Capitolo 12

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Se i pancakes mattutini non sono mai stati rovinati così a causa di due adolescenti ...

Non sa nemmeno come si potrebbe chiamare questa forma. Louis aveva versato troppa pastella nella padella espandendola fino a formare un... beh, comunque è meglio di quello che riuscirebbe a fare un bambino di tre anni. Certamente non è un cerchio, ma non era neanche altro.

Harry deve pensare al lato positivo. Sono ottimi. Anche incredibili. Forse perché sua madre gli ha fatto e lasciato la pastella prima di uscire con Robin questa mattina. Forse sono ottimi perché è seduto fuori nel cortile con Louis sulle sue gambe, la schiena contro il suo petto e le braccia intorno al suo magro bacino. Forse perché la vista da qui è piacevole, con il cinguettio degli uccelli e l'ondeggiare degli alberi nella tiepida brezza.

Forse è per tutte e tre le cose. Harry non sarebbe sorpreso se lo fosse. Questo lunedì mattina è sicuramente migliore delle ore in cui devono prepararsi per la scuola.

Louis sta masticando leggermente. Il riccio riesce a vedere il movimento della sua mascella mentre la sua testa poggia sulla spalla del ragazzo. La sua mascella è così pulita e delicata. Sembra raso. Harry a volte ha paura di mordere lì. La pelle di Louis è così ben tenuta e non riesce ad essere più geloso di così. La sua non è mai perfetta, mentre invece il ragazzo seduto tra le sue gambe può mangiare quello che vuole senza l'improvvisa visita di stupidi brufoli e pelle grassa.

Ma non gli importa, perché se Louis lo sta ancora baciando e lo vuole portare a letto, allora sì, al moro non importa dell'aspetto di Harry. Anche se fosse stato tutto rosso e pieno di acne, Louis l'avrebbe amato un milione di volte in più di quanto dovrebbe.

"Dopo pranzo," sussurra Harry, toccando delicatamente il collo dell'australiano con il naso, "vogliamo andare a fare una passeggiata, magari andare a fare una bella nuotata?"

"Una nuotata?" domanda Louis vivacemente. "Nel lago di cui mi hai parlato?"

"No, quello è lontano dalla città," dice il riccio. "Ma c'è un piccolo laghetto qui. Si, potremmo andare lì. Il ruscello è molto più bello."

"Okay." Harry canticchia contro la sua schiena, baciandogli felicemente la pelle dorata e prendendo un altro pancake da mangiare. Però Louis gliela strappa via prima che raggiunga la sua bocca, e questo porta Harry a soffocarlo con una pila di pancakes in faccia.

La piccola lotta di cibo li conduce nella doccia. Si lavano insieme, senza perdere tempo mentre sono soli. Momentaneamente Louis ed Harry non hanno idea di dove siano andati i genitori, ma non se ne fregano niente. Se ne sono andati, e questa è una buona cosa. Il riccio vuole davvero scoparlo contro la porta del bagno e sentire i suoi gemiti. Sta sognando troppo.

Ma lascia scivolare via le sue pericolose e sporche speranze. Ora è a letto e sta coccolando Louis mentre guardano qualche film. Il moro è rilassato, la testa sulla spalla di Harry e i loro fianchi premuti vicini. Il riccio gira sempre canale e ogni tanto guarda Louis. Vuole baciarlo. Vuole fargli un pompino. Ora hanno tempo. Perché no?

Poggia le dita sulla pancia del ragazzo. Ama la sua pancia. È così morbida. Louis è così morbido. L'australiano ridacchia nell'orecchio di Harry a causa del suo tocco e Harry arriccia le labbra sul suo collo. Morde la sua calda pelle, con la mano sul fianco lo tira più vicino, pronto a gettare via il computer dal suo grembo e mettergli la mano intorno. Gli mordicchia il labbro con i denti. Abbastanza presto, c'è un piccolo gemito, e questo è il segnale.

Il computer viene chiuso e spinto sul lato da Harry prima che la sua mano vada più in basso. È abbastanza sorpreso di notare le gambe di Louis divaricate per accogliere la mano del riccio, e anche, la sua piccola erezione nei pantaloni della tuta. Si domanda da quanto tempo Louis non si dia piacere. Non può farlo durante la doccia, nè al mattino nè la sera; c'è Harry con lui. Non può farlo prima di dormire; c'è Harry con lui. Louis va spesso in bagno a scuola, ma il riccio è sicuro che non sarebbe così disperato da segarsi là. Oh beh, l'attesa si conclude oggi.

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