6. FESTA

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Carl chiamò Alex, aveva proprio bisogno di parlare con qualcuno e chi se non il suo migliore amico?
«Ei ciao bello, tutto bene?»
«Ciao Alex, si tutto bene ho appena finito la seduta...»
«Ohh e raccontami tutto come è andata?»
«Direi bene, ma ci sono alcune difficoltà tecniche.» Problemi di cuore voleva intendere.
«In che senso "difficoltà tecniche"?»
«Eh... ti va se ci becchiamo tra poco al solito bar?»
«Va bene Carl, tra poco sono là.»
Carl sentiva la necessità di distrarsi, come poteva lasciar prendere il sopravvento ai suoi sentimenti in una situazione simile. Erano sensazioni che non provava da tempo, ma gli sembrò assurdo che fosse una ragazzina ribelle a dare nuova vita alle sue emozioni.

Alice andò in camera sua, la sera l'aspettava una festa, così aprì il suo armadio e anche se stra bordava di vestiti lei non sapeva cosa mettersi. Alla fine optò per un tubino bordò abbinato a un paio di tacchi e un cappotto nero.
Mentre si truccava nella sua mente fluttuava l'immagine di Carl lì davanti a lei con quell'irresistibile camicia bianca che lasciava intravedere le forme dei suoi muscoli scolpiti.
Gli e la voleva togliere quella camicia per ammirare meglio i suoi pettorali, ma si sentiva con le mani legate. Anzi pensò persino di avere qualche malattia strana del sesso, non poteva  arrivare al punto di pensare male del suo psicologo. Tirò un sospiro come se servisse a mandare via l'immagine di lui dalla sua mente e cercò di concentrarsi sulle sue guance mentre si metteva il fard.
Vestita tutta a puntino entrò nella sua 500 per andare alla festa, ovviamente voleva bere quindi non poteva tornare in macchina, ma lei non voleva tornare, sapeva già come sarebbe andata a finire la serata, infatti si era già preparata la scusa per sua mamma "dormo da un'amica", scusa banale ma funzionale.

Carl e Alex si incontrarono al bar, si diedero una pacca sulla spalla, il tipico saluto dei ragazzi, si sedettero al loro tavolo e ordinarono "il solito", ovvero un bicchiere di scotch.
«Allora Carl quali sono le "difficoltà tecniche".»
«Si ecco...io sono stato in grado di condurre la seduta e tutto ma il problema è la paziente.»
«E che problema ha la paziente?»
«Diciamo che è bella e mi fa un effetto strano.» Disse Carl quasi sussurrando.
«Ti fa diventare il cazzo duro intendi?» Rispose Alex ridendo, una risata a cui si unì anche Carl, ma il problema non era principalmente quello.
«Si bhe Alex non posso negarlo, ma c'é altro non è solo attrazione fisica.»
«Amico non la conosci quella ragazza, sai cosa penso? Penso che hai bisogno di una scopata, l'astinenza inizia a farsi sentire.»
Era da un po' che Carl non andava a letto con delle ragazze, non perché gli mancassero le corteggiatrici, ma dopo la batosta della sua ex aveva quasi paura. L'idea in ogni caso non gli dispiacque, Carl era un bravo ragazzo, ma non un santo e dopotutto era passato tempo da quando lui e la sua ex convivente si erano lasciati, quindi pensò che fosse arrivato il momento.
«Ei guarda la ragazza seduta al bancone, é quella dell'altra volta con il culo da favola, perché non vai a parlarci?»
«Dici che dovrei?» Era dubbioso Carl, ma deciso a rimettersi in gioco.
«Sì vai, non preoccuparti di me troverò qualcun altro con cui spassarmela, la tua salute fisica al primo posto amico.» Eh già anche Alex era un uomo single in quella città.
Così Carl si diresse verso la donna seduta al bancone e gli offrì un drink.
Lo sguardo di lei "Luisa" era provocante, non solo Carl aveva deciso di darsi al divertimento quella sera.

Alice arrivò al locale in cui si teneva la festa, c'era tantissima gente e a lei si illuminarono gli occhi come se fosse appena arrivata al suo posto, un po' come quando i calciatori giocano "in casa".
Parcheggiò la macchina e andò verso l'entrata dove l'aspettavano le sue amiche.
«Allora festa pazza stasera?» Disse Alice in modo intrepido.
«Sì dai entriamo, diamo il via alle danze.»Rispose Elisa, anche lei una festaiola.
Si fecero spazio tra la folla fino a raggiungere il bancone, non c'era serata perfetta che non iniziasse con qualche drink. La musica spagnola in sottofondo dava un ritmo allegro alla serata.
«Dai su andiamo a ballare!» Esclamò Sara mentre muoveva le gambe a tempo.
Andarono in pista, fecero varie pause drink, l'alcool entrato nelle vene stava avendo effetto su tutte e tre, ad Alice iniziò a girare la testa ma non in modo fastidioso, era molto allegra, decise che era il momento di andare a caccia di ragazzi, ma prima voleva andare in bagno per darsi una rinfrescata. Così lascio le sue amiche sulla pista da ballo mentre lei percorreva il corridoio a fatica in mezzo alla gente, ma girato l'angolo per arrivare in bagno una mano le afferrò il polso, la presa era stretta e Alice un po' sotto effetto dall'alcool non stava capendo bene la situazione.
La mano non mollava la presa del polso e dopo poco si ritrovò con le spalle incollate al muro, davanti a se Mirco che la stava guardando con aria minacciosa. Era talmente vicino che Alice poteva sentirne il respiro.
«Cosa vuoi? Lasciami andare.»
«Perché mi hai dato buca oggi?» Rispose Mirco nervosamente.
«Ho avuto da fare e non mi andava più di vederti.»
«Ah si, però il tempo per farti Alessandro ce l'hai.»
«Ma cosa vuoi da me, eri tu a tradirmi.»
«Alice ho sbagliato, ho commesso un errore, ma lo sai che voglio te.»
«Mirco commettere un errore è dimenticarsi un appuntamento, non tradirmi, più volte tra l'altro.»
«Alice ti prego...lo sai la situazione difficile che ho passato per mia mamma, avevo bisogno di distrarmi.»
«E io ti sono stata vicina!»
Mirco era il tipico ragazzo bello con aria da delinquente e problemi in famiglia. Ad Alice faceva ancora effetto la sua vicinanza, era stata davvero innamorata di lui, ma l'aveva così tanto delusa che nulla al mondo poteva far si che lei tornasse da lui.
Decise di inventarsi una scusa per uscire da quella situazione che la metteva a disagio e così disse «Mirco puoi provarci quanto vuoi ma io non ti amo più...ho trovato un altro ragazzo.»
La presa di Mirco sul polso di Alice si fece più stretta «Come si chiama?»
Alice forse perché era un po' ubriaca o forse perché aveva quel pensiero martellante rispose «Carl, si chiama Carl ed è il ragazzo perfetto, non lo conosci.»
«Ti conosco Alice stai dicendo un mare di stronzate.»
«No è tutto vero, se vuoi te lo faccio conoscere.»
«Va bene, voglio conoscerlo.»
Mirco un po' affranto lasciò Alice e se ne andò, lei invece continuò a pensare al casino in cui si era messa. Ora come faceva? Doveva trovare una soluzione.
La serata di lei fu rovinata da quell'inconveniente, non le andava più di "andare a caccia" e nemmeno poteva perché se la vedeva Mirco la sua scusa non sarebbe stata più credibile. Ma lei aveva bisogno che lui ci credesse, per prendere le distanze, ogni volta che lui si avvicinava provava una sensazione terribile, come se rivivesse quel giorno in cui scoprì delle sue molteplici menzogne.

Carl se la stava spassando, Luisa lo aveva invitato a casa sua che si trovava nelle vicinanze.
Si scolarono una bottiglia di vino seduti sul divano e come un inevitabile conseguenza all'attrazione sommata all'alcool si ritrovarono nella camera da letto. Carl se la cavava bene e le urla di Luisa lo confermarono, ma mentre gli e la leccava immaginò Alice, lì stesa sul letto, mentre godeva come una matta.

Si era fatto tardi, Alice non poteva prendere su la sua macchina e quando il locale fu ormai chiuso e privo di gente si sedette su una panchina da sola ad ammirare il cielo stellato e a riflettere.
Anche per Carl si era fatto tardi, conclusa la performance decise di tornare a casa che tanto si trovava a un paio di isolati a piedi.
Carl camminava nel buio della notte leggermente barcollante, riusciva ancora a ragionare un poco, ma il vino aveva dato l'effetto desiderato. In lontananza vide una ragazza seduta su una panchina, mise a fuoco la vista, era Alice. Non sapeva se avvicinarsi, ma non poteva di certo, un galantuomo come lui, lasciare una ragazzina da sola a quell'ora della notte.

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A breve pt. 6

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 17, 2022 ⏰

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