3

703 35 0
                                    


Nonostante spesso fossimo di fretta, in quella che definii seconda partenza della nostra relazione, cercavamo sempre di non farci mancare nulla l'un l'altro, come all'inizio. Ci viziavamo e le rinunce non mancavano ma per noi questo ed altro.

Io ero sommersa dal lavoro, tanto per cambiare e tu, pur di passare del tempo insieme, venivi da me e mi preparavi dei pasti sostanziosi che da sola non mi sarei preparata finendo a volte per non mangiare. Dicevi che avevo bisogno di energie e di riposare e nonostante ci provassi, viste le promesse che ogni volta ti facevo, non riuscivo. Non riuscivo a prendermi cura di me stessa, perlomeno non in quel senso, per fortuna che c'eri tu a farlo. Non ti arrabbiavi, sapevi che avresti peggiorato la situazione, eri clemente e ciò ti faceva onore. Semplicemente mi amavi e mi facevi sentire amata.
Una sera mi proponesti di uscire, anche solo cinque minuti, giusto il tempo di fare mente locale e rilassarmi, dicevi che il mio "staccare la spina" quando dormivo non era valevole, rifiutai e tu non perdesti il tuo buon umore
<<I'll be on the corner, just passing time>> uscisti di casa senza dire niente, solo un sorriso a dipingere il tuo volto. Mi rimisi a lavorare, con un minimo di felicità che mi lasciasti.
Passarono forse due ore, non lo so, ma tu non eri ancora tornato. Decisi di uscire a cercarti o meglio, raggiungerti e rendere entrambi contenti. Mi misi velocemente un paio di leggings, una tua felpa invernale e le mie amate all star bianche di pelle, mi avvolsi nel mio cappottone in lana e ti raggiunsi.
Ti vidi. Eri lì, seduto su quella stessa panchina dove trascorremmo la serata del nostro primo incontro a passare il tempo, come mi avevi detto. Il tuo viso era poco illuminato solamente dalla luce che emanava il tuo telefono e per certi versi anche dal lampione non molto vicino; saresti risultato bello agli occhi di chiunque ma questo sempre, solo che in quella particolare circostanza avevi un non so che di pittoresco.
<<Sei venuta alla fine>>
<<Dubitavi?>> mi sedetti vicino a te
<<Un pochino>>
<<Non potrei mai renderti triste, l'ultima cosa che vorrei è farti piangere o infrangerti il cuore d'oro che ti ritrovi. Sei prezioso e raro Arthur, ti proteggerò da tutto, anche da me stessa se dovessi>> ti accarezzai la guancia fredda con le mie mani che calde non erano sicuramente
<<I guanti proprio non ti piacciono, uh?>> mi chiedesti lasciandomi dopo un bacio sul dorso della mia mano tenendola poi tra le tue coperte da un paio di guanti di lana
<<Lo sai che non li sopporto, li trovo scomodi>>
<<Vero che preferisci l'ipotermia>> mi prendesti in giro
<<Ho chiuso addirittura la giacca>>
<<Vuoi mica far nevicare?>>
<<Mi accontenterei anche solo di una bella pioggia, l'ideale per rilassarsi>> ti resi ancora più felice con quest'ultima affermazione
<<Posso unirmi al vostro momento di relax signorina? So che in nottata dovrebbe piovere pesantemente>>
<<Non accetto "caramelle" dagli sconosciuti>>
<<Le uniche pietanze dolci che offro sono un tè caldo e delle brioches fumanti prodotte dalla pasticceria di fronte a noi>>
<<Ma ora è chiusa>>
<<Se mi deste la possibilità di venire con voi inizierei con il tè e vi sveglierei con il profumo delle brioches>>
<<Mi avete convinta ma ora preferirei rimanere ancora un po' qui con voi, giusto per far passare il tempo>>

Te la ricordi quella sera? Io non potrei mai dimenticarmela.

~ Mary

Mary | Arthur LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora