02. Un angelo custode

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*Futon: questo termine vuol dire letteralmente "materasso arrotolato" ed è utilizzato nella tradizione giapponese. È interamente in cotone, rigido e sottile.

———
Era ormai passato un intero giorno da quando la donna misteriosa era stata portata a casa Kujo. Questa, rimase distesa nel *futon a dormire pesantemente senza più muovere un solo muscolo e a sussurrare quelle strane parole del giorno prima. Jotaro era rimasto seduto a osservarla, obbligando la madre a restare fuori da quella stanza per evitare possibili attacchi nemici contro lei.
Non aveva ne ancora informato Joseph di quella situazione, voleva prima accettarsi che ciò si unisse con il caso del ragazzino di sabbia, avvenuto qualche settimana prima.

- Jotaro, ti ho preparato del te caldo. Lo lascio fuori dalla porta – Disse d'un tratto Holy restando a pochi centimetri dalla porta socchiusa – Allora, come sta la ragazza?
- Non si è ne ancora svegliata.
- Capisco... vuoi che chiami io tuo nonno? Credo sia giusto che anche lui sappia ciò che è successo.
- Lo farò io, non fare niente di azzardato.
- Come vuoi... se mi cerchi sono in cucina.

Era passata mezz'ora da quando Holy portò quel te caldo al figlio, eppure, quest'ultimo non lo bevve e lo lasciò raffreddare. Jotaro aveva lo sguardo fisso su di lei e non accennò di muoverlo finché non si sarebbe svegliata da quel profondo sonno.
Non appena il ragazzo sbadigliò dalla noia, notò l'indice della ragazza muoversi di scatto per un istante.

- Si starà svegliando?

Sussurrò lui, chinando il capo di lato. Ovviamente, non ottenne nessuna risposta.
Non sapeva ne anche lui come si sarebbe comportato al suo risveglio: avrebbe posto domande? Dubbi? L'avrebbe attaccata? Uccisa? Ferita? Stordita? E se fosse una comune umana? Portatrice di Stand?
Tanti punti di domanda eppure nessun tipo di risposte, era una delle poche volte che Jotaro non riusciva a capire al primo tentativo ciò che stava accadendo attorno a lui. Ciò lo innervosiva parecchio.

- C-Cosa... – La sua voce era lieve e sottile, teneva ancora gli occhi chiusi.
- Ti sei svegliata – Si sistemò il cappello.
- Ma dove mi trovo...?
- Qui le domande le faccio io.

Rispose distaccato lui, alzandosi in piedi.
La donzella, finalmente, si svegliò da quel sonno da "bella addormentata". Si stropicciò l'occhio destro col palmo sinistro e finalmente li vide: due stanchi e enormi occhi rubini, cosi profondi, da sembrare dell'inquietante sangue vero.
Era ancora intontita e non riusciva a percepire con i sensi ciò che stava accadendo.

 Era ancora intontita e non riusciva a percepire con i sensi ciò che stava accadendo

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- Sto cercando... sto cercando una persona...
- Questo me l'hai già detto ieri.
- Ieri...?
- Esatto – Abbassò il cappello – Cerchi Jotaro Kujo, dico bene?
- Jotaro... Jotaro... si! – Urlò di colpo, battendo entrambi i palmi per attirare l'attenzione – Cerco quel ragazzo! Lo conosci?
- Si, lo conosco. Cosa vuoi dal ragazzo? Dev'essere una cosa importante, dico bene? – Mentì lui.
- Forse lo era...? – Rispose lei, intontita. Si grattò la nuca riflettendoci un po' su – Devo parlare con lui ora!
- Prima me lo dici a me e poi a lui. Avanti, sputa il rospo ragazzina. – Disse con un tono alto e frustato.
- C-Che maleducato... – Sospirò – Jotaro Kujo... fa parte della stirpe dei Joestar, dico bene?
- Sembra che lo conosci bene.
- Al contrario! – Scosse la testa velocemente restando con la schiena alzata – Quel ragazzo deve aiutarmi a recuperare un artefatto maledetto! Forse non mi crederai... – Nascose il volto dietro i lunghi e spettinati capelli – Chi lo possiede sarà in grado di rubare l'anima delle persone rendendo quest'ultimi suoi seguaci! Ho sentito dire che venne creato da Dio e ch-
- Hai detto... "Dio"?
- E-Eh?! Lo conosci? – Rialzò di colpo il viso puntando il suo sguardo su di lui — Devo eliminarlo! Se prenderà la mia anima... Dio ritornerà!
- La tua... anima?

JoJo: The Heart BroochDove le storie prendono vita. Scoprilo ora