4

87 7 8
                                    

<Un panino con mozzarella pomodoro e insalata e un caffè, grazie.>

<Anche per me uguale, grazie.>

<A voi!>

<Quindi, mi spieghi perché mi hai seguito anche qui?>

Lev e Yaku erano seduti ad un tavolo, in un bar vicino all'appartamento. Yaku si era diretto lì, dopo essersi munito di occhiali da sole e un cappello, come al suo solito durante la pausa pranzo e Lev lo aveva seguito, non conoscendo il quartiere e quindi non sapendo dove andare.

<Ahem... mi fa piacere chiacchierare con te! Se dobbiamo lavorare insieme, tantovale iniziare a conoscerci meglio!>

A Yaku si strinse lo stomaco. Perché avrebbe dovuto conversare con lui? Era troppo presto perché venisse a sapere tutto. Non doveva dire nulla che potesse portarlo a raccontare del suo passato, non adesso, almeno.

<Che ne dici se invece vai ad un altro bar e non mi scassi le palle?>

<Uh uh, cos'è tutta questa cattiveria? Pensavo che stessimo diventando amici...>

<Sono sempre stato cattivo con te, e poi non siamo "amici".>

<Ecco a voi, buon pranzo!> li interruppe la cameriera.

<Grazie.> Lev aveva abbassato lo sguardo, incassando il colpo. Doveva ammettere che un po' gli dispiaceva, stava cominciando a provare una certa simpatia per il bassetto, ma come al solito la sua gioia era stata bloccata sul nascere.

Yaku d'altra parte si sentiva un po' in colpa. Si era abituato ormai a vedere il gigante sempre radioso e felice, e gli dispiaceva farlo stare male. Così prese la decisione che non si sarebbe mai immaginato di prendere, raccontargli parte della sua infanzia.

<Ero piccolo, ma avevo una mira formidabile, per questo mi ha preso come suo cecchino personale.>

Haiba alzó lo sguardo lentamente. <Cosa?>

<Ti sto dando un'opportunità per conoscermi, non sprecarla.> Morisuke lo guardó storto, neanche lui credeva a quello che stava facendo.

<Mi esibiva come un trofeo quando incontravamo i suoi amici, e quando incontravamo i suoi nemici, beh, lì ero da un'altra parte, e loro avevano un mirino puntato alla tempia.>

<Quanti anni...> un sussurro uscì dalle labbra di Lev, che si perse nella confusione del bar.

<Cosa?>

<Quanti anni avevi?>

Yaku esitó. Se gli avesse detto a quanti anni aveva cominciato a lavorare per quell'uomo gli avrebbe dovuto raccontare tutto. Ma ormai, non poteva più mentirgli.

<5, avevo 5 anni.> e la prossima domanda era d'obbligo.

<E i tuoi genitori?> l'incubo di Morisuke, se l'era cercata e, ormai, si aspettava una domanda simile.

<Abbiamo ancora un'ora di pausa, ci facciamo mettere i panini in un sacchetto e andiamo in ufficio, non mi va di raccontarlo in un bar.>

************************************

<Credo che avessero dei debiti con lui, non so di preciso in cosa.>

Lev e Yaku si erano chiusi in uno degli uffici, per finire il discorso.
Gli altri nell'organizzazione già sapevano della situazione del più basso, ma Morisuke voleva comunque un po' di privacy.

<È entrato, una sera, con i suoi, e ha ucciso i miei. Mia madre mi aveva nascosto, quindi fino all'ultimo lui non sapeva che ero lì. Poi, mentre stava uscendo, si è ricordato che Annalise e Satouru avevano un figlio e mi ha trovato, ma ha deciso di crescermi e allenarmi come suo cecchino privato, al posto di uccidermi. Diciamo che quando l'ho abbandonato, durante un incontro con un esponente abbasta importante, non è stato molto felice, soprattutto dopo che questo gli ha sparato ad un'occhio.
Ora vuole uccidermi, ma anche io voglio ucciderlo, come vendetta, quindi siamo pari. Kuroo era solo un ragazzino a quel tempo, ma ha deciso di aiutarmi, a quanto pare ha anche lui dei conti in sospeso con la mafia.>

꧁𝕊𝕟𝕚𝕡𝕖𝕣𝕤꧂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora