Capitolo 8

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Quella mattina Louis non salta fuori dal letto per andare a fare colazione; sperando che il suo piano funzionerà.

Rimane a casa e messaggia casualedwards, la testa sotto le coperte e un sorriso attaccato alla faccia. Sorride così tanto da essere sicuro di aver sviluppato delle rughe permanenti intorno agli occhi. Stanno parlando senza senso, come al solito, come se oggi non dovessero incontrarsi. Sembra così surreale. Oggi il suo mondo cambierà.

È sicuro di baciarlo. Sicuramente lo bacerà e si assicurerà di tenergli la mano. Louis vuole passare la giornata con lui, imparare tutti i suoi dettagli nascosti, imparare cosa lo rende felice, cosa lo rende triste. Imparare come funziona la sua vita. Vuole sapere tutto. Niente più segreti dopo questo. Louis vuole baciarlo ripetutamente e non gli importa se diventerà blu in faccia per la mancanza di respiro, lo bacerà.

Louis finisce per riaddormentarsi per un po'. Harry interrompe la sua dormita con un colpo sulla porta ed entrando nella stanza. Louis si rigira nel letto e sorride debolmente al ragazzo che gli porge un mezzo sorriso di rimando. Trotta verso l'australiano con un piatto di cibo, bacon e uova per colazione, suppone Louis. Lo poggia sul comodino e lo guarda alzarsi. Tossisce e sospira, senza avere contatto visivo con Harry.

"Stai bene?" domanda Harry, e Louis pensa che funzionerà perfettamente bene. Tossisce di nuovo e si lamenta quando ricade sul cuscino.

"Hai una pillola o qualcosa? Ho un terribile mal di testa e--"

"Sei malato?" chiede Harry. Louis fa spallucce. "Gesù, avresti dovuto indossare qualcosa di caldo venerdì, Lou," lo rimprovera Harry ma il moro ruota gli occhi e si stizza, scendendo sempre più in basso nelle coperte e nascondendosi. "Un po' di antibiotico?"

"Sarebbe piacevole," gracchia Louis. Harry è fuori dalla stanza in un batter d'occhio.

Fingere di avere una malattia potrebbe sembrare troppo improvviso, ma se questo gli consente di sgattaiolare di nascosto per incontrare casualedwards in un'ora e mezza, dovrà farlo. Eppure sta funzionando. Harry la sta prendendo bene. Forse perché è uno stronzetto credulone.

È ritornato con un bicchiere d'acqua e due pillole in mano. Le passa entrambe a Louis e gli dice che dovrebbe mangiare, così gli sistemeranno bene lo stomaco. Louis gli dice di non avere tanto appetito e riesce a vedere la faccia di Harry contorcersi con preoccupazione. Vorrebbe interrompere la recita e ridere per come il riccio sia diventato preoccupato. È ancora adorabile, premuroso e dolce. Però ancora un po' rompicoglioni.

Si rannicchia accanto al materasso e guarda Louis mettersi comodo nel letto. Sta sdraiato sul lato con gli occhi chiusi, con il piumone fino al collo. Apre un occhio e davvero non si aspettava che Harry fosse ancora lì. Sobbalza un po'.

"N-non hai altre cose da fare?" balbetta Louis. Ha paura che il ragazzo lo abbia scoperto.

Harry piazza una mano sulla sua spalla coperta e la stringe. "Devo andare in un posto per poche ore, ma se vuoi che qualcuno si prenda cura di te, posso rimanere--"

"No," dice Louis senza mezzi termini. "Harry, hai dei piani, non puoi respingerli per me."

"I genitori non sono a casa, chi si prenderà cura di te?"

Louis ruota gli occhi. "Harry, non sono un bambino di sei anni. Posso prendermi cura di me stesso. In ogni caso, dormirò."

"Sei sicuro?" gli domanda Harry. Louis non è mai stato più sicuro in vita sua. Vuole davvero che Harry si levi dalle palle.

"Prometto che starò bene," e con questo finisce la loro conversazione.

Harry gli sorride e massaggia le sue spalle ancora una volta, prima di protendersi in avanti e stampargli un morbido bacio sulla fronte. Louis rimane con un piccolo sorriso sulla faccia quando chiude gli occhi, e sente Harry lasciare la stanza. Aspetta fino a che il riccio scenda le scale e sbatta la porta, in modo da uscire da sotto alle coperte.

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