Ten (fine)~

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Jimin si guardò allo specchio un'ultima volta dopo aver indossato anche le scarpe. Adorava potersi preparare per vedere Hoseok, adorava avere gli occhi del maggiore su sé, gli piaceva la sensazione di essere apprezzato. L'altro lo guardava come se fosse il più bell'essere umano che avesse mai camminato sulla terra e Jimin adorava dargli mille motivazioni per continuare a pensarlo, per continuare a posare quello sguardo su di lui ogni singola volta.

Ecco perché aveva scelto dei jeans neri stretti, a Hoseok piacevano, diceva che il nero lo rendeva più alto, più snello, che metteva in risalto le sue curve e Jimin ambiva proprio a questo, e se il suo culo sembrava più sodo dentro quei pantaloni neri, allora Jimin avrebbe indossato quei pantaloni neri. Non poteva mancare poi una camicia a quadri con intersezioni bianche, rosse e bordeaux, lasciò aperti i primi due bottoni, indossò quel famoso cocker, lo stesso che aveva attirato l'attenzione di Hoseok il primo giorno che si erano visti a lezione. Quella camicia era stata personalizzata perché Jimin l'aveva già indossata e Hoseok involontariamente gliel'aveva macchiata di tempera blu sul fianco, stringendolo forte per baciarlo, e quel colore non era mai più andato via ma a lui piaceva. Era come se il maggiore l'avesse marchiato, avesse apposto la propria firma sulla sua opera d'arte e Jimin semplicemente non voleva che quella macchia andasse via, la voleva lì, sul suo fianco. A volte poteva addirittura percepire il calore della mano di Hoseok che lo toccava proprio in quel punto, quelle cinque dita possessive a cui voleva abbandonarsi.

Inserì la camicia dentro ai pantaloni, cintura in vista. Si pettinò i capelli all'indietro, occhiali da sole.

Inviò un unico semplice messaggio ad Hoseok, avvisandolo che stava arrivando e poi si incamminò verso l'Auditorium all'interno del quale era stata allestita la mostra. Taehyung e Jungkook lo avrebbero raggiunto in seguito, in origine sarebbero dovuti andare insieme ma poi l'arancione si era svegliato troppo presto e troppo su di giri per attendere e si era semplicemente preparato in ogni minimo dettaglio ed era uscito prima di loro.

Alla fine ce l'aveva fatta a resistere tre giorni senza vedere Hoseok, o almeno senza vederlo di persona dal momento che non avevano perso la voglia di stare quattro ore in videochiamata la sera. Era stato il maggiore a riagganciare quando Jimin si era addormentato tenendo in mano il telefono e la mattina si era svegliato con la notifica di un messaggio. Hoseok aveva fatto uno screenshot alla schermata di lui con gli occhi chiusi e poi lo aveva impostato come sfondo. Jimin era saltato giù dal letto con il sorriso che gli andava da orecchio ad orecchio.

Quando arrivò di fronte all'Auditorium notò che già molte erano le persone in fila, tutti ordinati, tutti con il biglietto per assistere alla mostra in mano. Molti si voltarono ad osservarlo, una ragazza lo indicò prima di voltarsi verso l'amica e ridere emozionata. Jimin non capiva per quale assurdo motivo avrebbe dovuto reagire così, pochissime erano le persone che sapevano che cosa ci fosse tra lui e l'artista, ancora meno sapevano della sua identità eppure quegli sguardi lo fecero sentire quasi a disagio.

What is art? | hopeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora