tirò fuori una risata, fissando il pavimento. "Sì, sì. Un po'. Cazzo. Scusa."

"No, non dispiacerti. Tipo, mi dispiacerebbe essere l'unico a cagare mattoni in questo momento."

Louis ridacchiò, con la voce leggermente acuta e così carino che Harry avrebbe voluto prendergli la faccia e guardarlo per anni.

"Siamo solo noi, però. Ci sei solo tu. Noi staremo bene. Giusto?" chiese Louis, rivolgendogli un rapido sguardo, in cerca di rassicurazione.

Non importava cosa Harry sentisse, lui lo sapeva. Sarebbero stati bene. Loro due, loro due, potevano superare qualsiasi cosa. "Sì. Andrà tutto bene. Te lo prometto."

Louis annuì a se stesso e si contorse su un fianco finché non si trovò di fronte Harry, un'espressione risoluta sul suo volto. Ricordava a Harry quella volta che Louis aveva giurato che avrebbe cucinato dei biscotti per il tredicesimo compleanno di del più piccolo. Non erano stati molto commestibili, ma Louis aveva fatto del suo meglio, e questo era tutto ciò che contava allora. Ora era lo stesso.

Faking It [Larry Stylinson] || Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora