la scatola nera

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Y/n's pov

Eravamo in macchina. Guidava Ellie visto che era l'unica delle due patentata. Era perché lei aveva avuto a dispozione un anno intero per fare quell'insignificante scuola guida che ci ritrovavamo in città, infatti Ellie fa gli anni a gennaio mentre io a dicembre.

Ho praticamente un anno in meno di lei e mi tocca sposarmi comunque.

È incredibile.

Durante il viaggio cominciai a mordermi nervosamente le unghie, non le staccavo ne le rompevo, le ammorbidivo ravanandoci un po' sopra e poi le torturavo a morsetti veloci e precisi.
Ellie non mi chiese che stavo facendo. Era ancora sconvolta. Guardava dritto l'orizzonte con sguardo vuoto, qualche volta mi voltavo rapidamente verso di lei per assicurarmi che fosse ancora viva, poi tornavo al mio lavoro sulla mia cheratina.

Ci fermammo davanti ad un edificio nero e squadrato, era stranamente curato. Tutti gli edifici della città cadevano a pezzi, le varie guerre civili scatenatesi in seguito all'epidemia avevano devastato tutti gli immobili che si trovavano ancora in zone discretamente abitate.

Davanti alla scatola nera c'erano centinaia di ragazzi e ragazze tutti mischiati fra loro che fantasticavano su quali di loro sarebbero stati accoppiati.

Mi venne un altro crampo allo stomaco ma mi trattenni.

La gente più vicina alla strada indicava la vecchia panda su cui ci trovavamo io ed Ellie. La macchina era diventata una specie di bene di lusso, le agenzie erano svanite in poco tempo perché la guerra e l'epidemia portarono anche ad una crisi economica come se non ce ne fosse abbastanza. Inoltre nelle guerre civili che si sono susseguite dopo la comparsa del virus hanno decimato i veicoli sia a quattro che a due ruote senza parlare degli aerei che si trovavano incendiati nei boschi o nelle vecchie metropoli.

Io cominciai a fissare incredula tutta la gente che si trovava all'esterno dell'auto. Ricevetti alcuni saluti ma non ci feci troppo caso.

Ellie continuava a guardare avanti cercando di farsi strada fra la folla, che intanto ci era praticamente montata addosso. Il suo sguardo era ancora vuoto.

I parcheggi non esistevano più ma trovammo un posto appartato per lasciarci la macchina. Era sopravvissuta al genocidio di automobili grazie al fatto che i genitori di Ellie l'avevano chiusa in garage insieme alla propria figlia per evitarne le morti. Purtroppo loro caddero nelle fauci del virus prima di poter dire addio alla propria bambina che venne trovata dagli immuni rannicchiata nella panda verde acqua scuro, che ormai era sbiadito in un azzurrino.
Da quel fatto erano passati cinque anni, ma lei faceva ancora fatica a parlarne e trattava l'auto come una persona.

"Quanta gente... "
Mormorai cercando di farle cambiare espressione.
Lei si girò con una faccia pallida e fece un sorriso penosamente doloroso.

Ellie: " Lo vedo. "

Non le risposi. Non me la sentivo, distolsi lo sguardo e mi diressi verso la folla ormai lontana pochi metri.

C'era gente di qualunque etnia. In questi ultimi cinque anni tutti i sopravvissuti si erano riuniti in quattro grandi città. Mosca, San Pietroburgo, Las Vegas e New York dove ci trovavamo in quel momento.
Non era una caso che solo Russia e Stati Uniti fossero abitati ma per ora i sopravvissuti non avevano paura di un altro scontro, tutti pensavamo fosse impossibile dopo l'accaduto, ma una tensione pari alla guerra fredda si percepiva intensamente fra i due Stati.

Non mi preoccupava. Almeno non per ora.

Mi si avvicinò un ragazzo molto allegro corricchiando.

***: "Hey! Piacere"
Mi porse la mano sorridendo.

Io lo fissai per un secondo e senza dire niente avvicinai silenziosamente la mano.
Lui me la strinse con entusiasmo scuotendola velocemente.

***: "Mi chiamo Park Jimin, piacere! "
Ripeté con un sorriso a trentadue denti.

"... Y/n"
Sussurrai. Non ero sicura di che espressione avessi sul volto ma a lui sembrava non importasse più di tanto.
Strinse la mano anche ad Ellie anche se lei lo fece di mala voglia.

Sentendosi indesiderato Jimin si voltò verso di me.

Jimin: "Sto cercando di fare amicizia con più ragazze possibile, così almeno mi preparo. "
Ed emise una risatina imbarazzata.

Io annui di tutta risposta ma visto che Ellie corrispondeva alla compagnia di un muro dato il suo umore cercai di farlo restare.

"Hem.. È una buona precauzione.. Sei un ragazzo ordinato? "
Mi pentii leggermente dell'ultima domanda ma lui mi sorrise.

Jimin: "Beh non mi definirei ordinato... Ma si, credo che la mia sia una buona precauzione"
Poi si avvicinò e bisbigliò
"Spero solo di non capitare con la tua amica. "

Fu fortunato perché il perfetto udito di Ellie era fuori gioco dall'ansia ma mi avrebbe sentito se avessi riso quindi mi trattenni a mala pena scambiando uno sguardo divertito a Jimin.

***: "Jimin! Non fare la puttana e cerca di stare fermo cazzo! "

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Autore
Evviva sono le 22 sono stanchissima ma volevo scriverlo questo capitolo. Niente paura l'incontro con la nostra Moonbyul avverrà a breve! Spero che la presenza dei Bitti sia apprezzata (ㅅ˙³˙)♡
Non ho riletto forse c'è qualche errore
Vabbè Saranghe 💜

Black Sunflower [Moonbyul x reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora