4. PIACERE LO STRONZO

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Alice entrò in doccia, l'acqua calda si scagliava contro il suo corpo in modo piacevole, la pelle chiara e le labbra carnose si arrossarono un poco, un pensiero perverso prese il sopravvento, la sua mano scivolò sul suo seno, i capezzoli diventarono turgidi. Avvertì un formicolio tra le gambe, la sua mano si stava dirigendo proprio lì, ma il cellulare che squillava la interruppe, si affacciò dalla doccia per vedere chi la stesse chiamando, era Mirco.

Perché mai la doveva chiamare Mirco? Non rispose, ma le sue perplessità presero il posto dei pensieri erotici lasciandola comunque con una voglia insoddisfatta.
Uscì dalla doccia e le arrivò un messaggio da parte di Mirco "dobbiamo parlare, va bene tra un'ora al parco dietro casa tua?". Di cosa voleva parlare? Erano ormai passati mesi da quando si erano lasciati, ma incuriosita accettò l'invito.
Voleva farsi bella, far vedere al proprio ex cosa si era perso rimaneva pur sempre una soddisfazione. Così prese un vestitino azzurro dall'armadio che le esaltava il seno e metteva in mostra le gambe, si passò un rossetto leggero sulle labbra e allungò le proprie ciglia con del mascara, stava per uscire di casa, ma sua madre la fermò.
«Dove pensi di andare Alice?»
«A fare un giro con le mie amiche e comunque non sono affari tuoi mamma.»
«Non ti stai dimenticando nulla?»

Un pensiero le balzò in mente, giusto aveva l'incontro con lo psicologo, se ne era completamente dimenticata.
«Sta arrivando lo psicologo, mi ha appena chiamata, a momenti è qui. Starete nello studio al piano di sopra durante la seduta.» Disse la madre.

Carl si sistemò la camicia bianca, controllò giusto per sicurezza che la zip dei pantaloni fosse chiusa, spostò il ciuffo all'indietro e suonò il campanello. Si era vestito elegante per l'occasione.
Con una birra in mano il padre di Alice andò ad aprire la porta «Chi è?» Disse rivolgendosi a Carl in modo sbilenco.
«Sono Carl, lo psicologo, sono qui per la seduta con sua figlia.»
Il padre di Alice disse «Mia figlia...vada vada, avanti sempre dritto.» Sbuffò e si mise sul divano.
Carl guardò l'uomo con un leggero ribrezzo, non era stato accolto nei migliori dei modi ma non diede importanza alla questione e andò dritto per la sua strada.

«Ma Alice come sei vestita, sembri una sgualdrina!»
«E quindi anche se lo sembrassi che problema c'é mamma, o hai chiamato un maniaco come psicologo?»
«Ma cosa dici Alice, oh cielo, speriamo che il tuo caos interiore se ne vada, dai fai una preghiera assieme a me.»
«Mamma, le uniche volte che nomino il nome di Dio sono durante un orgasmo.»
Carl ormai abbastanza vicino da poterle sentire si mise a ridere sotto i baffi mentre la madre di Alice stava facendo il segno della croce.
Nessuna delle due si accorse della presenza dell'uomo così lui finse un colpo di tosse.

Alice pensava di ritrovarsi davanti un uomo maturo con i capelli brizzolati e un pancione, ma quando si voltò vide che non era per niente come lo aveva immaginato. Era lui, l'uomo a cui era andata accidentalmente addosso, si ricordò il petto di lui attaccato ai suoi seni, solo per un attimo, ma un attimo che Alice messe a fuoco.
Lo guardava e le venne in mente anche di come le avesse risposto male, ma era maledettamente sexy pensava.
Carl la riconobbe subito, era lei la ragazza che lo aveva sopraffatto in modo inaspettato, un colpo di fulmine arrivato quando meno se lo aspettava. Osservava Alice, era persino più bella di come se la ricordava.
Rimasero tutti e due a guardarsi pensando che fosse davvero una strana coincidenza ritrovarsi lì assieme. Che gioco del destino era mai questo? Cosa aveva pianificato per loro?

La madre di Alice mise a tacere il silenzio «Vi lascio soli, Alice pensaci tu a portarlo nello studio di sopra.»
Carl porse la mano verso Alice e disse con un sorrisetto «Piacere lo stronzo, Carl.»
Lei gli strinse la mano e rispose «Piacere quella che pensa che la strada sia solo sua, Alice.»

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A breve parte 4! Grazie!

La tentazione di non resistereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora